Maggior coinvolgimento per la scelta delle Zes - QdS

Maggior coinvolgimento per la scelta delle Zes

Desiree Miranda

Maggior coinvolgimento per la scelta delle Zes

giovedì 21 Marzo 2019

Strumento introdotto in Italia con il D.l. 91/2017 insieme alla misura per l’imprenditoria giovanile Resto al Sud. Una cabina di regia per la creazione di nuove Zone coordinata dal capo di gabinetto della Presidenza della Regione

CATANIA – Le Zes, Zone economiche speciali, sono aree stabilite per legge a cui sono dedicati benefici fiscali e semplificazioni amministrative al fine di agevolare lo sviluppo di imprese attuali e future. La più famosa al mondo è Dubai. Lo strumento è stato introdotto in Italia con il D.L. 91/2017, definito Decreto Sud, insieme alla misura per l’imprenditoria giovanile Resto al Sud.
In Sicilia è in corso la loro istituzione e per capire a che punto siamo e che direzione stanno prendendo ne abbiamo parlato con l’assessore alle attività produttive della Regione Siciliana, Mimmo Turano e con Ivo Blandina, delegato di Sicindustria per le Infrastrutture. 
 
Nel Forum pubblicato sul QdS del 23 febbraio (leggi qui), Antonello Biriaco, presidente di Confindustria Catania, aveva sottolineato come “le Zes sono fondamentali per lo sviluppo del territorio, dunque è necessario conoscere i tempi, i limiti e gli investimenti da fare al più presto”.
 
Ivo Blandina, delegato Sicindustria Infrastrutture
 
Qual è la linea di Sicindustria a proposito delle Zone economiche speciali?
“Le Zes rappresentano oggi l’ultima frontiera della riflessione sulle politiche istituzionali per lo sviluppo del Mezzogiorno e delle città metropolitane. Tale politica si concentra sui porti nei quali si intendono valorizzare gli insediamenti imprenditoriali e i progetti di investimento capaci di rendere trainanti i settori di punta dell’economia italiana e meridionale. Bisogna però prestare molta attenzione alle scelte che si fanno perché è molto alto il rischio di creare delle cattedrali nel deserto”.
 
Quali crede siano le zone territoriali che sarebbe utile includere tra le Zes e perché?
“La Regione siciliana ha già individuato due macro aree, una a oriente e una a occidente. Occorre, però, fare qualche riflessione. Nell’individuare le aree Zes bisogna infatti puntare su quei territori che potenzialmente sono in grado di attrarre investimenti, anche esteri, e che possano dare un nuovo impulso al sistema economico regionale anche in termini di innovazione. Ma c’è un altro passaggio rilevante. L’estensione delle Zes per la Sicilia è stata infatti fissata in complessivi 55,8 chilometri quadrati. È chiaro quindi, che sarà inevitabile operare delle scelte selettive, che sicuramente non potranno accontentare tutti”.
 
Quali i vantaggi per il sistema produttivo siciliano? E quali le conseguenze negative delle limitazioni previste dalla normativa?
“L’istituzione di una Zes porta come conseguenza principale la possibilità per le imprese di poter fruire di agevolazioni fiscali, contributi per gli investimenti e di beneficiare di semplificazioni di carattere amministrativo. In tal senso riteniamo quindi che le Zes costituiscano un’opportunità interessante per focalizzare gli sforzi e le risorse in ambiti territoriali circoscritti, all’interno dei quali potrà essere credibile un recupero veloce dei ritardi nel livello di attrattività della regione. Di contro, come detto pocanzi, le limitazioni territoriali previste, chiedono importanti scelte. È per questo che Sicindustria ritiene necessario il coinvolgimento delle parti sociali nel procedimento di redazione del piano strategico e ha già proposto di istituire un tavolo tecnico fra le associazioni datoriali e gli altri portatori d’interesse coinvolti, possibilmente coordinato dal sistema camerale, così da fornire alla cabina di regia idee e proposte preventivamente condivise”.
 
Mimmo Turano, assessore regionale Attività produttive
 
È stata istituita mesi fa la cabina di regia per la creazione di nuove Zes. Da chi è composta e come è organizzata?
“È intestata al presidente della Regione, coordinata dal suo capo di gabinetto, l’avvocato Carmen Madonia, e ad essa partecipano l’assessorato alle Attività produttive, l’assessorato all’Economia e tutti i direttori generali delle amministrazioni regionali”.
 
A che punto siamo?
“Siamo quasi a metà del lavoro. La Legge dice che per realizzare le Zes bisogna partire dalle aree retroportuali e retroaeroportuali. Abbiamo già ricevuto da parte di tutte le Autorità portuali siciliane i dati e siamo alla fase della classificazione delle zone. Ritengo che in tempi ragionevolmente brevi produrremo la prima delibera che contiene principi generali su cui confrontarsi con le amministrazioni per l’individuazione delle zone, contiamo prima dell’inizio dell’estate”.
 
Sono state stabilite due macro aree, una ad oriente e una ad occidente, ma considerando che si è parlato di una copertura di 55,8 km di territorio e alcune zone rimarranno inevitabilemente fuori, su quali criteri si baseranno le scelte specifiche?
“Ci saranno due Zes: Sicilia occidentale e Sicilia orientale e nessuna zona rimarrà fuori. Dovremo tenere conto della loro diversità e costruire parametri e criteri oggettivi per ogni zona. Nessuno rimarrà fuori”.
 
I criteri saranno quindi differenti a seconda della zona?
“Sì, saranno secondo le peculiarità di ogni singola zona. La peculiarità dei signoli territori sarà rispettata. abbiamo vocazioni diverse tra la Sicilia occidentale e la Sicilia orientale”.
 
Sicindustria, ma anche nello specifico Confindustria Catania, spingono per rendere Zes le zone portuali e perché ci siano tempi certi. Cosa vogliamo dirgli?
“Abbiamo detto che le zone retroportuali sono fondamentali e sono alla nostra attenzione. Per i tempi non è sbagliato dire che la metà del lavoro già è stato fatto, è dentro i cassetti della Regione. Stiamo lavorando”.
 
E per le aree industriali c’è l’idea di inserirle nelle Zes?
“Assolutamente sì. È volontà del governo inserire tutte le zone Asi o le zone industriali che hanno una proprietà pubblica per evitare di fare la fortuna di qualcuno a discapito di altri”.

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