Antiche professionalità siciliane da tutelare - QdS

Antiche professionalità siciliane da tutelare

Roberto Pelos

Antiche professionalità siciliane da tutelare

martedì 12 Febbraio 2019

Da Unimpresa Sicilia un progetto di valorizzazione e recupero degli antichi mestieri con la Regione ente capofila. Il progetto punta a realizzare interventi coordinati volti al mantenimento di posti di lavoro ed alla creazione di nuova occupazione nell’ambito dei mestieri tradizionali di qualità a rischio di estinzione favorendo, al contempo, l’interscambio con altre realtà regionali e la diffusione di strumenti e metodi innovativi

CATANIA – “La conservazione e la tutela delle attività artigianali, soprattutto in un periodo di crisi occupazionale, possono rappresentare un’occasione per giovani e adulti disoccupati per mantenere e riscoprire la tradizione del territorio di appartenenza e usufruire di opportunità che, se non accompagnate e guidate, difficilmente possono essere pensate come reali occasioni di lavoro”.
 
Lo ha detto Salvatore Politino, presidente di Unimpresa Sicilia. “Da queste considerazioni e da esperienze già sviluppate in altre regioni, – ha proseguito – Unimpresa Sicilia pensa ad un progetto di “Valorizzazione e recupero degli antichi mestieri” che oltre alla Regione Sicilia (capofila) dovrà vedere la partecipazione delle Camere di Commercio, delle Associazioni di Categoria, delle Università e di tutti gli attori per lo sviluppo economico del territorio”.
 
Il presidente dell’associazione ha spiegato: “Il progetto punta a realizzare interventi coordinati volti al mantenimento di posti di lavoro ed alla creazione di nuova occupazione nell’ambito dei mestieri tradizionali di qualità a rischio di estinzione, attraverso i seguenti obiettivi specifici: offrire ai destinatari l’opportunità di inserirsi professionalmente, assicurando gli strumenti e le competenze teoriche e pratiche necessarie, incluse quelle che possono favorire la creazione di microimprese artigiane; dare la possibilità di tenere in vita i mestieri tradizionali a rischio di estinzione, caratterizzati da elevate professionalità e qualità dei manufatti; favorire lo sviluppo di produzioni di nicchia, dirette a consumatori selezionati, compresi i turisti occasionali; favorire l’interscambio di competenze tra gli antichi mestieri operanti in settori comuni e non, per aumentare le competenze degli artigiani e creare legami tra settori in cui ricadono gli antichi mestieri differenti, ma potenzialmente complementari; stimolare il ricambio generazionale, anche attraverso l’utilizzo ed il trasferimento delle competenze maturate dagli artigiani nel corso della propria esperienza professionale e l’apprendimento di attività creative tradizionali da parte dei giovani; favorire il collegamento tra gli interventi formativi e professionali realizzati a sostegno del recupero e del mantenimento degli antichi mestieri e quelli svolti nell’ambito del settore turistico-artigianale”.
 
Riguardo allo sviluppo del progetto e alle aspettative, Politino ha dichiarato: “Ogni Regione dovrà attivare sul proprio territorio le linee di intervento più pertinenti alla realtà locale sviluppando iniziative che hanno coinvolto le aziende artigiane e favorendo, al contempo, l’interscambio con altre realtà regionali e la diffusione di strumenti e metodi innovativi.
 
Così concepito il progetto dovrebbe promuovere la riscoperta, soprattutto da parte dei giovani, di “nuovi” mestieri che nascono e vivono solo grazie a piccole realtà e che rischiano di scomparire per la mancanza di ricambio generazionale e, dunque creare nuova occupazione, sia in termini di incremento dell’esistente, attivando la staffetta anziani/giovani, sia offrendo l’opportunità di utilizzare strumenti e conoscenze per la creazione di microimprese e ridare vita a mestieri e produzioni artigianali ormai dimenticati ma ancora in grado di dare lavoro.
 
Per raggiungere queste aspettative e non vanificare l’iniziativa, – ha concluso – la Regione Sicilia dovrà accompagnare le sue azioni con studi di settore, avviando al contempo una forte concertazione con il partenariato socioeconomico”.

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