Palermo - "Nessuna escalation di violenza in città". Parla il procuratore Francesco Lo Voi - QdS

Palermo – “Nessuna escalation di violenza in città”. Parla il procuratore Francesco Lo Voi

Palermo – “Nessuna escalation di violenza in città”. Parla il procuratore Francesco Lo Voi

mercoledì 20 Marzo 2019

Nessuna connessione con la criminalità organizzata, contro cui però occorre tenere la guardia alta. Il procuratore Francesco Lo Voi, ha chiarito la propria posizione sul recente allarme sicurezza in città

PALERMO – “Non c’è nessuna ragione, nessun elemento che ci faccia pensare a un’escalation di violenza. Negli ultimi giorni si sono verificati gravi episodi di sangue, è vero, ma si tratta di fatti non collegati tra loro, accaduti in un lasso di tempo breve per una pura casualità”. Con queste parole il procuratore della Repubblica di Palermo, Francesco Lo Voi, ha chiarito la propria posizione sul recente allarme sicurezza in città.
 
Il riferimento è a quanto accaduto nel quartiere Pagliarelli, dove un pregiudicato, Francesco Manzella, è stato ammazzato con un colpo di pistola mentre era in auto (gli inquirenti ritengono quest’ultimo omicidio legato a contrasti per la gestione delle piazze di spaccio della zona); e al duplice omicidio avvenuto per mano di un pregiudicato, che nella zona dello Zen ha tolto la vita a ucciso due persone, Antonino e Giacomo Lupo, padre e figlio. In quest’ultimo caso, l’assassino, il quale si è costituito alla Polizia proprio in seguito al delitto, ha raccontato di avere agito per dissapori tra la sua famiglia e quella delle vittime.
 
“Non ci risulta per nessuno dei due episodi – ha sottolineato Lo Voi – un collegamento con ambiti mafiosi”.
 
Le parole del procuratore, però non vogliono abbassare l’attenzione sul tema della criminalità organizzata, che continua a esercitare una forte pressione su tutta la Sicilia occidentale. “Ci preoccupa – ha riferito – il rinnovato interesse di Cosa nostra per i traffici di droga e l’uso della richiesta sempre crescente di stupefacenti tra le persone”.
 
Un allarme, quello sulla mafia, lanciato anche in occasione della recente audizione tenutasi a Roma, in Commissione Antimafia. “Cosa nostra – ha detto Lo Voi ai deputati – non è forte come un tempo, ma continua a esserci. Non siamo più nel periodo in cui dovevamo affrontare stragi reiterate e ravvicinate, sono stati inferti colpi durissimi al punto tale che tutti i grandi capi di Cosa nostra sono stati arrestati e alcuni di loro hanno terminato i loro giorni in carcere, ma la mafia c’è e ha un potere di rigenerazione che non riguarda solo al Sicilia”.
 
Cosa nostra, come sottolineato da Lo Voi, “è rinnovamento e tradizione: le nuove leve ci tengono a far riferimento al passato, ci sono le personalità antiche che hanno superato anni di carcere senza mai un cedimento e quindi meritano rispetto. Le regole servono anche per gestire le nuove attività: per ciascun territorio è autorizzato a parlare solo il capo mandamento, iniziative singole di coloro che stanno sotto non sono consentite e saranno punite. Per questo abbiamo concentrato la nostra attività sui direttivi”.
 
Negli ultimi anni si è così registrato un significativo incremento d’interesse e operatività nel campo del traffico degli stupefacenti, un settore messo da parte fino a poco tempo fa, dopo che le pene per le estorsioni sono state innalzate, anche se quest’ultimo tipo di crimine continua a rappresentare una forma di controllo del territorio. Poi ci sono gli appalti e le infiltrazioni che avvengono anche grazie a funzionari della Pa, assessori o sindaci, laddove il settore pubblico è facilmente permeabile. “Tutto questo – ha concluso Lo Voi – avviene spesso attraverso l’utilizzo di facce pulite. Sono diverse centinaia i soggetti sottoposti a indagine per intestazione fittizia di beni. Il che significa due cose: ci sono svariate centinaia di persone che sono disponibili a entrare in contratto con coloro di cui conoscono la caratura mafiosa, oppure vi si offrono loro stessi; al tempo stesso abbiamo la presenza di soggetti sconosciuti che possono, grazie al fatto che sono incensurati, entrare in contatto con altre realtà: tra questi ci sono i pubblici amministratori, professionisti, avvocati, notai, direttori banca ed altri, che si presentano, tutti, con la faccia pulita”.

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