Il Governo italiano contro 49 migranti - QdS

Il Governo italiano contro 49 migranti

redazione

Il Governo italiano contro 49 migranti

martedì 19 Marzo 2019

Tensioni per il voto di domani sulla Diciotti. La Mare Ionio vicina a Lampedusa e il sindaco dice "Vanno fatti sbarcare", rivelando "Nel 2018 arrivate tremila persone". L'ira di Salvini, "E' la nave dei centri sociali!" e convoca un tavolo permanente. Di Maio, "Non disobbedire alla Guardia costiera libica". Franceschini a Conte "Dimostri di essere il premier". Sbarcato un malato

Il giorno prima del voto del senato sulla vicenda Diciotti, si ripropone la questione con la nave Mare Ionio alla fonda a un miglio e mezzo da Lampedusa. E il capo della Lega Nord e ministro dell’Interno Matteo Salvini ha convocato un tavolo permanente al Viminale, costituito da esperti e Forze di Polizia, per valutare la situazione anche alla luce della direttiva che avrebbe emanato ieri sera.
 
L’aula della Camera, intanto, si è infiammata quando il deputato del Pd Dario Franceschini ha detto: "Il presidente del Consiglio dica subito su quello che sta accadendo al largo di Lampedusa, che avviene sulla pelle di esseri umani e espone l’Italia all’interesse del mondo. Il presidente Conte alzi il telefono e dia ordine di far sbarcare quei profughi. Dimostri di essere il capo del Governo e dica a quel vanitoso del suo ministro dell’Interno che non si gioca duro sulla pelle dei disgraziati, che la smetta di coprire con crudeltà la sua incapacità; gli dica di smettere di indossare divise per poi mortificare ogni giorno con ordini immorali chi quella divisa la indossa con dignità".
 
"Mi batto e mi batterò sempre – ha risposto Conte – perché la politica dell’immigrazione che regolazione e gestione dei flussi migratori sia affrontata in modo strutturale non emergenziale".
 
La nave Mare Ionio, battente bandiera italiana, appartiene al progetto Mediterranea e ieri ha soccorso 49 migranti, tra cui dodici minori, davanti alle coste libiche. Prima di fare rotta verso Lampedusa per le cattive condizioni del mare, Mediterranea aveva chiesto alle autorità italiane un "porto sicuro".
 
La Mare Ionio, che non ha l’autorizzazione allo sbarco, è circondata da tre motovedette, due della Guardia di Finanza e una della Guardia Costiera. Secondo quanto riferito da un giornalista di Repubblica, che si trova a bordo della nave, la Guardia di Finanza avrebbe vietato via radio l’ingresso nelle acque territoriali, anche sulla base di una direttiva del Viminale.
 
Per Salvini, infatti, "i porti erano e rimangono chiusi" sostenendo che questo è quel che vuole la maggioranza degli italiani anche se un recente sondaggio ha svelato che sono in realtà soltanto il 25%.
 
Il comandante della Mare Jonio avrebbe quindi trasgredito all’ordine impartito dalla Guardia di Finanza, che è poi salita a bordo per un’ispezione relativa alla documentazione di bordo. E ai finanzieri i volontari di Mediterranea hanno spiegato che non è stato dato seguito all’ordine di spegnere i motori in quanto la Mare Ionio si trovava nel pieno di una burrasca e, fermandosi, avrebbe messo a rischio la vita dei migranti e dell’equipaggio.
 
La Guardia Costiera successivamente ha autorizzato un punto di fonda a circa un miglio e mezzo dalla costa.
 
A bordo della nave, sempre secondo la testimonianza del cronista, vi sarebbe un clima di grande tensione.
 
I naufraghi, soccorsi su un gommone alla deriva, sarebbero spossati dalla traversata con mare Forza 7; uno di loro, che è stato sbarcato e accompagnato in un ambulatorio a Lampedusa, era in precarie condizioni di salute per una sospetta polmonite.
 
"La nave Mare Ionio è italiana – ha detto il sindaco di Lampedusa Totò Martelloe il nostro porto è aperto e pronto ad accoglierla. I migranti salvati in mare vanno fatti sbarcare, curati e rifocillati".
 
"Possono essere curati, vestiti, nutriti, gli possiamo dare ogni genere di conforto ma in Italia con il mio permesso non mettono piede" ha risposto Salvini, aggiungendo: "Questa non è stata un’operazione di salvataggio, questo è favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Questa è la nave dei centri sociali!".
 
"Salvini dice – ha ribattuto Martello – che i porti italiani sono chiusi. Ma qui da noi i migranti sono continuati a sbarcare e soltanto nel 2018 sono arrivate tremila persone. Se Lampedusa fa ancora parte dell’Italia, non è vero che i porti non sono aperti. E i rimpatri li facciamo ogni 48 ore, ma verso la Sicilia".
 
Quanto alla direttiva contro le ong annunciata ieri dal Viminale, Martello ha detto: "sono discorsi da terraferma, come si fa in mare, quando c’è maltempo e le persone stanno per annegare, a non soccorrere? Mica si può dire: ‘Vedi che c’è il decreto Salvini. Non ti aiuto’".
 
Il capo della Lega Nord però ha continuato a ripetere la sua curiosa teoria secondo la quale "meno gente parte e meno gente muore quindi chi favoreggia l’immigrazione clandestina ha sulla coscienza il rischio di ritrasformare il Mediterraneo in un cimitero a cielo aperto".
 
Trascurando come sempre il fatto che le organizzazioni umanitarie internazionali, a cominciare dall’Unchr delle Nazioni Unite, continuano a denunciare quanto avviene in Libia, ossia nel Paese in cui il Governo italiano vorrebbe rimandare i migranti.
 
Su una posizione almeno apparentemente più morbida l’altro vicepremier, Luigi Di Maio, che ha dichiarato: "Stiamo verificando le condizioni delle persone a bordo, perché i salvataggi e le vite umane sono la nostra priorità. Questa ong da quello che sembra, ancora una volta, non ha rispettato le regole. La novità è che batte bandiera italiana e questo può essere un modo per far rispettare meglio le regole".
 
Le persone se stanno male le fate sbarcare?, gli è stato chiesto, "ma per carità…", ha detto, senza rispondere.
 
Di Maio ha rimarcato il dover "rispettare le regole: questa è una ong italiana e non si può permettere di disobbedire alle regole della Guardia costiera libica che noi sosteniamo nelle operazioni di salvataggio".
 
Resta da stabilire quali siano queste regole e se non siano in contrasto con quelle internazionali alle quali l’Italia ha aderito. 
 
"In queste ore – ha concluso Di Maio – dobbiamo risolvere" la questione e "soprattutto abbiamo il potere, come Stato italiano, di agire sulla bandiera di questa nave".
 
La fretta di "risolvere", come detto all’inizio, riguarda probabilmente il fatto che domani il Senato vota sulla richiesta di autorizzazione a procedere per Salvini da parte del Tribunale dei Ministri di Catania.
 
Come si ricorderà la Giunta per le Autorizzazioni a procedere del Senato, presieduta da Maurizio Gasparri, aveva espresso parere sfavorevole all’autorizzazione a procedere. Determinanti erano stati i grillini che avevano seguito le indicazioni delle cinquantamila persone che avevano votato sulla Piattaforma Rousseau.
 
Proprio Gasparri ha messo in relazione le due cose affermando: "Come si fa a pensare che sia un caso l’iniziativa della nave Mare Jonio, con a bordo il noto esponente dei centri sociali Casarin, che va a caricare clandestini nel mezzo del Mediterraneo, proprio quando in Senato si deve discutere e votare sul caso Diciotti? Non crediamo alle coincidenze".
 
E a proposito di coincidenze, il senatore del Pd Andrea Marcucci, ha detto: "Cominceremo già da oggi una maratona di interventi sulla richiesta di autorizzazione a procedere per Salvini perché la vicenda Diciotti ha molte criticità, per come si è posta e sviluppata, per come sono stati indirizzati i voti del M5s".
 
"Riteniamo non casuale – ha aggiunto – la calendarizzazione decisa, di avere prima Salvini e dopo Toninelli. E lo spiegheremo in aula nel dibattito".

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