Gestione ed aumento delle aree boscate - QdS

Gestione ed aumento delle aree boscate

Raffaella Pessina

Gestione ed aumento delle aree boscate

martedì 02 Marzo 2010

Forum con Salvatore Giglione, dg. Generale dipartimento Azienda regionale foreste demaniali

PALERMO – Quanto personale ricade sotto le vostre competenze?
“Il dipartimento foreste demaniali gestisce 700 persone, ma la gestione si estende a 21.500 forestali. Sono diminuiti negli ultimi sette – otto anni  di circa tremila unità. Poi c’è la quota degli operatori antincendio che viene gestita dal Corpo forestale regionale che invece ricade sotto la dirigenza di Pietro Tolomeo”.
Di cosa si occupa il suo dipartimento e in cosa differisce da quello delle Foreste?
“Principalmente ci occupiamo della manutenzione di tutte le aree boschive regionali, demaniali e non:  le riserve demaniali sono 32, sono gestite dall’azienda e l’80% delle superfici ricade su aree demaniali dell’azienda stessa”.
In Sicilia ci sono 12.000 Km di boschi. E’ una buona percentuale rispetto all’estensione totale della Sicilia?
“Circa il 10% dell’area regionale è boscata. Contro la media nazionale del 28,8%. Infatti, uno dei principali scopi dell’azienda è di aumentare questa percentuale acquisendo tenute e quindi creando boschi”.
Non si potrebbero incentivare i privati per piantare gli alberi?
“Sui privati possiamo intervenire solo se sono di particolare pregio dal punto di vista botanico. Viceversa vi sono delle misure del Psr (Piano di sviluppo rurale) che incentivano anche con fondi extraregionali le aree private. Noi possiamo agire invece su aree pubbliche o di enti pubblici, con l’unica notazione che devono essere però fruibili dal pubblico e non chiusi”.
“Da cosa dipende l’aumento delle aree destinate a bosco?
“Tutto dipende dai fondi che ci vengono messi a disposizione. Quest’anno per gestire i forestali abbiamo a disposizione per quanto riguarda i fondi Fas, 170 milioni di euro. In realtà a noi servono ogni anno 240 milioni di euro. Nel maggio dello scorso anno c’è stato un accordo che ha aumentato le giornate dei cosiddetti centocinquantunisti, dal Governo e dal presidente Lombardo. Le giornate sono state portate a 178, ma l’obiettivo è quello di portarle a 187”.
I 12.400 km quadrati della Lombardia sono gestiti da solo 1.100 persone. Perché in Sicilia ce ne vogliono ben 21.500?
“Si tratta di persone che hanno acquisito una certa professionalità e non gestiscono solamente i boschi, ma hanno anche capacità artigianali. Se ci si trova nella necessità di realizzare stradelle tra i boschi o muri a secco o lavori di questa tipologia, i forestali vengono utilizzati adeguatamente. Anche attraverso accordi sindacali si è cercato di migliorare le condizioni economiche, cercando anche di rispettare i diritti della graduatoria. I forestali infatti hanno un contratto bloccato da circa 9 anni  e stiamo cercando di riprendere la contrattazione per fornire loro il nuovo contratto. Ma nello stesso tempo, gli operai stessi si sono impegnati, con una fuoriuscita progressiva, alla loro diminuzione numerica. Questa si ottiene sia per raggiunti limiti di età, sia perché i forestali hanno una situazione di lavoro usurante che consente di recuperare un anno ogni cinque per la pensione”.
Quali risultati pensate di ottenere in un prossimo futuro?
“Quando ero all’assessorato all’Economia e ci siamo occupati del Par-Fas, abbiamo immaginato di spendere alcuni di questi soldi, in particolare 540 milioni di euro, per poter fare dei progetti di investimento che prevedano l’utilizzazione di questa mano d’opera dei forestali che sono iscritti attualmente nelle liste. L’obiettivo è quello di spostare dalla spesa corrente regionale alla spesa extraregionale il costo dei forestali, ma questa è una conseguenza.
Se noi dobbiamo fare dei progetti di investimento. io penso lo si debba fare, per rivalorizzare una determinata zona boschiva, renderla fruibile, offrire dei servizi al pubblico, restaurare eventuali immobili che si trovano all’interno della stessa area e andare quindi a creare dei percorsi che siano forieri di successiva occupazione.
Per questo mi sono recato al ministero dello Sviluppo Economico, per capire come impostare questo tipo di progettazione, utilizzando la mano d’opera forestale esistente”.
 

 
Parco progetti sugli interventi nei distretti forestali e accordo con la Protezione civile sul rischio idrogeologico
 
Da quale capitolo di bilancio prendete quest’anno i 170 milioni di euro per i forestali?
“Si tratta di fondi extraregionali o di partite di giro e riusciremo a coprire questa situazione fino al 2013".
C’è qualche progetto in itinere di cui ci vuole parlare?
“Abbiamo determinate norme che ci impongono interventi nei boschi in determinati periodi dell’anno. Dobbiamo avviare al lavoro i forestali, sulla scorta delle progettazioni che i nostri uffici periferici hanno avviato nei singoli distretti forestali per partire subito con i lavori necessari nei boschi e al contempo realizzare lavori di valorizzazione delle aree. Un altro progetto che stiamo realizzando è quello di interazione con la Protezione civile da un lato e dall’altro, attraverso accordi di programma quadro, con il ministero per l’Economia per poter intervenire prioritariamente sulle zone che sono interessate dal rischio idrogeologico”.
Come intervenite invece nei parchi (Nebrodi, Madonie, ecc)?
“I parchi sono sotto la giurisdizione del Territorio e Ambiente, ma noi operiamo come braccio operativo di quel dipartimento. In realtà, tutto quello che è ambiente naturale e quindi noi agiamo come ente gestore. Vi è in itinere la creazione di cinque parchi nazionali in Sicilia e questi per estensione potrebbero inglobare alcune riserve esistenti. Per fare un esempio: ci sono dei tavoli aperti per la creazione del parco nazionale di Pantelleria che ingloberà una riserva naturale che gestiamo noi come Azienda foreste”.

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