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Diciotti: chiesta autorizzazione a procedere per Salvini

redazione

Diciotti: chiesta autorizzazione a procedere per Salvini

giovedì 24 Gennaio 2019

Dal Tribunale dei ministri di Catania. La Procura aveva chiesto l'archiviazione. A decidere dell'autorizzazione dovranno essere adesso i senatori. Il capo della Lega Nord e ministro dell'Interno, "Le politiche dell'immigrazione le decide il governo". Poi attacca la Sea Watch seguito da Di Maio. Leoluca Orlando, "Palermo pronta ad accogliere la nave"

Il Tribunale dei Ministri di Catania ha chiesto l’autorizzazione a procedere nei confronti del ministro dell’Interno Matteo Salvini, capo della Lega Nord, indagato per sequestro di persona aggravata nei confronti dei 174 migranti della nave Diciotti.
 
Il ministro viene accusato di "aver abusato dei suoi poteri" e il Tribunale non ha evidentemente considerata motivata la richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura di Catania.
 
Quest’ultima, in ottemperanza alla decisione del Tribunale dei ministri di Catania, ha inviato al Senato l’autorizzazione a procedere nei confronti del ministro dell’Interno Matteo Salvini e gli atti relativi all’inchiesta sulla nave Diciotti.
 
A decidere dell’autorizzazione dovranno essere adesso i membri del Senato.
 
Immediata la risposta – stizzita – di Salvini in diretta Facebook: "Ci riprovano, torno a essere indagato per sequestro di persona e di minori, con una pena prevista da 3 a 15 anni. Manco fossi uno spacciatore o uno stupratore. Ora la parola passa al Senato e ai senatori che dovranno dire si o no, libero o innocente, a processo o no. Ma lo dico fin da ora, io non cambio di un centimetro la mia posizione".
 
"Lo ammetto, lo confesso e lo rivendico – ha aggiunto -, ho bloccato lo sbarco. E mi dichiaro colpevole dei reati nei mesi a venire, perché non cambio. Rispetto il lavoro dei giudici ma serve un chiarimento".
 
Salvini ha poi applaudito ironicamente dopo aver affermato "Riunione il 7 dicembre e comunicazione il 24 gennaio: rapidi, in un’azienda qualunque qualcuno dovrebbe dare le dimissioni".
 
Tra le affermazioni della "diretta" da evidenziare "I giudici facciano i giudici, i ministri fanno i ministri ed esercitano i loro poteri", "Chiedo agli italiani se ritengono che devo continuare a fare il ministro, esercitando diritti e doveri, oppure se devo demandare a questo o a quel tribunale le politiche dell’immigrazione", "Le politiche dell’immigrazione le decide il governo, non i privati o le Ong, se ne facciano una ragione".
 
Poco prima il capo della Lega Nord aveva parlato di "Ennesima provocazione" della nave olandese Sea Watch3 con 47 a bordo che si sta dirigendo verso l’Italia.
 
"Ribadisco – aveva detto Salvini – che la nostra linea non cambia, né cambierà. Nessuno sbarcherà in Italia. Pronti a mandare medicine, viveri e ciò che dovesse servire ma i porti italiani sono e resteranno chiusi".
 
"Sul nostro mare – aveva spiegato l’equipaggio della nave – si sta abbattendo un ciclone mediterraneo, fenomeno meteo piuttosto raro con onde di sette metri, pioggia e vento gelido. #SeaWatch sta navigando in questa tempesta cercando un riparo con a bordo 47 naufraghi soccorsi sabato scorso".
 
"La nave che sta navigando verso la Sicilia – ha detto Luigi Di Maio su Facebook – avrà da parte del governo italiano, qualora ne avesse bisogno, supporto medico e sanitario. Dopo di che, invito a puntare la prua verso Marsiglia e far sbarcare le persone sul suolo francese, anziché aspettare inutilmente nelle acque italiane per giorni: come stabilito a giugno 2018 nel consiglio europeo, le responsabilità dell’Europa sull’immigrazione sono condivise".
 
"Sul Mediterraneo – ha aggiunto il vicepremier continuando la polemica con Macron nonostante lo stesso presidente del Parlamento europeo Tajani lo abbia invitato "a studiare" – non si affacciano solo l’Italia, la Grecia o la Spagna. Ma anche la Francia. E deve fare la sua parte".
 
Di parere diverso Leoluca Orlando:  "Palermo – ha scritto il sindaco della città in una lettera indirizzata al comandante della Sea Watch – , è pronta ad accogliere queste persone insieme a chi li ha salvati da morte certa visto che alla nave non è stato ancora stato indicato un porto sicuro per l’attracco e lo sbarco, nonostante le condizioni meteo marine siano avverse".
 
"Di fronte alle ennesime tragedie del mare – ha aggiunto, con durezza  – causate da politiche criminali e criminogene dell’Europa e dell’Italia e di fronte all’impegno umano e civile di chi salva vite umane, chiediamo con urgenza che nel rispetto della Costituzione italiana e del diritto internazionale, sia garantito al più presto un approdo sicuro a questi naufraghi".
 
E un appello "alla società civile italiana e in particolare ai sindaci di quelle città solidali e accoglienti che, nei mesi scorsi avevano manifestato la loro disponibilità" affinché "invitino Sea Watch 3 nei loro porti, predisponendo tutto ciò che è necessario all’accoglienza" è stato lanciato da Mediterranea Saving Humans, la piattaforma delle associazioni italiane.
 
Mediterranea si dice inoltra "pronta, con i nostri assetti in mare e con la nostra mobilitazione a terra, a intervenire a sostegno della Sea Watch 3 con ogni possibile mezzo".
 
"Diffidiamo qualsiasi Autorità dal prendere decisioni o attuare comportamenti illegittimi – conclude Mediterranea – in contrasto con il diritto marittimo e internazionale e le norme del Codice della navigazione: siamo pronti ad assumere tutte le necessarie iniziative legali a tutela della Sea Watch 3 e delle persone che si trovano a bordo".

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