In arrivo le lettere di compliance dell'Agenzia delle Entrate - QdS

In arrivo le lettere di compliance dell’Agenzia delle Entrate

Salvatore Forastieri

In arrivo le lettere di compliance dell’Agenzia delle Entrate

mercoledì 27 Febbraio 2019

Provvedimento 37776/2019: il Fisco segnala presunte irregolarità, sollecitandone la regolarizzazione. Circa un milione e settecentomila segnalazioni da cui si attende gettito di un miliardo e mezzo. Il ravvedimento operoso può essere attuato anche quando siano iniziati accessi, ispezioni, verifiche

ROMA – L’articolo 1, comma 636, della legge 23 dicembre 2014 n. 190 prevede che con provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate siano messi a disposizione del contribuente, anche mediante l’utilizzo di strumenti informatici, informazioni riguardanti i redditi non dichiarati.
 
Ciò al fine di metterlo in condizione di porre rimedio agli eventuali errori ed omissioni, con la riduzione delle sanzioni mediante l’istituto del ravvedimento operoso di cui all’articolo 13 del decreto legislativo 18 dicembre 1997, n. 472.
 
Un istituto, quello del ravvedimento operoso, che, è opportuno ricordarlo, può essere posto in essere anche quando la violazione sia già stata constatata ovvero che siano iniziati accessi, ispezioni, verifiche o altre attività amministrative di controllo, salvo la formale notifica di un atto di liquidazione, di irrogazione delle sanzioni o, in generale, di accertamento o il ricevimento delle comunicazioni di irregolarità di cui agli articoli 36-bis e 36-ter del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600 e 54-bis del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633.
 
In forza della cennata disposizione legislativa, il Direttore dell’Agenzia delle Entrate ha emanato il previsto provvedimento, n. 37776/2019 del 15 febbraio 2019, nel quale vengono indicate le ipotesi reddituali che formano oggetto delle segnalazione di cui si parla, sollecitandone la regolarizzazione ed indicando, nel contempo, le modalità con le quali i contribuenti possono comunicare all’Agenzia delle Entrate eventuali elementi, fatti e circostanze dalla stessa non conosciuti e quindi tali da giustificare la presunta irregolarità.
 
Sono in arrivo, quindi, circa un milione e settecentomila segnalazioni da cui il Fisco attende un gettito di un miliardo e mezzo di Euro.
 
I redditi per i quali può essere mossa la contestazione da parte dell’Agenzia delle Entrate sono quasi tutti i redditi previsto dal Tuit (Redditi di fabbricati, compresi quelli in “cedolare secca”, redditi di lavoro dipendente, redditi di partecipazione, redditi diversi, redditi di lavoro autonomo abituale e professionale, ecc.).
 
La segnalazione viene inviata tramite Pec (all’indirizzo risultante dall’Indice Nazionale degli Indirizzi di Posta Elettronica Certificata istituito presso il Ministero dello Sviluppo Economico) ed, in mancanza della Pec, tramite posta ordinaria.
 
Qualora il contribuente ritenesse di avere effettivamente omesso di dichiarare alcuni dei redditi “segnalati” dall’Agenzia, ha la possibilità di presentare una dichiarazione integrativa (articolo 2, comma 8, D:P.R. 322/1988), versando il tributo dovuto insieme agli interessi ed alle sanzioni in misura ridotta.

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