Cooperative: boom in Sicilia, ma pochi addetti - QdS

Cooperative: boom in Sicilia, ma pochi addetti

Serena Giovanna Grasso

Cooperative: boom in Sicilia, ma pochi addetti

venerdì 08 Febbraio 2019

Istat-Euricse: nel 2015 se ne sono contate 6.195, ovvero il 10,5% delle 59.027 presenti sul territorio nazionale. Gli impiegati ammontano a quota 44.856 e rappresentano appena il 3,9% del totale

PALERMO – La crisi ha condotto ad un costante incremento del numero delle cooperative. Secondo i dati contenuti all’interno del rapporto “Struttura e performance delle cooperative italiane”, congiuntamente redatto dall’Istat (Istituto nazionale di statistica) e dall’Euricse (European research institute on cooperative and social enterprises), nel 2015 il numero di cooperative ha toccato quota 59.027 (ovvero, il 16,4% in più rispetto alle 50.691 del 2007, anno precedente alla crisi).
 
L’espansione maggiormente rilevante si osserva nel settore dei servizi di alloggio o e ristorazione (+51,6%), nell’istruzione (+51,3%), nella sanità e assistenza sociale (+40,9%) e nelle attività finanziarie e assicurative (+39%).
 
Oltre il 50% delle cooperative si raggruppa in sole cinque regioni: Lazio e Lombardia con una quota intorno al 14% (rispettivamente 8.421 e 8.314 unità), seguite da Sicilia (10,5%, con 6.195 cooperative), Campania (10,1%, con 5.962) e Puglia (9,3%, con 5.475 cooperative). Questa concentrazione non è legata esclusivamente alla densità demografica o imprenditoriale, ma a vocazioni territoriali specifiche. Infatti, in Sicilia, Puglia e Lazio ci sono oltre 19 cooperative ogni 1.000 imprese, rapporto che sale addirittura a 27 in Basilicata, mentre si attesta sotto il 10 in Veneto, Piemonte, Liguria, Friuli-Venezia Giulia.
 
Relativamente al numero di addetti, la Sicilia non segue la medesima proporzione: infatti, se ne contano 44.856, appena il 3,9% del totale di 1.151.349 addetti osservato a livello nazionale, ciò significa che ogni cooperativa ha in media sette addetti. Lombardia ed Emilia Romagna sono, invece, le due regioni in cui è possibile osservare la maggiore concentrazione di addetti (rispettivamente 19,1%, ovvero 219.332 addetti e 18,1%, con 207.986 unità): ciò equivale a dire che in ogni cooperativa lombarda sono impiegati in media 26 addetti, mentre ammontano mediamente a 49 in Emilia Romagna.
 
Quasi la metà delle cooperative siciliane ha al massimo cinque anni di vita (47,5%, di cui il 29% tra zero e due anni e il 18,5% tra tre e cinque anni). Abbastanza residuale è la quota di cooperative presenti sul territorio siciliano da più di vent’anni (14,4%, di cui il 3,7% tra 21 e 25 anni, il 4,6% tra 26 e 30 anni ed infine il 6,1% da più di trent’anni).
 
Le cooperative del Centro e del Meridione, in particolare quelle di Calabria, Sicilia, Puglia, Molise, Basilicata, Lazio, Abruzzo e Sardegna, sono distribuite soprattutto nelle prime classi di fatturato (da 0 a 99 mila euro). Nello specifico, circa un terzo delle cooperative siciliane produce un fatturato che non supera i 19 mila euro (32%), il 14,4% si colloca tra i 20 e i 49 mila euro e il 13,9% tra i 50 e i 99 mila euro. Complessivamente sei cooperative siciliane su dieci fatturano meno di 100 mila euro l’anno.
 
La distribuzione del valore aggiunto secondo la regione delinea una maggiore capacità di produrre ricchezza delle cooperative residenti al Nord, che rappresentano il 36,2% del totale ma producono il 64,1% del valore aggiunto complessivo. In particolare, le cooperative dell’Emilia Romagna, pur essendo il 7,1% del totale, contribuiscono per il 22,6% al valore aggiunto, con una media di 1,5 milioni di euro per cooperativa; anche quelle della Provincia autonoma di Trento realizzano un valore aggiunto medio per cooperativa di poco superiore al milione di euro.
 
All’opposto in Calabria, Sicilia, Puglia, Campania, Basilicata e Molise sono localizzate oltre un terzo delle cooperative (34,9%) ma il loro peso in termini di valore aggiunto è dell’11,6%, in media meno di 200 mila euro per cooperativa.

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