Mobilità in bici, maglia nera per la Sicilia - QdS

Mobilità in bici, maglia nera per la Sicilia

Rosario Battiato

Mobilità in bici, maglia nera per la Sicilia

mercoledì 30 Gennaio 2019

I dati del terzo rapporto Focus2R promosso da Confindustria, Legambiente e Ambiente Italia. “Bike sharing” sconosciuto: a Palermo meno di cinque abbonati ogni mille abitanti

PALERMO – Cresce l’Italia delle due ruote, ma la Sicilia è lontana dal virtuoso gruppo di fuga: i comuni isolani lamentano ancora troppe criticità in termini di infrastrutture, incentivi per l’acquisto e parcheggi per la mobilità dolce. Lo dicono i dati del terzo rapporto Focus2R, promosso da Confindustria Ancma e Legambiente in collaborazione con Ambiente Italia. In tutta Italia sono stati 104 i comuni capoluogo coinvolti, solo 83 hanno risposto con dati aggiornati al 2017 (in Sicilia Agrigento, Enna, Messina, Palermo, Ragusa e Trapani), 13 al 2016 (tra le isolane Catania e Siracusa), e 7 al 2015 (Caltanissetta).
 
La pista ciclopedonale di Auckland, realizzata su una rampa autostradale in disuso
 
 
A incentivare la disponibilità dei cittadini all’utilizzo delle bici sono anche le infrastrutture per la ciclabilità (metri equivalenti/abitante): l’indicatore di riferimento registra in cima alla graduatoria nazionale una città come Reggio Emilia, che supera il valore di 40, seguita da Mantova, Cremona, Lodi, Ravenna, Verbania, Vercelli e Ferrara. Tra le ultime venti della graduatoria, con valori compresi tra lo 0 e il 2, ci sono Palermo, Ragusa, Trapani e Messina. A livello nazionale, si segnala un aumento del 9% delle piste ciclabili dal 2015, una crescita del 6,1% dei comuni con bike-sharing, anche se l’80% non ha preso iniziative per garantire la sicurezza di scooter e moto.
 
I parcheggi a disposizione sono ancora un miraggio, almeno nell’Isola. I parcheggi biciclette presso le stazioni ferroviarie ammontano a circa 1.500 a Venezia e a poco più di 1.400 a Bologna, mentre a Ferrara, terza città a finire sul podio, sfiorano i mille. Non pervenute le città isolane. Anche il bike sharing attesta una presenza maggiore nell’area settentrionale, dove si registrano anche numerosi abbonamenti.
 
A livello nazionale, escludendo Milano, si registra una media di 156 biciclette per comune capoluogo con poco più di duemila abbonati. Il capoluogo lombardo è primo con 257 mila abbonati e 16.600 biciclette, seguito da Torino, con 1.300 biciclette e 24.000 abbonati, e quindi Brescia, 500 bici e 21.700 abbonati. Cambia di poco la graduatoria relativa all’indicatore di bike sharing che si calcola con il valore relativi alle bici per mille abitanti: 12 a Milano, poco meno di 5,5 a Bergamo, poco più di 5 a Cremona.
 
Anche il dato relativo agli abbonati ogni mille abitanti registra l’elevato posizionamento di Milano (quasi 190), seguita da Bergamo (più di 130) e quindi da Brescia (110). Tra le siciliane, si segnala la buona prestazione di Siracusa, tredicesima per l’indicatore relativo al numero di bici (più di1,50), e di Enna, posizione numero 23 con poco più di 1, mentre è solo al numero 31 Palermo nell’indicatore degli abbonati ogni mille abitanti (meno di 5).
 
Altrove si punta sulla mobilità dolce. Il rapporto segnala la presenza di incentivi per le biciclette a pedalata assistita, sia nel 2016 che nel 2017, per Gorizia, L’Aquila, Modena, Treviso, Asti e Verona, con queste ultime due che hanno favorito anche l’acquisto di bici tradizionali. Per Alberto Fiorillo, responsabile aree urbane di Legambiente, “serve un piano di investimenti straordinari, politici ed economici, per la sicurezza stradale” in quanto “pedoni e utenti delle due ruote sono spesso esposti a rischi elevatissimi che, soprattutto nelle aree urbane, possono essere ridotti al minimo seguendo quanto già stanno facendo altre città europee”.

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