Protesta del latte, malcontento si allarga in Sicilia - QdS

Protesta del latte, malcontento si allarga in Sicilia

Michele Giuliano

Protesta del latte, malcontento si allarga in Sicilia

giovedì 21 Febbraio 2019

Positivo il vertice tenuto alla Regione, il governo si impegna a garantire misure per salvaguardare latte e carne. C’è un divario non più sostenibile tra costi e ricavi, il prezzo della materia prima è ai minimi storici, arrivato a 64-65 centesimi al litro

PALERMO – “È stato un confronto positivo, abbiamo ricevuto rassicurazioni e piena disponibilità da parte della Regione sui temi da noi sollevati. Ora aspettiamo che dalle parole si passi ai fatti”. Lo ha detto Salvatore Nasello, vicepresidente della Cia Sicilia Occidentale dopo l’incontro a Palazzo d’Orleans con il presidente della Regione Nello Musumeci e l’assessore all’Agricoltura Edy Bandiera. Incontro che è durato un paio di ore e che era stato convocato proprio da Musumeci visto il dilagare della protesta di pastori e allevatori. Nasello, in rappresentanza del comparto zootecnico della Cia Sicilia, ha portato sul tavolo i principali problemi sollevati dall’organizzazione nelle ultime settimane.
 
A cominciare dalla richiesta di istituire un tavolo tecnico permanente tra Regione e associazioni di categoria per affrontare le principali emergenze, come lo sblocco dei bandi per le indennità compensative e per il biologico. “Musumeci – ha detto Nasello – ha accolto la nostra richiesta di un confronto continuo con gli assessorati all’Agricoltura e alla Sanità e ci ha garantito ulteriori sforzi per salvaguardare non solo latte e carne ma anche tutta la produzione agricola siciliana. Ci ha promesso che il bando per la misura 4.1, a sostegno degli investimenti in azienda, sarà più snello e rivolto soprattutto alle piccole imprese che fino ad ora erano rimaste escluse, confermando il tetto di 500 mila euro a progetto. Ci ha anche prospettato un nuovo bando per le misure a superficie, che sblocchi le indennità compensative. Restiamo però col fiato sospeso sul comparto biologico. Abbiamo anche chiesto maggiore tutela contro la concorrenza sleale che affossa le nostre produzioni e maggiore attenzione sulla piaga della massiccia e incontrollata diffusione dei suidi che, oltre ai danni arrecati alle coltivazioni, sono un pericolo sanitario per i nostri capi di bestiame. E’ importante intervenire su questo problema anche a tutela della salute dei consumatori”.
 
“Registriamo con favore – aggiunge Antonino Cossentino, presidente della Cia Sicilia Occidentale – il fatto che i vertici regionali ci abbiano aperto le porte dopo la nostra richiesta di un confronto sui principali problemi che stanno affliggendo migliaia di piccole e medie imprese agricole dell’isola. Speriamo che da questo incontro possa nascere subito un percorso concreto di soluzioni: mancano poco meno di due anni alla chiusura del Piano di sviluppo rurale e non sono molte le risorse a disposizione. Risorse che bisogna spendere invertendo la rotta che si è tenuta fino ad ora che si è lasciata dietro una scia di malcontento”.
 
C’è un divario non più sostenibile tra costi e ricavi, il prezzo del latte è ai minimi storici, arrivato a 64-65 centesimi al litro. Altro limite non indifferente, una rete viaria in condizioni disastrose su tutto il territorio isolano, che costringe i produttori a mantenere il prezzo basso per non far scappare gli acquirenti che devono affrontare un calvario per venire a prendersi il latte e il trasporto è a carico di chi compra. Presi dalla disperazione, anche nell’isola si sono cominciati a versare litri e litri di latte sulle strade. Sono oltre 2 mila quelli dei 600 allevatori della provincia di Enna che hanno manifestato nei pressi dell’Outlet Sicilia Village, nell’area industriale del Dittaino.
 
Stessa scena poi a Poggioreale, nel trapanese: “Il latte viene comprato a 60 centesimi al litro se bovino, mentre per quello ovino si scende a 44 centesimi – dichiara un giovane allevatore della provincia trapanese -. Sono prezzi che spesso non consentono nemmeno di recuperare le spese affrontate. Il motivo? Gli acquirenti fanno cartello”.

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