Poste italiane, accordo con i sindacati, in Sicilia 148 conversioni di contratto - QdS

Poste italiane, accordo con i sindacati, in Sicilia 148 conversioni di contratto

Michele Giuliano

Poste italiane, accordo con i sindacati, in Sicilia 148 conversioni di contratto

venerdì 22 Marzo 2019

Nella nostra Isola non sono previste nuove assunzioni a tempo pieno per le carenze di personale. Da part time passeranno a full time, investimenti sulla rete logistica e su automazione

PALERMO – In Sicilia niente nuove assunzioni per le Poste Italiane. Per ovviare alle mancanze del personale, si è deciso di muoversi in modo diverso: nel primo semestre del 2019, in particolare, sono previste 148 conversioni da lavoro part time a lavoro full time. Ed entro il 2020 ci saranno ulteriori conversioni per tutti i portalettere ancora a tempo parziale.
 
Una soluzione che segue all’accordo quadro stilato con le organizzazioni sindacali, che ha definito nel dettaglio gli interventi da attuare nel corso di quest’anno.
 
Tra i punti salienti dell’accordo, che prevedeva l’assunzione di nuovi dipendenti part time, a fronte di un piano di uscite basato su esodi volontari incentivati, doveva portare alla definizione di un nuovo modello di funzionamento della rete logistica basato su ingenti investimenti in automazione e sulla introduzione della “Lean Production” e una modalità di organizzazione del lavoro che garantisce il miglioramento continuo dei processi produttivi attraverso la partecipazione dei lavoratori. Una pezza, insomma, che potrebbe non risolvere, quella che è una condizione di emergenza per l’azienda, ormai da troppo tempo.
 
Già a dicembre era intervenuto il segretario regionale della Cisl Poste Giuseppe Lanzafame per fare il punto della situazione ed era stato chiarito che servivano assunzioni: “I lavoratori – afferma il sindacalista – non ce la fanno più. Non possiamo più aprire gli Uffici Postali con le poche risorse rimaste e non possiamo più recapitare la posta, le raccomandate, gli atti giudiziari e i pacchi in queste condizioni”.
 
La politica dei tagli ha portato a lavoratori fisicamente sfiniti, che non reggono più ritmi di lavoro insostenibili. “Non si può gestire un’azienda in Sicilia – dice Lanzafame – con sistemi e monitoraggi virtuali che asseriscono, addirittura, l’eccedenza di personale. Il popolo postale, quello rimasto, rischia di “sbagliare ogni giorno e, per questo motivo, incorre inevitabilmente in sanzioni disciplinari e anche patrimoniali”.
 
Oltre il danno la beffa, perché tutto questo è a conoscenza della dirigenza, che non interviene ma chiede sempre di più: secondo le organizzazioni di categoria “tutto è diventato precario, senza una seria organizzazione, lasciato all’improvvisazione, all’anarchia”.
 
“È un accordo positivo se guardiamo il contesto nazionale – dice il palermitano Maurizio Affatigato, coordinatore nazionale Slp Cisl – ma quasi inefficace nell’abito del territorio siciliano, dove invece non sono previste assunzioni ma solo passaggi a tempo pieno di oltre un centinaio di lavoratori part time su una base di 800. L’unica speranza di avere più personale si appoggerà nei trasferimenti di risorse da Nord a Sud, fermi da molti anni”.
 
Di tutt’altro parere invece Poste Italiane che commenta in chiave positiva l’accordo raggiunto: “Sono previste nuove assunzioni di risorse part time negli stabilimenti di Posta, Comunicazione e Logistica – si legge in una nota dell’azienda – a fronte di un piano di uscite basato su esodi volontari incentivati. Viene inoltre individuato lo strumento dell’esodo volontario incentivato come principale modalità per il rightsizing dell’organico correlato all’introduzione di nuovi processi organizzativi, nonché nuove tecnologie e strumenti di lavoro. Restano poi specifiche modalità di tutela per le risorse con inidoneità alla mansione determinata da infortunio sul lavoro o da gravi patologie”.

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