Bocciati otto fiumi siciliani su dieci, metalli pesanti in un invaso su due - QdS

Bocciati otto fiumi siciliani su dieci, metalli pesanti in un invaso su due

Rosario Battiato

Bocciati otto fiumi siciliani su dieci, metalli pesanti in un invaso su due

martedì 26 Marzo 2019

Il monitoraggio dell’Arpa regionale sui corpi idrici pubblicato in occasione della Giornata dell’acqua. In uno stato chimico scarso anche la metà delle acque sottorranee controllate tra 2011 e 2017

PALERMO – Come stanno le acque di Sicilia? Risponde l’Arpa regionale, incaricata di eseguire il monitoraggio dei corpi idrici, secondo la direttiva europea 2000/60 CE. Dati puntualmente riportati sul sito ufficiale in occasione della Giornata mondiale dell’Acqua, la ricorrenza istituita dalle Nazioni Unite nel 1992.
 
FIUMI
In Sicilia, il monitoraggio svolto da Arpa Sicilia nel periodo 2011-2018, ha consentito la “valutazione dello stato ecologico per 74 dei corpi idrici e per 81 dello stato chimico, pari rispettivamente al 50% e 55% dei corpi idrici monitorabili e non salati”. L’analisi dell’Agenzia ha messo in evidenza che i corpi idrici con stato ecologico “non buono” rappresentano l’85% dei casi, nessun caso di stato “elevato” e soltanto il 15% con classe “buono”. Precisa la collocazione: i corpi idrici con “stato ecologico non buono, insistono, ad eccezione dei fiumi perenni, in zone dove è più alta la pressione antropica, considerazione che dovrebbe orientare le future programmazioni in materia di azioni di tutela del territorio”.
 
INVASI
Il 74% si trova in uno stato ecologico sufficiente. Andando più in dettaglio, nessuno dei corpi idrici valutati dal 2011 al 2016 ha presentato uno Stato Ecologico elevato o cattivo. Poco più di un invaso su due è in uno stato chimico non buono, un risultato che dipende quasi sempre dalla presenza di metalli (mercurio, nichel e piombo) a concentrazioni superiori rispetto agli standard di qualità ambientali (Sqa) previsti dalla normativa.
 
ACQUE SOTTERRANEE
In riferimento al periodo 2011-2017, i dati mostrano che dalla “valutazione effettuata sugli 82 corpi idrici sotterranei (Csi), il 46% di quelli monitorati (pari a 38 Cis) risulta in stato chimico scarso, mentre il restante 54% (pari a 44 Cis) è in stato chimico buono”.
 
SERVIZI IDRICI: I NUMERI NAZIONALI
Sempre venerdì scorso, per la giornata mondiale dedicata all’acqua, l’Istat ha rilasciato, come di consueto, le statistiche dedicate alla risorsa idrica e ai servizi ad essa dedicati. A livello generale, si può dire che l’Italia è al primo posto nell’Ue per i “prelievi di acqua a uso potabile, pari a circa 428 litri per abitante al giorno”. Evidenti problemi sul fronte delle infrastrutture: “poco meno della metà del volume di acqua prelevata alla fonte (47,9%) non raggiunge gli utenti finali a causa delle dispersioni idriche dalle reti di adduzione e distribuzione”. Inoltre, e tra questi ci sono diversi isolani, 11 comuni capoluogo di provincia/città metropolitana interessati nel 2017 da misure di razionamento nella distribuzione dell’acqua per uso civile, quasi tutti ubicati nell’area del Mezzogiorno. Tra questi si segnalano Trapani (180 giorni) ed Enna (8). In compenso, bene le acque di balneazione, visto che la qualità scarsa riguarda appena lo 0,8% della costa italiana monitorata.
 
SICILIANI INSODDISFATTI
Esistono aree geografiche del Paese in cui la “quota di famiglie poco soddisfatte supera di gran lunga la percentuale di quelle molto soddisfatte”. Tra questi ci sono Calabria (26,6% poco soddisfatte contro 9,6% molto soddisfatte), Sardegna (24,3% contro 8,8%) e Sicilia (22,7% contro 11,1%).

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