Apertura di nuove Partite Iva, il 2018 anno nero per la Sicilia - QdS

Apertura di nuove Partite Iva, il 2018 anno nero per la Sicilia

Patrizia Penna

Apertura di nuove Partite Iva, il 2018 anno nero per la Sicilia

giovedì 28 Febbraio 2019

Analisi dell’Ancot, Associazione nazionale consulenti tributari, su dati del Mef. Bene solo le province di Caltanissetta (2.219, +5,19%) e Palermo (9.102, +2,13%)

ROMA – Nel corso del 2018 sono state 512.756 le aperture di nuove partite Iva in Italia, sostanzialmente in linea con il dato del precedente anno (-0,50%).
L’analisi effettuata dall’Ancot, associazione nazionale consulenti tributari su dati del ministero delle Finanze evidenzia un andamento variegato nelle diverse province italiane.
 
Per quanto riguarda le province siciliane, spicca la performance di Caltanissetta con 2.219 nuove aperture (+5,19). La provincia nissena si colloca al sesto posto della classifica nazionale delle province italiane che hanno registrato i maggiori incrementi. In cima a questa classifica c’è Mantova che ha registrato l’incremento maggiore di richieste di nuove partite Iva pari a 13,84%, rispetto al precedente anno, mentre in valori assoluti sono state pari a 3.365.
 
Al secondo posto della graduatoria figura proprio Benevento, con 3.061 nuove aperture pari a +8,01% rispetto al 2017, seguita da Pescara con 3.537 nuove aperture (+6,63%) ; Chieti 3.561 (+6,43%); Cagliari 3.893 (+5,70%) e poi, per l’appunto, Caltanissetta.
Se siprendono in esame le nuove aperture di Partite Iva in valore assoluto, spicca invece la provincia di Palermo con 9.102 aperture (+2,13%)
 
Segno negativo, invece, per Catania con 9.364 nuove aperture, in calo dell’1,25% rispetto al 2017.
Male anche Enna 1.150 (-4,64%), Messina 4.809 (-9,04%), Agrigento 3.572 (-5,60%), Ragusa 2.651(- 9,27%),Trapani 3.646 (-10,31%); Siracusa 3.197 (-4,28%)
 
 
Se prendiamo in esame l’intera Penisola, le province dove si è registrato un decremento, rispetto al 2017, delle Partite Iva sono state in ordine crescente: Reggio Emilia 4.176 (-0,07%); Monza E Brianza 6.241 (-0,08%); Roma 45.634 (-0,09%); Imperia 1.989 (-0,10%); Teramo 2.811 (-0,25%); Sondrio 1.140 (-0,26%); Latina 5.196 (-0,33%); Lecco 2.110 (-0,38%); Trento 4.108 (-0,44%); Venezia 6.002 (-0,56%); Vibo Valentia 1.402 (-0,57%); Treviso 6.781 (-0,59%); Napoli 26.824 (-0,68%); Firenze 9.225 (-0,70%); Viterbo 3.233 (-1,04%); Brescia 9.240 (-1,06%); Foggia 5.422 (-1,11%); Pavia 4.115 (-1,13%); Gorizia 871 (-1,14%); Rimini 3.178 (-1,18%); Salerno 10.479 (-1,28%); Avellino 4.057 (-1,46%); Crotone 1.633 (-1,63%); Bergamo 7.501 (-1,65%); Genova 6.807 (-1,77%); Siena 2.164 (-1,81%); La Spezia 1.856 (-1,90%); Ravenna 2.662 (-2,02%); Oristano 1.063 (-2,03%); Bari 10.163 (-2,10%); Parma 3.553 (-2,28%).
 
E ancora: Torino 18.757 (-2,56%); Lucca 3.374 (-2,68%); Pesaro E Urbino 2.787 (-3,03%); Arezzo 2.921 (-3,41%); Sassari 4.359 (-3,60%); Barletta-Andria-Trani 3.028 (-3,66%); Massa Carrara 1.709 (-3,88%); Verbano-Cusio-Ossola 1.053 (-3,92%); Savona 2.303 (-3,96%); Ancona 3.551 (-4,10%); Vercelli 1.143 (-4,27%);; Nuoro 2.084 (-4,45%); ; Aosta 1.066 (-4,91%); Fermo 1.600 (-4,93%); Asti 1.761 (-4,96%); Frosinone 4.489 (-5,05%); Rovigo 1.639 (-5,37%); ; Matera 1.614 (-5,94%); Perugia 5.565 (-5,98%); Prato 2.766 (-6,55%); Isernia 878 (-6,99%); Potenza 2.943 (-7,25%); Ascoli Piceno 1.906 (-7,57%); Biella 1.110 (-8,49%); Terni 1.870 (-8,78%); ; Rieti 1.457 (-9,11%); ; Belluno 1.287 (-9,49%); L’Aquila 2.591 (-10,41%) e Macerata 2.786 (-12,77%).
“Analizzando la ripartizione territoriale emerge chiaramente il divario tra le diverse realtà del Paese”, ha detto Arvedo Marinelli presidente Nazionale dell’Ancot. “Circa il 43% delle nuove aperture è localizzato al Nord, il 22,1% al Centro e il 34,6% al Sud ed Isole’’.
 
“Il confronto tra il 2018 e il 2017 mette in evidenza -ha detto Celestino Bottoni vice presidente Ancot- che i maggiori incrementi di avviamenti si sono registrati in Lombardia (+2,1%), in provincia di Bolzano (+2%) e in Calabria (+1,8%). Le flessioni più significative riguardano, invece, la Basilicata (-6,8%), l’Umbria (-6,7%) e le Marche (-6,6%)”.
 
“Sono aumentati nel corso del 2018 – ha detto Annamaria Longo segretario nazionale Ancot- coloro che hanno aderito al regime forfetario, anziché al regime fiscale ordinario e l’incremento è stato pari al 6% in confronto al 2017. Tali adesioni rappresentano il 38,1% del totale delle nuove aperture di partita Iva”.

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