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Catania – Un innovativo museo della Scienza nella “Città” semi sconosciuta

Desiree Miranda

Catania – Un innovativo museo della Scienza nella “Città” semi sconosciuta

sabato 23 Febbraio 2019

Ad oggi il palazzetto di viale Libertà funziona solo una tantum. La delegata Copani: “Oggi ha attrezzature di quindici anni fa, ma c’è un piano triennale di investimenti”

CATANIA – La Città della Scienza di viale Libertà funziona solo una tantum e solo grazie alle forze del personale docente e studente, eppure è l’unico centro scientifico in provincia. Una caratteristica che l’accompagna già dalla sua creazione tra ritardi e aperture a singhiozzo anche se adesso c’è un piano per il recupero della sua fruizione continua.
 
La struttura è situata in una vecchia raffineria di zolfo ed è composta da un museo scientifico interattivo composto da cinque sezioni definite “isole” e un’area espositiva distribuita lungo un corridoio sospeso, un’auditorium, alcuni laboratori e un’area ristoro, ma come dice la professoressa Agata Copani, delegato del rettore per la Città della scienza, “abbiamo fatto diverse attività a spot, su date concordate”.
 
 
 
Il problema è soprattutto la mancanza di personale museale specializzato, veri e propri ricercatori che possano spiegare quanto è esposto. Una necessità secondo l’Università dato che “la Città della Scienza è nata con una impostazione tipica dei musei scientifici in cui gli operatori avrebbero dovuto occuparsi dei laboratori per i ragazzi in età scolare”, dice Copani.
 
Attualmente, dunque, viene aperta solo in occasioni precise e concordate, ma c’è un piano triennale per rimetterla in funzione come dovrebbe. Nessuna nuova assunzione però, all’orizzonte, almeno nel breve periodo. “Ci sono vari modi per far fruire la Città della città senza per questo far assumere all’Ateneo il carico dell’assunzione di personale che l’ateneo non si può permettere per tante situazioni che non riguardano semplicemente la cassa, ma anche le norme perché siamo all’interno di un piano di stabilizzazione del personale”, afferma Agata Copani.
 
Senza l’aiuto e la professionalità di operatori presenti in loco in modo permanente, è allo studio una soluzione alternativa: la tecnologia. “Il direttore generale, d’accordo con il rettore, ha pensato a un piano di investimenti che consenta di ammodernare l’allestimento della struttura e mettere il pubblico in condizione di poterne fruire in assenza di operatori. Per esempio, in questo momento abbiamo una galleria che espone molti pezzi di collezioni scientifiche, nonché antichi strumenti di fisica, ma in assenza di una guida sono di difficile comprensione. L’idea quindi è quella di allestire la struttura con dei touch screen o altra tecnologia che possa permettere la fruizione in autonomia. Ammoderneremo tutte le isole anche l’area di robotica e quella di biologia dotandola di stazione di microscopia virtuale”.
 
Un riallestimento necessario sia a rendere fruibili i laboratori, ma anche per rendere competitivo lo Science center. “Ha attrezzature di 15 anni fa e i Science Center di oggi sono molto più avanzati del nostro”, aggiunge Copani. L’ammodernamento durerà circa tre anni e richiederà diverse centinaia di migliaia di euro per il quale saranno utilizzati fondi di funzionamento dell’ateneo.
 
In attesa di una fruizione completa – cosa che permetterà anche l’attivazione di uno sbigliettamento che farebbe molto comodo all’università – la fruizione proseguirà una tantum.

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