Arrivano più postini ma in Sicilia non basta - QdS

Arrivano più postini ma in Sicilia non basta

Michele Giuliano

Arrivano più postini ma in Sicilia non basta

martedì 05 Febbraio 2019

C’è ancora carenza di personale nel servizio di recapito, intanto annunciate 27 nuove assunzioni. Secondo i sindacati un “passo avanti” ma ancora restano troppo pochi i portalettere nell’isola

PALERMO – Anche se nuovo personale sta per arrivare a coprire alcuni vuoti, ancora non ci sono abbastanza postini in Sicilia. A pochi giorni dall’accordo occupazionale tra le Poste e le organizzazioni di categoria, la Slp Cisl fa sentire la voce: c’è bisogno di altre risposte dell’azienda, in tema di tutele, sicurezza, organizzazione e condizioni di lavoro, “tanto più se Poste italiane dovesse gestire la documentazione per il reddito di cittadinanza”, avverte Giuseppe Lanzafame, segretario della Slp Cisl Sicilia, per il quale bisognerà studiare nuove strategie di gestione.
 
Al momento sono previsti soltanto 27 posti in Sicilia nel settore del recapito, e sebbene il dato sia positivo, non è sicuramente sufficiente. Servono, per il sindacato, più investimenti e risorse per imprimere una svolta in termini di efficienza e qualità. L’accordo raggiunto è già un passo avanti: saranno apportate modifiche numeriche al modello del recapito, serie ed essenziali che arriveranno ad alleviare, ma non del tutto a risolvere, i problemi già espressi lo scorso anno. In tutto 27 zone business in Sicilia, che consentono di “alleggerire” le zone con eccessivo carico di lavoro. Si aggiungono, a quanto stabilito nell’accordo nazionale, 27 nuovi posti di lavoro che non saranno “la panacea di tutti i mali del recapito” ma una prima risposta ed una conferma.
 
“Il nostro impegno – dicono dal sindacato – continua per il rispetto delle regole e dei diritti per eliminare le tante storture presenti nel settore”. Un problema, quello dei servizi postali siciliani, che era stato già messo in evidenza prima dell’estate dell’anno appena trascorso, che già mesi fa erano stati definiti a rischio per la penuria di organico. A lanciare l’allarme oltre che lo stesso Lanzafame, furono Giuseppe Di Guardo (Slc Cgil Sicilia), Umberto Gentile (Uil Poste Sicilia), Giovanni Curia (Failp Cisal Sicilia), Luigi Aprile (Consal Com Sicilia) e Giuseppe Arancio (Ugl Comunicazioni Siciliani) che hanno tracciato un quadro preciso dello stato dell’arte nell’isola.
 
Una condizione disastrosa, che si delinea nella mancanza di puntualità del servizio e nella mancata efficienza della consegna di un bene essenziale nonostante l’avvento delle vie telematiche. Il traffico postale è ancora risolutivo e indispensabile per moltissimi servizi, soprattutto per molte persone, più anziane, che non hanno modo di accedere ai servizi on line.
 
“I cittadini che affollano ogni giorno gli uffici postali, ovviamente ignorano le difficoltà del quotidiano nel garantire la regolare apertura degli uffici postali nell’isola – affermavano già mesi fa – e questo perché in questa regione perdura una costante carenza di organico. Di oltre 800 rapporti di lavoro part-time soltanto 18 sono stati trasformati in full-time, nonostante queste figure siano essenziali per lo svolgimento dei servizi essenziali”. Una condizione legata quindi, nella fattispecie, ad una condizione di precariato del personale, che lavora spesso a tempo ridotto, e che quindi non può coprire tutte le necessità del territorio. Perché proprio nel settore del recapito e della logistica, che soffre di grande disorganizzazione, con gli inevitabili disagi per l’utenza.
 
Le sigle sindacali hanno sollecitano il governo regionale a intervenire sul tema. “Senza servizi postali efficienti – aggiungevano – l’Isola non si muove. È opportuno che tutti, ciascuno per la sua parte, dai sindacati alle istituzioni e alla classe politica, facciamo fronte comune per sostenere un reale rilancio delle Poste siciliane”.

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