Attuazione dello Statuto e federalismo fiscale - QdS

Attuazione dello Statuto e federalismo fiscale

Raffaella Pessina

Attuazione dello Statuto e federalismo fiscale

martedì 16 Febbraio 2010

Forum con Rudi Maira, Capogruppo Udc all’Ars

Il trattamento economico dei deputati regionali e di tutta la struttura del parlamento siciliano è equiparato a quello del senato in base ad una vecchia legge. n. 44 del ’65. Siete favorevoli ad eliminare l’equiparazione?
“E’ certamente un’equiparazione che testimonia l’importanza del nostro parlamento regionale. Va ricordato che la Sicilia ha il merito storico di avere avuto il primo parlamento del continente europeo. Non so se l’equiparazione possa essere eliminata né tanto meno se abbia un senso, ma sono convinto che, invece, sia utile una riforma che metta in evidenza le prerogative statutarie a cui non viene data ahimè piena applicazione. Penso ad esempio agli articoli 37 e 38 del nostro Statuto che costruiscono il vero germe del federalismo fiscale, ben distante da quello in “salsa leghista” che penalizza le regioni del Mezzogiorno e per il quale il no dell’Udc è stato l’unico nel Parlamento nazionale”.
Barbagallo (Pd) ha proposto la riduzione da 90 a 70 deputati parlamentari. Cosa ne pensa ?
“La riduzione che propone Barbagallo temo sia quella di un Ddl spot che non potrà mai essere legge. Sono favorevole ad una rivisitazione dei poteri che regolano i rapporti tra Governo e Parlamento siciliani. In questi mesi si è molto parlato del ribaltone operato dal presidente Raffaele Lombardo; ed a questo atto che stravolge il voto popolare si oppone il tentativo di far una legge costituzionale che separa il destino del capo del Governo da quello dell’Ars. Temo però che l’elezione a suffragio universale non possa essere disarticolata da una simile legge, che a quel punto rischierebbe l’incostituzionalità. Sono, comunque, d’accordo a prevedere, anche con legge regionale ordinaria ed elettorale, una norma antiribaltone che vincoli il cambio di maggioranza da parte del presidente ad un voto di fiducia dell’Ars. A quel punto non troveremmo più partiti come il Pd che si nascondano dietro il dito per giustificare il proprio appoggio ad un governo che non è stato scelto dai Siciliani. Senza la fiducia il governatore andrebbe a casa e l’Ars potrebbe eleggere un nuovo presidente della Regione fino alla naturale scadenza che abbia l’obbligo di mantenere intatta la coalizione di partiti scelta dal popolo”.
In questo periodo l’Udc ha presentato diverse proposte sulla composizione degli enti locali, sui compensi e sulla consecutività dei mandati. Qual è la linea l’Udc vuole adottare sia a livello regionale che nazionale e inoltre, è favorevole a misure di contenimento della spesa?
“Un nostro Ddl ha dato la stura a nuove norme per gli Enti locali. E’ necessaria una revisione delle norme elettorali datate. La legge che ha introdotto l’elezione diretta del sindaco e del presidente della Provincia risale a 15 anni fa. È tempo di eliminare alcune storture rispetto alle rappresentanza popolare. Noi proponiamo di eliminare l’incompatibilità tra la carica di assessore e quella di Consigliere comunale. Riteniamo giusto che i sindaci dei piccoli comuni siano sempre rieleggibili senza il vincolo dei due mandati consecutivi. Riteniamo giusto ripristinare il vecchio numero di assessori senza incidere nella spesa standard attuale. Mantenere il costo di oggi ripartendo l’impegno finanziario per un numero maggiore di assessori. So che il Pd propone la doppia scheda per l’elezione del Consiglio comunale e del sindaco: non faremo certo le barricate. Valga comunque il principio della governabilità legata ad un premio di maggioranza. Ma la proposta del Pd dovrebbe garantire maggiori poteri alle assemblee municipali rispetto alla possibilità di sfiduciare il Sindaco”.
Lombardo ter: un suo pensiero.
“Credo che oggi le maggiori difficoltà riscontrate nell’Amministrazione regionale siano legate alla spesa dei fondi comunitari. La Sicilia e il Governo regionale annaspano perché risentono della pesante crisi politica in cui li ha trascinati la politica miope del presidente Lombardo”.
 


Partecipazione alle riforme “giuste” all’Ars e Piano casa per il rilancio del comparto edilizio

Quali sono le riforme che sosterrete all’Assemblea regionale siciliana?
“Il nostro partito si intesterà le battaglie per le giuste riforme, quelle possibili. Fin qui abbiamo risposto sempre sì alle leggi che hanno rivisitato la sanità, la burocrazia regionale, il credito d’imposta, le professioni sanitarie etc. Siamo stati protagonisti, in parlamento, con la nostra delegazione di deputati nel proporre ddl di riforma in vari settori. Pippo Gianni, ad esempio, è stato il fautore della legge sugli aiuti alle imprese che sta dando buoni risultati, nonostante i ritardi nella sua applicazione da parte dell’attuale Governo. Nino Dina ha fatto approvare un suo ddl sulle professioni sanitarie che il comparto aspettava da tempo. Toto Cordaro e Fausto Fagone si sono intestati una battaglia per il riconoscimento dei diritti all’occupazione stabile per tanti precari della nostra Regione. Tutto ciò l’abbiamo fatto cercando la più ampia condivisione del parlamento siciliano. E i risultati sono arrivati con il varo di buone leggi. Personalmente, ma devo dire anche con l’apporto del collega Toto Cintola, abbiamo presentato in questi giorni molti emendamenti al legge sul Piano Casa: vogliamo sia una norma che aiuti le imprese che hanno realizzato capannoni e che attendono autorizzazioni in sanatoria, è necessaria anche la proroga per le cooperative edilizie che devono completare la realizzazione di nuovi alloggi, ma riteniamo pure che le famiglie con disabili nei nuclei debbano avere nuove possibilità per adeguare i propri immobili inserendo strutture demotiche”.

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