Dopo la e-Fattura tocca all'e-scontrino - QdS

Dopo la e-Fattura tocca all’e-scontrino

Carlo Alberto Tregua

Dopo la e-Fattura tocca all’e-scontrino

venerdì 01 Febbraio 2019

Sorteggio a premi vs l’evasione

Finalmente il primo di gennaio scorso è entrata in vigore la norma che prevede l’emissione obbligatoria della e-fattura, la quale presenta notevoli vantaggi in termini di risparmio di carta, di sicurezza e di contrasto all’evasione fiscale.
È infatti noto come la più grossa evasione ogni anno riguarda proprio l’imposta sul valore aggiunto. La Guardia di Finanza, Polizia economica e finanziaria, ha accertato più volte come dei banditi emettevano fatture cartacee, incassavano l’Iva che poi non riversavano nella tesoreria pubblica, per poi sparire dalla circolazione.
Il nuovo sistema è triangolare e funziona con la trasmissione della fattura da parte del fornitore alla piattaforma dell’Agenzia delle entrate e da questa arriva al cliente.
Nel mese di gennaio si è verificato un ingorgo per l’arrivo di decine di milioni di fatture, per cui lo smaltimento ha procurato ritardi. Ma sicuramente tra non molto esso andrà a regime, con la conseguenza che nella suddetta piattaforma verranno registrate le relative fatture emesse e ricevute da ogni partita Iva.
 
In questo modo GdF e Agenzia delle entrate sono in condizione di sapere l’ammontare esatto delle fatture emesse e ricevute da ciascuna partita Iva. Inoltre non si potrà più verificare il giochetto di coloro che emettevano fatture false e si scoprirà l’altro giochetto delle fatture gonfiate.
Non si potranno emettere fatture postergate né anticipate. Insomma, con questo provvedimento si è messo ordine a un settore che produceva estesa evasione e che ora dovrebbe essere azzerata, o quasi.
Dispiace rilevare che questo provvedimento, pensato oltre dieci anni fa, e da noi riportato più volte su queste colonne, sia arrivato con tanto ritardo, senza una valida giustificazione, salvo quella di fondo e cioè che anche gli evasori votano e che i governi di centrodestra e centrosinistra si sono tenuti cari codesti elettori.
La questione dell’evasione è diventata insopportabile perché vi sono cittadini che utilizzano i servizi pubblici, tra cui quello sanitario, ma che non contribuiscono, come dovrebbero, alla copertura delle relative spese.
 
Peccato che la legge sulle e-fatture non abbia esteso lo stesso procedimento agli e-scontrini.
Per la verità, in sede parlamentare erano stati presentati emendamenti che rendevano obbligatorio il collegamento di tutte le partite Iva che emettevano scontrini, con la piattaforma dell’Agenzia delle entrate, con la conseguenza che non appena marcato uno scontrino esso fosse registrato in tempo reale nella piattaforma in questione.
Al fine di incentivare la richiesta dello scontrino da parte dei consumatori, si è pensato però d’istituire una lotteria nazionale. Dal primo gennaio 2020 infatti, secondo quanto previsto dall’art. 18 del dl fiscale collegato alla manovra, partirà una vera e propria lotteria nazionale collegata agli acquisti che si ripeterà ogni mese. Introdotta nel 2017 ma sempre rimandata, la lotteria consentirà di abbinare ai corrispettivi elettronici un’estrazione di premi per incentivare la lotta all’evasione.
Una terza iniziativa non è stata messa in atto, seppure sia stata trattata per decenni, e cioè mettere in funzione il cosiddetto conflitto d’interessi tra chi vende beni e servizi e chi li compra.
 
Di che si tratta? Di consentire la detrazione fiscale di qualunque spesa effettuata e giustificata da scontrini e ricevute fiscali, seppure in percentuale, come avviene per le fatture sanitarie, che sono a zero Iva e deducibili dal reddito nella misura del 19%.
Solo l’interesse da parte del consumatore ad ottenere un beneficio fiscale lo porta a chiedere sistematicamente il documento relativo. Diversamente, mancando tale interesse, lo scontrino non viene richiesto.
Le tre soluzioni rassegnate, di cui solo la prima operativa, costituirebbero un forte contrasto all’evasione fiscale, stimato da più parti in oltre 100 miliardi, come conseguenza di un giro d’affari in nero di ammontare forse superiore ai 200 miliardi. Gli evasori sono cittadini incivili e penalizzano fortemente quelli che pagano le tasse.
È ora di finirla che i bravi contribuenti non siano premiati mentre lo siano i cattivi contribuenti.

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