Agricoltura negata alle nuove generazioni - QdS

Agricoltura negata alle nuove generazioni

Roberto Pelos

Agricoltura negata alle nuove generazioni

mercoledì 13 Febbraio 2019

Denuncia della Coldiretti: sono 23 mila i giovani che si sono visti respingere i progetti di insediamento nelle campagne. Il ritorno alla terra ha portato 35 mila under 40 a presentare domanda per l’insediamento in agricoltura ma ben 2 richieste su 3 (66%) non sono state accolte

ROMA – Sono 23 mila i giovani che si sono visti respingere i progetti di insediamento nelle campagne previsto dal Piano per lo sviluppo rurale (Psr), finanziato dall’Unione Europea, secondo quanto riferisce Coldiretti nello studio su “I giovani italiani che creano lavoro” presentato in occasione dell’Assemblea Giovani Impresa della Coldiretti, con centinaia di ragazzi e ragazze, provenienti da tutta Italia, all’apertura dell’open space sull’innovazione, durante la quale si sono svolte dimostrazioni pratiche sulle esperienze più creative realizzate grazie al talento delle nuove generazioni lungo la Penisola.
 
Come sottolinea Coldiretti, “lo storico ritorno alla terra ha portato 35 mila giovani under 40 a presentare domanda per l’insediamento in agricoltura ma ben 2 richieste su 3 (66%) non sono state accolte per colpa degli errori di programmazione delle Amministrazioni Regionali che ha portato ad una insufficiente assegnazione di risorse per i giovani nei Piani di sviluppo rurale (Psr) con peraltro il rischio concreto di restituzione dei fondi disponibili a Bruxelles.
 
Dallo stato di attuazione dei Psr, aggiornato al 1 gennaio 2019, – prosegue Coldiretti – emerge infatti che l’utilizzo delle risorse comunitarie, relativo al periodo 2014-2020, è stato pari ad appena il 29% del totale, un ritardo evidente che rischia di togliere all’Italia stanziamenti importanti per la crescita”.
 
Per tanti ragazzi italiani si spegne dunque il sogno di lavorare nei campi e il maggior numero di domande presentate e non accolte, sottolinea l’associazione a tutela degli agricoltori, si concentra soprattutto nel Meridione, dalla Sicilia alla Calabria, dalla Basilicata alla Sardegna, dalla Campania alla Puglia dove maggiore è il bisogno occupazionale e più elevati sono i tassi di fuga delle nuove generazioni all’estero. Sull’argomento è intervenuto Massimo Piacentino, delegato di Coldiretti per la Sicilia. Nominato di recente nell’esecutivo nazionale Coldiretti Giovani Impresa, Piacentino ha messo in risalto “l’elevato delta tra le domande di primo insediamento e la dotazione finanziaria destinata ai giovani; solo un giovane su cinque può auspicare di ricevere il finanziamento.
Lo dicevamo già in tempi non sospetti, “più soldi per il nostro futuro, più soldi ai giovani”. Le istituzioni – ha concluso Piacentino – devono tenere conto di questi numeri per la prossima, ormai imminente programmazione (psr 2020-2026)”.
 
All’interno del panorama nazionale, secondo un’indagine Coldiretti/Ixè, le aziende agricole condotte dai giovani possiedono una superficie superiore di oltre il 54% alla media, un fatturato più elevato del 75% della media e il 50% di occupati per azienda in più.
 
L’Italia, con 56 mila imprese agricole condotte da under 35, è al vertice in Europa per numero di giovani in agricoltura. Si tratta di una presenza che ha rivoluzionato il lavoro in campagna dove il 70% delle imprese giovani opera in attività multifunzionali che vanno dalla trasformazione aziendale dei prodotti alla vendita diretta, dalle fattorie didattiche agli agriasilo, ma anche alle attività ricreative, all’agricoltura sociale per l’inserimento dei disabili, detenuti e tossicodipendenti, alla sistemazione dei parchi, giardini, strade, all’agribenessere e alla cura del paesaggio o alla produzione di energie rinnovabili. L’inserimento delle nuove generazioni nel mondo agricolo diventa dunque importante per lo sviluppo socio-economico del Paese ed è fondamentale, in tal senso, il supporto istituzioni.

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