Mafia: confiscati i beni del boss Daniele Nizza - QdS

Mafia: confiscati i beni del boss Daniele Nizza

Pietro Crisafulli

Mafia: confiscati i beni del boss Daniele Nizza

giovedì 28 Febbraio 2019

Operazione della Dia a Catania contro uno dei fratelli a capo dell'omonimo clan che gestiva il traffico di droga nei quartieri popolari di Catania guadagnando fino a ottantamila euro al giorno e investendo anche in beni immobiliari come quelli confiscati, per un milione e mezzo di euro

Personale della Direzione investigativa antimafia (Dia) di Catania, diretta dal primo dirigente della Polizia di Stato Renato Panvino, ha confiscato beni riconducibili a Daniele Nizza, di 42 anni, esponente di spicco dell’omonimo clan.
 
Il provvedimento è stato emesso dalla sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Catania su proposta della locale Direzione distrettuale antimafia (Dda), diretta dal procuratore Carmelo Zuccaro.
 
Il valore dei beni confiscati – sei unità immobiliari a Catania e due motoveicoli – è stato complessivamente stimato 1.500.000 euro.
 
Daniele Nizza, con i fratelli Salvatore, di 47 anni, Andrea Luca, di 33, Giovanni, di 46, e Fabrizio, di 44, quest’ultimo collaboratore di giustizia, ha numerose condanne in primo e secondo grado di giudizio per estorsione, associazione mafiosa, traffico di sostanze stupefacenti, violazioni alla normativa in materia di armi e omicidio.
 
Nei confronti di Salvatore e Andrea Luca Nizza erano stati già eseguiti dalla Dia il 24 dicembre dello scorso anno analoghi provvedimenti, emessi sempre dal Tribunale di Catania – Sezione Misure di Prevenzione su proposta di applicazione di misura di prevenzione personale e patrimoniale avanzata da questa Procura distrettuale – che avevano disposto la confisca dei rispettivi patrimoni per un valore complessivo di circa 2,3 milioni di euro.
 
I fratelli Nizza appartengono all’omonimo gruppo criminale che viene indicato come una articolazione della famiglia di Cosa nostra catanese Santapaola-Ercolano che opera principalmente nel quartiere Librino.
 
Con il decreto di confisca dei beni è stata inoltre applicata a Daniele Nizza per quattro anni la misura di prevenzione della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel comune di residenza.
 
L’uomo ha anche l’obbligo di presentazione due volte alla settimana all’autorità di Pubblica Sicurezza nei giorni ed orari indicati, con il versamento, a titolo di cauzione, di 3.000 euro da versare entro 90 giorni dall’esecuzione del provvedimento di confisca.
 
Daniele Nizza è stato indicato nei processi in corso come uno degli uomini di spicco di Cosa nostra a Catania, a capo di un gruppo anche militarmente organizzato che venne smantellato nel 2014 nell’operazione Ghost condotta dalla Squadra Mobile della Questura di Catania.
 
Successivamente, in varie operazioni dal gennaio del 2015 fino al luglio del 2016 – scaturite anche dalle dichiarazioni del pentito Davide Seminara -, le forze dell’ordine hanno arrestato per associazione mafiosa, omicidio, traffico di stupefacenti, estorsione, porto e detenzione illegale di armi – centinaia, compresi kalashnikov -, una sessantina di presunti appartenenti al clan.
 
Grazie anche alle rivelazioni di altri collaboratori di giustizia è stato ricostruito l’organigramma del clan affiliato a quello dei Santapaola, che è capeggiato dai fratelli Fabrizio e Daniele Nizza, e retto da Andrea Nizza.
 
L’organizzazione criminale era ramificata oltre che nel quartiere di Librino, anche a San Giovanni Galermo e San Cristoforo, dove il clan gestiva traffico e spaccio di stupefanenti.
 
I cospicui profitti avevano permesso negli anni ai Nizza di reclutare e retribuire centinaia di affiliati e di acquistare ingenti quantitativi di droga da immettere sul mercato catanese.
 
Il denaro in contante – circa ottantamila euro al giorno – veniva riutilizzato per investimenti economici e finanziari.
 
Anche e soprattutto in beni immobiliari, come quelli che sono stati confiscati oggi.

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