L'emergenza che "respiriamo" ogni giorno: da Palermo a Siracusa, l'aria è avvelenata - QdS

L’emergenza che “respiriamo” ogni giorno: da Palermo a Siracusa, l’aria è avvelenata

Rosario Battiato

L’emergenza che “respiriamo” ogni giorno: da Palermo a Siracusa, l’aria è avvelenata

sabato 23 Febbraio 2019

Monitoraggio Legambiente nel Capoluogo ha registrato diversi sforamenti dei limiti per le polveri sottili. Nel Polo petrolchimico aretuseo sequestrati quattro impianti sotto accusa per inquinamento

PALERMO – L’inquinamento dell’aria fa ancora paura in Sicilia. Da Palermo a Siracusa, per ragioni differenti eppure strettamente correlate al peso rivestito dalle emissioni inquinanti, gli allarmi si sono moltiplicati nei giorni scorsi. E sebbene i dati siano generalmente in fase di miglioramento e il Piano dell’aria abbia predisposto delle misure di risanamento, restano ancora abbastanza complicate le criticità da risolvere.
 
A mettere in evidenza il ritardo registrato nel miglioramento dell’aria sul fronte cittadino, ci ha pensato il Treno Verde, la campagna di Legambiente e del Gruppo Ferrovie dello stato italiane. A Palermo, in particolare, i picchi di smog registrati destano preoccupazione tra gli addetti ai lavori, anche se in linea di massima i valori di polveri sottili restano contenuti nei limiti stabiliti dalla normativa che fissa un valore limite annuale per la protezione della salute umana di 40 μg/mc e un valore Limite (VL) giornaliero per la protezione della salute umana di 50 μg/mc da non superare più di 35 volte/anno. C’è ancora da lavorare per potenziare quelle politiche di mobilità sostenibile, dedicate ad esempio alla disincentivazione nell’utilizzo dell’auto e alla promozione dei mezzi di trasporto collettivi.
 
Andando nel dettaglio, il monitoraggio è stato realizzato nelle giornate del 15 e 16 gennaio scorso in otto punti considerati “critici” della città di Palermo. In queste zone sono state portate avanti misurazioni hot spot di un’ora delle polveri sottili (Pm10), con particolare attenzione ai picchi di inquinanti registrati. L’aria più pericolosa si è registrata all’entrata del porto su via Francesco Crispi, dove i valori di polveri sottili (Pm10) registrati sono stati di 59,4g/mc mentre i picchi più elevati, raggiunti per qualche minuto, hanno toccato i 143g/mc. In altri momenti i valori sono arrivati anche intorno ai 120 g/mc.


Più contenuti i risultati rilevati nelle altre zone: su via Maqueda la media oraria è stata di 17,1g/mc (si tratta di un’area pedonale) mentre nell’area di Cala di fronte al porticciolo la media è stata di 21,3g/mc. Al Ponte Giafar si è arrivati a 29,5g/mc, mentre qualche perplessità ha destato la media oraria dell’Istituto magistrale Finocchiaro che è stata di 39,1g/mc, con un picco che ha raggiunto i 60g/mc tra le 8:00 e le 8:05, quindi nella fascia oraria dell’entrata a scuola degli studenti. Nella zona del Tribunale in piazza Vittorio Emanuale Orlando invece la media è stata di 26,4g/mc, con un picco di 51g/mc in almeno quattro occasioni durante l’ora serale di campionamento (tra le 19:00 e le 20:00). Infine in piazza Indipendenza è stata registrata una media di 11,7g/mc e di fronte la Stazione Centrale di 9,9g/mc.
 
A sottolineare la cattiva mobilità cittadina è stato un altro monitoraggio svolto parallelamente dall’associazione del cigno e dedicato all’utilizzo del mezzo privato, problema apparentemente insormontabile per i siciliani (quasi 7 su 10 vanno a scuola o a lavoro con la propria auto, dati Istat). La rilevazione, durata 2 ore ciascuno per tre punti della città, ha permesso di contare in media il passaggio di una bici ogni 92 automobili (con punte in corso Alberto Amedeo di una bici ogni 157 automobili) e di un autobus ogni 175 auto (si arriva ad un autobus ogni 570 automobili in via Emerico Amari). Considerando la totalità dei tre punti osservati, in un minuto, sono state conteggiate oltre 122 automobili, poco più di una bici (1,3) e meno di un autobus (0,7).
 
L’aria non sembra migliore nella zona aretusea, dove, giovedì scorso, il gip del Tribunale di Siracusa ha disposto il sequestro degli stabilimenti Versalis di Priolo e Sasol di Augusta, e dei depuratori Tas di Priolo Servizi di Melilli e Ias di Priolo Gargallo (leggi di più). Si prevede la continuità di esercizio degli impianti, previa disponibilità dei gestori a produrre, entro 90 giorni, un programma per ricondurre nei limiti le emissioni in atmosfera. L’operazione si chiama “No fly”, coordinata dalla procura di Siracusa e condotta da carabinieri e Guardia di finanza, con il Noe di Catania e il Nictas dell’Azienda sanitaria provinciale, ha visto indagate 19 persone che hanno rivestito incarichi di responsabilità nelle aziende tra gennaio 2014 e giugno 2016 ai quali sono contestati reati ambientali, responsabilità amministrativa degli enti ed emissione in luoghi pubblici di sostanze idonee a creare molestie.

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