Ecco come ridurre il sale a tavola - QdS

Ecco come ridurre il sale a tavola

Serena Giovanna Grasso

Ecco come ridurre il sale a tavola

sabato 09 Marzo 2019

In corso la settimana per limitare l’uso di sale. L’Oms raccomanda un consumo massimo di 5 g al dì. Si consiglia di lavare e scolare le verdure in scatola per contenere l’assunzione

ROMA – Si conclude domenica la settimana mondiale per la riduzione del consumo alimentare di sale, avviata lo scorso 4 marzo. L’iniziativa, promossa dalla Wash (World action on salt and health), ha l’obiettivo di incoraggiare le aziende alimentari multinazionali a ridurre il sale nei loro prodotti e a sensibilizzare i Governi sulla necessità di una ampia strategia di popolazione per la riduzione del consumo alimentare di sale.
 
L’Organizzazione mondiale della sanità raccomanda un consumo massimo di 5 grammi al giorno, corrispondenti a circa 2 grammi di sodio al dì. La gran parte del sale che assumiamo (il 64%) proviene dai prodotti alimentari presenti sul mercato (in primo luogo pane e prodotti da forno, formaggi e salumi) o è naturalmente presente in alcuni alimenti.
 
Quindi, ridurre il sale risulta abbastanza complicato: si può agire direttamente limitando il consumo domestico (che rappresenta il 36% del totale). Ma un grande punto cardine è rappresentato dalla riduzione del contenuto di sale nei prodotti trasformati presso l’industria alimentare.
 
Relativamente al consumo domestico, è possibile usare erbe, spezie, aglio, succo di limone o aceto per aggiungere sapore al cibo, in sostituzione di sale e condimenti a base di sale (come salse, dadi o maionese). È consigliabile scolare e risciacquare verdure e legumi in scatola e preferire il consumo di verdura e frutta fresca. Naturalmente, è consigliata anche la progressiva limitazione diretta del consumo di sale a tavola: con il passare del tempo le papille gustative si abituano al nuovo sapore.
 
È bene leggere attentamente l’etichetta nutrizionale per scegliere, in ciascuna categoria, i prodotti a minore contenuto di sale e cercare i prodotti a basso contenuto di sale, cioè inferiore a 0,3 grammi per 100 grammi. Inoltre, è bene limitare il consumo di alimenti trasformati ricchi di sale (come snack salati e patatine in sacchetto).
 
In Italia, il consumo medio giornaliero di sale è risultato superiore a 10 grammi negli uomini e 8 grammi nelle donne nei campioni di popolazione relativi agli adulti: dunque, ben oltre rispetto ai livelli raccomandati dall’Oms. Anche tra i soggetti di età compresa tra 6 e 18 anni viene abbondantemente superato il range: 7,4 grammi di sale al giorno tra i ragazzi e 6,7 grammi tra le ragazze.
 
Un consumo eccessivo determina un aumento della pressione arteriosa, con conseguente aumento del rischio di insorgenza di gravi patologie cardio-cerebrovascolari correlate all’ipertensione arteriosa, quali infarto del miocardio e ictus cerebrale. Inoltre, l’introito di sale è stato associato anche ad altre malattie cronico-degenerative, quali tumori dell’apparato digerente, in particolare quelli dello stomaco, osteoporosi e malattie renali.
 
Dunque, per il raggiungimento dell’obiettivo è importante favorire la diffusione di messaggi di sensibilizzazione che coinvolgano l’intera comunità, dagli organi di governo ai singoli cittadini, passando attraverso i professionisti della salute, l’industria e il settore della ristorazione. Tutti i soggetti della filiera agro-alimentare (artigiani, piccole imprese, grande industria, catene di distribuzione) dovrebbero rafforzare le azioni volte a ridurre il contenuto di sale in eccesso nei prodotti in commercio.

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