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Messina – Riserva di Capo Peloro nel degrado totale

Lina Bruno

Messina – Riserva di Capo Peloro nel degrado totale

sabato 23 Marzo 2019

Città Metropolitana, Comune e Regione alla ricerca di strategie efficienti per superare la paralisi. La Riserva naturale orientata vittima di una situazione cristallizzatasi nel corso degli anni

MESSINA – Un degrado ormai cristallizzato quello in cui versa la Riserva naturale orientata laguna di Capo Peloro. Una questione di cui si torna periodicamente a parlarne senza però che si trovi una via d’uscita alla sovrapposizione di competenze che spesso bloccano anche semplici interventi.
 
Dopo il video diffuso dal consigliere comunale di LiberaMe Alessandro Russo – realizzato con i componenti del circolo canottieri Peloro – sulle pessime condizioni del sito, della Riserva si è parlato nel corso di una riunione che si è tenuta a Palazzo dei Leoni tra l’assessore comunale Carlotta Previti e i dirigenti e i funzionari dell’assessorato al Territorio e Ambiente della Regione Massimo Rizzuto e Giuseppe Sabatino.
 
L’assessore Previti ha illustrato il progetto che consentirà di partecipare al bando dei Piani di gestione di Rete natura 2000-Po Fesr 2014-2020, in convenzione con la Città Metropolitana, per la salvaguardia della riserva, messa a rischio dagli sversamenti di acque meteoriche provenienti dai complessi edilizi. I funzionari si sono detti ben disposti a sostenere il progetto, che prevede un finanziamento di 4 milioni di euro e sembra poter soddisfare i requisiti richiesti dall’avviso.
 
La Città Metropolitana completerà l’azione rifacendo un piano di calpestìo intorno al lago grande, laddove permeabile, al fine di tutelare l’habitat; inoltre sarà posta anche una recinzione di legno nei punti dov’è stata divelta, a tutela della pubblica incolumità.
 
Il progetto prevede il convogliamento delle acque superficiali, che saranno trattate da impianti di prima pioggia e verranno smaltite attraverso drenaggio. L’obiettivo sarà quello di evitare anche il ripetersi degli allagamenti intorno al Lago Grande a ogni temporale.
 
Tutto ciò potrebbe dare l’avvio a una sinergia tra Enti per una gestione virtuosa della Riserva orientata istituita nel 2001 e che comprende una superficie di quasi 94 ettari, costituita dai laghi di Ganzirri e di Faro e dai canali di collegamento interlagunari e marini.
 
La Città Metropolitana a cui è stata affidata non ha però mai assunto un ruolo guida con un Piano che garantisse l’interazione con gli altri due Enti, Demanio regionale e Comune, a cui competono le aree limitrofe a quelle della riserva. Negli anni scorsi, grazie al finanziamento di un altro progetto, sono stati fatti degli interventi sulle recinzioni e sul percorso con panchine e cartelli-guida. Sembrava l’inizio di un cambio di visione nel rapporto tra territorio e Riserva, ma la mancanza di un coordinamento tra istituzioni ha reso complicata qualsiasi iniziativa o attività. Persino tenere pulita l’area può essere un problema senza un raccordo: la scerbatura all’interno spetta alla ex Provincia, all’esterno compete al Comune e il risultato è che spesso prevale l’incuria e il degrado, con cumuli di rifiuti di ogni genere, come mostra il video del consigliere Russo. Le immagini, insieme a un apposito dossier, sono state inviate alla Città Metropolitana.
 
La Laguna di Capo Peloro è sito di importanza internazionale, inserito nel Water project dell’Unesco del 1972, e Sin riconosciuto dalla Società botanica italiana. All’interno erano individuate 400 specie acquatiche, di cui una decina endemiche e l’area veniva indicata come meta di migliaia di uccelli in migrazione sia autunnale che primaverile. Quale sia adesso lo stato di salute di questo habitat non si sa, ma è chiaro come i vincoli abbiano funzionato soltanto a metà.
 
Le attività della Riserva sono condizionate infatti da un regolamento restrittivo che non ha comunque impedito, durante gli anni, il sorgere di costruzioni irregolari, ma è stato capace di ostacolare le attività di diporto nel lago Grande.
 
“Abbiamo l’autorizzazione – ha spiegato il campione di canottaggio Giovanni Ficarra – all’utilizzo di 700 metri di lago su 1,7 Km per vogare con le nostre imbarcazioni. Questo però non basta per degli allenamenti intensivi. Da tempo chiediamo maggiore spazio”.

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