Abituarsi alla gratitudine è un esercizio difficile - QdS

Abituarsi alla gratitudine è un esercizio difficile

Carlo Alberto Tregua

Abituarsi alla gratitudine è un esercizio difficile

mercoledì 30 Gennaio 2019
L’uomo nasce egoista. L’istinto di conservazione lo porta a badare prima a se stesso e poi agli altri, con la conseguenza che è molto diffuso il comportamento che serve il proprio tornaconto, mentre è abbastanza raro il sentimento di gratitudine che ognuno dovrebbe provare verso gli altri che gli hanno dato qualcosa.
Nel processo dare-avere, nessuno dovrebbe chiedere qualcosa agli amici, né agli estranei, in quanto questo esercizio non è portato a un comportamento equo.
Se si tratta con i terzi, bisognerebbe convincerli che loro hanno interesse per l’oggetto o per la questione che noi esponiamo. Mai chiedere loro un favore, perché si trasformerebbe in una richiesta priva di interesse, mentre quando si espone qualcosa a qualcuno occorre tenere presente il suo interesse e non il nostro.
Lo stesso meccanismo vale quando vogliamo fare qualcosa per gli altri: bisogna dare in silenzio senza attendersi alcuna gratitudine in cambio.
 
La gratitudine è un sentimento d’animo di ringraziamento verso chi ci ha fatto del bene; è insieme affetto verso il benefattore, memoria costante di lui e del beneficio ricevuto, desiderio di poterlo ricambiare.
Quanti conoscono questo significato? Quanti lo praticano perché lo condividono? Fate voi.
Osserviamo, però, che se esso fosse diffuso, se esso unisse come un comune denominatore le persone umane, tutto funzionerebbe meglio perché il sentimento del dare prevarrebbe sull’egoismo.
Certo, quanto scriviamo non sembra reale, né realistico perché le guerre, le lotte fratricide, le soperchierie e le prepotenze dimostrano che la gente non segue questo valore, in quanto la propria avidità acceca.
Lo zio Paperone, personaggio della Disney inventato nel 1947, traeva il suo massimo godimento nel tuffarsi nelle proprie vasche colme d’oro. Il suo orgasmo veniva raggiunto nel toccare il metallo giallo, tanto prezioso dal punto di vista venale ma tanto cattivo per gli effetti nefandi che esso ha. Così fanno in molti, dimenticando che il denaro è un mezzo e non un fine.
 
Non dipingiamo uno scenario a tinte fosche, bensì una realtà negativa, quella egoistica, che dovremmo tentare di ribaltare o almeno di combattere.
Per farlo, occorrerebbero buoni sentimenti, per i quali bisognerebbe leggere e studiare continuamente. Non vi sembri un mantra quanto scriviamo, perché riteniamo che non vi sia altro mezzo per capire come stanno le cose, se non quello di leggere e studiare continuamente.
Poi, bisogna ascoltare i maestri di tutti i tempi e quelli coevi per apprendere, per capire e conseguentemente migliorare il nostro modo di pensare e di agire.
Certo è che se ognuno di noi non si pone la questione di come comportarsi in modo altruistico – pur dopo aver soddisfatto il bisogno di libertà con il soddisfacimento dei bisogni materiali – è difficile che la razza umana migliori .
Se si pensa che 26 super miliardari detengono la ricchezza pari a quella di 3,8 miliardi di persone, otteniamo la fotografia chiara delle disuguaglianze.
 
Solo pochi ricchi distribuiscono parte del proprio patrimonio a favore di chi ha bisogno. La maggior parte lo accumula, come tanti novelli Paperoni.
Per tentare una modifica dell’egoismo e un aumento della gratitudine, bisogna anche avere la pazienza di spiegare agli altri come dovrebbero andare le cose. Non contrastare chi pensa così, ma tentare di fargli cambiare idea.
Si dirà, bisognerebbe essere santi per agire in questo modo. Non è vero. Bisogna essere semplicemente persone perbene che capiscono come la vita duri un lampo e che se qualcosa di buono possiamo fare è lasciare un ricordo positivo, anche se piccolo, per l’esserci comportati da persone perbene.
Oscar Wilde (1854 – 1900), in un aforisma sosteneva: “I bambini da piccoli credono che i soldi siano tutto, da grandi ne hanno la certezza”. Ecco un modo di pensare esattamente contrario al benessere dell’Umanità, per la quale tutti dovremmo spendere le nostre energie senza risparmio.

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