Nuova valutazione per i dirigenti regionali - QdS

Nuova valutazione per i dirigenti regionali

Raffaella Pessina

Nuova valutazione per i dirigenti regionali

sabato 20 Febbraio 2010

Forum con Giovanni Bologna, dirigente generale dipartimento Funzione Pubblica e Personale

PALERMO – La Funzione pubblica veniva considerata un’attività di secondo piano, invece da quando c’è il ministro Renato Brunetta è diventata importantissima.
“Il ministro Brunetta l’ha semplicemente resa più visibile. In Sicilia vi è una situazione anomala: la Funzione pubblica dovrebbe essere suddivisa in “funzione pubblica” e “innovazione tecnologica”, invece nel dipartimento vengono accorpati Funzione pubblica e personale. E di quest’ultimo viene accentrata la gestione giuridica ed economica sempre nello stesso dipartimento.
Da non dimenticare che la gestione del personale viene fatta con un sistema informatico non adeguato, con notevole dispendio di forze e di tempo. Inoltre, attualmente l’informazione tecnologica è completamente esternalizzata. Con grande difficoltà, ho cominciato il processo di armonizzazione del sistema informatico, per rendere le procedure molto più semplici e veloci. Sto lavorando sul ciclo della performance, che è costituito da tanti tasselli (valutazione, programmazione, gestione e altro). Già l’anno prossimo dovremmo andare e regime con il nuovo sistema. Il sistema di comunicazione in Sicilia è legato purtroppo a sistemi antichi. Non si parla di comunicazione vera e propria, ma si demanda tutto all’addetto stampa e agli eventi che di volta in volta si verificano e vengono pubblicizzati, ma tutto ciò che è organizzazione e che deve essere reso noto al cittadino in quanto comunicazione istituzionale è ancora assente”.
Cosa ne pensa sulla valutazione dei dirigenti?
“All’ultima riunione che ho fatto con i sindacati mi è stato comunicato che le valutazioni per i dirigenti non venivano fatte da anni. La valutazione sulla carta esiste da tempo, ma non ha mai sortito gli effetti sperati. Così abbiamo deciso di predisporre un sistema di valutazione del dirigente più omogeneo.
Abbiamo identificato e adottato per il dipartimento Funzione pubblica un nuovo criterio, che poi estenderemo a tutti gli altri assessorati, prevedendo un sistema sanzionatorio per chi non effettua le valutazioni. Sono previsti due casi: sia per mancanza del valutatore, che per il valutato. Se la valutazione non avverrà in tempi certi , cioè entro il 30 giugno dell’anno successivo, e non si concluderà con un parere espresso che verrà pubblicato, verrà prevista una sanzione: se manca per il valutato, il valutatore non prenderà un euro e inoltre non parteciperà nemmeno al successivo conferimento degli incarichi.
Se manca per il valutatore, in automatico il valutato prenderà il minimo dal punto di vista valutativo e contemporaneamente scatterà la comunicazione alla Corte dei Conti. Attualmente il sistema ha due indirizzi: raggiungimento degli obiettivi e capacità organizzativa. Vi sono obiettivi facili da raggiungere, dove non è necessaria una forte capacità organizzativa. Prendiamo ad esempio i centri per l’impiego: l’obiettivo semplice è quello di accogliere chi si presenta all’ufficio per informazioni. Quello difficile è il numero delle persone che l’ufficio riesce ad impiegare”. 
Qual è la situazione dei precari?
“Dal 1988 ad oggi la Regione Siciliana ha messo dentro – parlo come territorio, non come Amministrazione regionale – circa 60.000 precari. Con il famoso art. 23 si era arrivati al numero di 40.000 precari. E così si è proceduto negli anni creando un sistema di domanda di lavoro insufficiente sotto il profilo qualitativo, ma soprattutto sotto il profilo culturale. C’è infatti chi preferisce trovare un impiego fisso che gli procura 500-600 euro al mese e poi si trova un secondo lavoro in nero.
Per quanto riguarda le ispezioni sui cantieri di lavoro ci troviamo nella condizione di dover privilegiare la via conciliativa, perché costa di meno rispetto alle vie legali. Il sistema funziona in maniera tale che per effettuare le conciliazioni si devono utilizzare gli uffici della Regione, dove vengono convocate le parti interessate: dipendente e datore di lavoro. L’obiettivo in questo caso diventa non solo quello di fare 1.000 ispezioni, ma anche quello di riuscire a fare 1.000 conciliazioni, perché questa è la direttiva che proviene dallo Stato”.
 

 
Riduzione dei dg incentivando i pensionamenti e gestione della nomina dei vice-dirigenti secondo legge

Il sistema burocratico statale dispone di 4.000 dirigenti mentre, per fare solo un esempio, la Regione Lombardia ha in tutto 200 dirigenti. Non pensa che i 2.200 dirigenti della Regione Siciliana siano in soprannumero?
“Ne sono convinto. Io penso che ogni dirigente dovrebbe coordinare un gruppo di dipendenti compreso fra 25 e 50, a seconda della complessità della struttura. Il numero dei dirigenti scenderebbe tantissimo. Tra i dirigenti vi è una cifra compresa tra 400 e 600, che proviene dalla legge 285, quella sulle cooperative giovanili, e che ha raggiunto i 35 anni di contributi. Chi vuole andare via lo può fare tranquillamente, mentre se è l’amministrazione a voler mandare in pensione il dirigente, questa dovrebbe utilizzare il sistema incentivante. Intorno al 2020 vi sarà comunque la curva maggiore dei sistemi dell’esodo. In teoria, intorno a quella data, avremo un organico complessivo regionale di 2.000 persone”.
Dopo la sentenza del Cga sulle nomine dei vice dirigenti come pensate di intervenire?
“Sulla nomina dei vice dirigenti vi sono due sentenze di indirizzo. Le sentenze dicono che noi abbiamo un rinvio dinamico ad una legge dello Stato che stabilisce la nascita dei vicedirigenti. Poi, come operare in tal senso è un problema che viene demandato alla Regione. Nella delibera che il Governo ha in relazione su questo tema è stato stabilito che prima l’assessorato competente dovrà occuparsi dei dirigenti e solo in seguito potrà risolvere il problema della nomina dei vicedirigenti”.
 

 
Reperire le risorse umane su base professionale
 
A che punto è la nuova pianta organica regionale?
“La pianta organica della Regione è fissata dalla legge 10, art 5 comma 1, la quale dice che la dotazione organica della Regione è la fotografia del personale esistente alla data del 17 maggio del 2000. Oggi, paradossalmente, siamo in deficit di organico, perché la dotazione è di 16.122, mentre oggi il personale è di 13.850. Apporteremo modifiche all’interno di questo dato, modificando le categorie professionali. Ad oggi la nostra esigenza è conoscere quantitativamente il numero delle professionalità che servono. Il passo successivo sarà quello di reperire all’interno delle categorie tali professionalità e formare coloro che non sono formati”.
Qual è il rapporto tra le varie categorie?
“I dipendenti della Regione siciliana sono 13.850. Di questi 2000 sono dirigenti. A quella cifra vanno aggiunti 5.500 circa precari, per cui la Regione si ritrova a pagare circa 18.000 persone. Il contratto dei dirigenti attualmente è in arretrato di cinque anni sull’ultimo contratto. Il comparto è costituito dalle quattro categorie: A, B, C e D. Noi abbiamo un rapporto dirigenza/comparto maggiore rispetto al rapporto che ha lo Stato. Oggi un dipendente della categoria A o B arriva, sì e no, a circa 1.000 euro al mese. E sono dipendenti che possiedono laurea o diploma. La dotazione organica al 17 maggio del 2000 era di 2.470 unità circa. Al 31 dicembre del 2009 sono diventati 2010”.
Quanto tempo passerà prima di mettere a regime tutto il sistema?
“Non mi sento di fare programmi prima di tre anni. Armonizzare tutto il sistema è un lavoro complesso e delicato. Non è come schiacciare un pulsante e vedere che la luce si accende. è necessaria tutta una preparazione a monte, che richiede tempo”.

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