Smog, in Sicilia particolato sotto controllo ma preoccupano le concentrazioni di NO2 - QdS

Smog, in Sicilia particolato sotto controllo ma preoccupano le concentrazioni di NO2

Rosario Battiato

Smog, in Sicilia particolato sotto controllo ma preoccupano le concentrazioni di NO2

mercoledì 27 Marzo 2019

Ispra: “Associazione statisticamente significativa tra le concentrazioni di azoto e i ricoveri ospedalieri”. Male anche l’ozono con 7 stazioni che hanno superato i limiti per la tutela della salute umana

PALERMO – Un bilancio con troppe ombre emerge dall’ultimo studio dell’Ispra che ha evidenziato “l’Analisi dei trend dei principali inquinanti atmosferici in Italia 2008-2017”. Nel complesso risultano in diminuzione i valori di PM10, PM2,5 e NO2 anche se continuano i superamenti in molte zone del paese. Per l’ozono, invece, non c’è ancora un’inversione di tendenza significativa. In Sicilia si registrano superamenti e l’assenza di copertura di alcuni valori, anche se sul fronte del particolato la situazione appare sotto controllo.
 
Andando in dettaglio, si registra che per il PM10 il trend è decrescente nel 77% dei casi (119 stazioni di monitoraggio su 155 analizzate), con una riduzione della media annuale pari a 0,8 μg/m3 l’anno. Anche le concentrazioni di NO2 diminuiscono nella maggior parte dei casi (79%, 195 stazioni su 246) con una riduzione media in termini di concentrazione di 1,0 μg/m3 l’anno. Infine nel caso del PM2,5 nel 69% dei casi (43 stazioni di monitoraggio su 62) si registra una riduzione significativa e la variazione annuale media stimata è pari a 0,7 μg/m3.
 
Inalterata la presenza dell’ozono che, nella stragrande maggioranza delle stazioni (100 su 116), risulta in linea con quanto registrato nel corso degli anni passati. “La tendenza di fondo – si legge sul rapporto – appare sostanzialmente monotona e le oscillazioni interannuali sono attribuibili alle naturali fluttuazioni della componente stagionale”. La spiegazione di questo fenomeno è chiarita proprio dai tecnici dell’Ispra che sottolineano come sia “spiegabile, almeno in parte, con la sua natura di inquinante secondario per il quale manca una relazione di proporzionalità diretta con la riduzione delle emissioni dei precursori”.
Le buone tendenze registrate, tuttavia, non posso fare abbassare la guardia. Il rapporto specifica chiaramente che “in molte zone del paese si continuano a superare i limiti” per il materiale particolato, il biossido di azoto, l’ozono troposferico. Nel mirino c’è sempre il bacino padano, una delle aree più coinvolte.
 
Per lo studio la possibilità di “conseguire gli obiettivi fissati dall’Unione Europea a breve e a lungo termine rimane legata all’efficacia delle politiche energetiche, agricole e sulla mobilità che saranno adottate dagli stati membri a integrazione delle misure già previste nei piani per la qualità dell’aria nel caso in cui i livelli degli inquinanti superino i rispettivi valori limite. Ad oggi, tali obiettivi sono ancora lontani dall’essere raggiunti”.
 
La Sicilia non registra superamenti sul fronte del particolato, anche se in alcuni casi si evidenzia la presenza di una copertura dati insufficiente. Male, invece, le segnalazioni che arrivano dal biossido di azoto – diversi lavori “hanno evidenziato una associazione statisticamente significativa tra le concentrazioni atmosferiche giornaliere di NO2 e le consultazioni mediche, i ricoveri ospedalieri per malattie respiratorie, la sintomatologia respiratoria nei bambini e l’incidenza di attacchi d’asma” – che ha visto tre stazioni isolane, una di queste con dati addirittura in crescita, coinvolte nei 61 superamenti del valore medio annuo in Italia. Male anche l’ozono con sette stazioni che hanno superato i limiti per la protezione della salute umana, due di queste per più di 25 giorni.

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