2100: odissea sulla Terra, anche in Sicilia. Ecco i porti che rischiano di "annegare" - QdS

2100: odissea sulla Terra, anche in Sicilia. Ecco i porti che rischiano di “annegare”

Rosario Battiato

2100: odissea sulla Terra, anche in Sicilia. Ecco i porti che rischiano di “annegare”

venerdì 15 Febbraio 2019

Studio Enea sull’innalzamento del mare a causa dei cambiamenti climatici: coinvolte anche zone turistiche. A Palermo, Catania, Messina e Augusta il livello dell’acqua potrebbe salire fino a 2 metri

PALERMO – I porti siciliani rischiano letteralmente di annegare a causa dei cambiamenti climatici. Lo rivela una ricerca dell’Enea che ha studiato le proiezioni dei livelli di innalzamento del mare e le ha esposte nel corso di un convegno dedicato al Mediterraneo e all’economia del mare, in collaborazione con Confcommercio, che si è tenuto mercoledì scorso.
 
La stima realizzata dall’Agenzia nazionale prevede il raggiungimento di circa un metro al 2100, con punte registrate a Venezia (+1,064 metri), a Napoli (+1,040 metri), a Cagliari (+1,033 metri), e anche a Palermo (+1,028 metri). Per l’Enea “entro la fine del secolo l’innalzamento del mare lungo le coste italiane è stimato tra 0,94 e 1,035 metri”, prendendo in considerazione un modello cautelativo, e “tra 1,31 metri e 1,45 metri”, seguendo una base meno prudenziale.
 
L’analisi coinvolge 21 infrastrutture portuali nazionali e calcola anche l’effetto chiamato ‘storm surge’, cioè, spiegano dall’Enea, la coesistenza di bassa pressione, onde e vento che in particolari condizioni può addirittura determinare un aumento del livello del mare rispetto al litorale di circa 1 metro.
 
Il livello di riferimento al 2100 è stimato di un metro ad Ancona, ma può raggiungere anche i due metri in seguito alla presenza di quegli elementi che rientrano nell’effetto ‘storm surge’. Diversi i siciliani coinvolti in questa rischiosa prospettiva: Augusta, ad esempio, assieme a Palermo risulta tra quelli più coinvolti con un innalzamento di base stimato in 1,028, ma che evidentemente può spingersi fino a 2,028, mentre Catania e Messina, pur trovandosi al di sotto della media nazionale di innalzamento prevista, rispettivamente a 0,952 e 0,956, possono comunque spingersi a quasi due metri con la “spinta” dello ‘storm surge’.
 
Gli altri porti coinvolti sono Bari 1,025 (fino a 2,025), Brindisi 1,028 (2,028), Cagliari 1,033 (2,033), Civitavecchia 1,015 (2,015), Genova 0,922 (1,922), Gioia Tauro 0,956 (1,956), La Spezia 0,994 (1,994), Livorno 1,008 (2,008), Massa 0,999 (1,999), Napoli 1,040 (2,040), Olbia 1,025 (2,025), Salerno 1,020 (2,020), Savona 0,922 (1,922), Taranto 1,024 (2,024), Trieste 0,980 (1,980), Venezia 1,064 (2,064).
 
Le responsabilità sono ben definite e gli esperti dell’Enea le hanno messe in evidenza: “il livello del mar Mediterraneo si sta innalzando velocemente a causa del riscaldamento globale. Entro il 2100 migliaia di chilometri quadrati”, oltre 5.600 km quadrati e più di 385 km di costa, “di aree costiere italiane rischiano di essere sommerse dal mare, in assenza di interventi di mitigazione e adattamento”.
 
Iniziative da attuare in tempi rapidi per evitare che accada il peggio. Secondo l’Enea, il “fenomeno dell’innalzamento del mare riguarda praticamente tutte le regioni italiane bagnate dal mare, per un totale di 40 aree costiere”.
Il processo, infatti, coinvolge non soltanto i porti, ma anche importanti zone turistiche dell’Isola che potrebbero finire letteralmente sepolte dal mare. L’Enea, in particolare, ha segnalato per la Sicilia i siti di Granelli (Siracusa), Noto (Siracusa), Pantano Logarini (Ragusa) e le aree di Trapani e Marsala.

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