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Siracusa – Voto di scambio, tre anni a ex sindaco di Priolo Gargallo

Siracusa – Voto di scambio, tre anni a ex sindaco di Priolo Gargallo

sabato 02 Marzo 2019

L’ex sindaco di Priolo Gargallo, Antonello Rizza, è stato condannato a tre anni di reclusione e all’interdizione temporanea dai pubblici uffici per cinque anni

SIRACUSA – L’ex sindaco di Priolo Gargallo, Antonello Rizza, è stato condannato a tre anni di reclusione e all’interdizione temporanea dai pubblici uffici per cinque anni per alcuni episodi di voto di scambio e due episodi di abuso d’ufficio nel processo scaturito dall’operazione di polizia denominata “Qualunquemente” che vedeva alla sbarra 16 imputati accusati a vario titolo di concussione, voto di scambio, abuso d’ufficio.
 
Il pm Margherita Brianese aveva chiesto la condanna a 15 anni, ma il Tribunale, presidente Antonella Coniglio, ha assolto l’ex primo cittadino, difeso dai legali Tommaso Tamburino e Domenico Mignosa, dalle quattro ipotesi di concussione e dall’ipotesi di associazione a delinquere finalizzata al voto di scambio. “Quello che abbiamo sostenuto è stato condiviso in gran parte da un Tribunale coraggioso. Contiamo di ottenere ulteriori assoluzioni nel giudizio d’appello – ha commentato l’avvocato Tamburino -. Un’ulteriore soddisfazione proviene dalla circostanza che il Tribunale ha ritenuto del tutto legittima l’elezione a sindaco di Rizza perché non riconoscendo alcun risarcimento alle parti civili Toppi e Pasqua ha ritenuto che non vi sia stata alterazione del risultato elettorale”.
 
Il Tribunale ha condannato Beniamino Scarinci a un anno e 11 mesi di reclusione; Giuseppe Pinnisi a 5 mesi di reclusione; Flora Iacona a 1 anno, 11 mesi e 15 giorni; Lucia Grasso a un anno, due mesi 15 giorni; Paola Scalogna a 4 mesi e 15 giorni; Carlo Auteri a un anno, 2 mesi e 80 euro di multa; Giuseppa Arcidiacono a 8 mesi; Sebastiano Mazzone a 8 mesi e 10 giorni; Marco Angelino a 8 mesi e 20 euro di multa.
 
Assolti perché il fatto non costituisce reato Giuseppe Italia, Nunziata Bifumo, Angelo Bosco e Salvatore Passarello; e Concetta Caccamo e Angelo Palumbo per non aver commesso il fatto.

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