Costruire la legalità in un territorio difficile - QdS

Costruire la legalità in un territorio difficile

Luca Insalaco

Costruire la legalità in un territorio difficile

venerdì 05 Marzo 2010

Forum con Giovanni Pietro Barbano, comandante carabinieri Trapani

Comandante Barbano, qual è il bilancio della vostra attività nel 2009?
“Dal punto di vista della prevenzione, lo scorso anno abbiamo incrementato del 10 per cento la nostra presenza sul territorio, con oltre 32mila pattuglie impiegate. Abbiamo controllato quasi il 20 per cento in più delle persone, rispetto all’anno precedente, 2.282 automobilisti sono stati controllati con l’etilometro e, di questi, 211 sono stati deferiti per guida in stato di ebbrezza.
Grazie a questa massiccia presenza sul territorio, abbiamo registrato un calo di furti in abitazione e di danneggiamenti seguiti da incendio, spesso indice del racket delle estorsioni, ma anche di una diffusa tendenza a farsi giustizia da sé, anche per banali liti tra vicini o familiari. Per quanto riguarda la Polizia giudiziaria, oltre ad alcune imponenti operazioni condotte nell’ambito della lotta agli stupefacenti – con le quali abbiamo smantellato intere reti di distribuzione – abbiamo registrato un aumento del numero di persone denunciate, mentre quello dei soggetti arrestati è rimasto invariato.
Per quanto riguarda, poi, la criminalità organizzata, ricordo le operazioni condotte contro due associazioni a delinquere di stampo mafioso. L’operazione “Eolo”, legata alla gestione degli impianti eolici, che ha visto 8 persone arrestate per associazione mafiosa e corruzione, nonché l’operazione “Raia”, con 6 persone arrestate, che ha di fatto bloccato la riorganizzazione della famiglia mafiosa di Marsala. Inoltre, abbiamo catturato tre importanti latitanti: Salvatore Miceli, Antonino Martino e Francesco De Vita. La mafia è in affanno, come ha dimostrato la recente operazione “Nerone”. I nuovi candidati a rimpiazzare i vecchi boss non sembrano dare quelle garanzie di affidabilità richieste dall’organizzazione. Per esempio quella di non collaborare con la giustizia una volta catturati, o di mantenere uno stile di vita sobrio e che non desti attenzione”.
Cosa state facendo per contrastare il lavoro irregolare?
“Dal punto di vista della prevenzione, nel 2009 abbiamo ispezionato 309 aziende e controllato 2.170 lavoratori. Di questi, 317 sono risultati in nero e 17 minorenni. Abbiamo inoltre provveduto a contestare 1.347 illeciti amministrativi, per un importo di 2,5 milioni di euro. Il nostro lavoro, tuttavia, non si esaurisce nella mera attività ispettiva, ma comprende anche la formazione. In tal senso, abbiamo in programma un’iniziativa, dal titolo “Lavoro libero e sicuro”, che svilupperemo con il patrocinio della Prefettura di Trapani, ed in collaborazione con Confindustria, Ance, Asp, Associazione Piccoli Industriali, Ispettorato provinciale del Lavoro e Inail. Si tratta di organizzare delle conferenze formative – informative sulla normativa inerente la sicurezza sul lavoro, nel duplice significato di safety and security e quindi tenendo d’occhio anche le infiltrazioni sui luoghi di lavoro da parte racket, lavoro nero, ed altro…Devo dire, comunque, che sul tema della sicurezza si registra una maggiore sensibilità da parte dei datori di lavoro. Anche il trend, in ribasso, degli incidenti è confortante. Nel 2009 sono stati 2.445 (di cui 5 mortali), a fronte dei 3.111 del 2008 (di cui 14 mortali)”.
L’organico di cui disponete è sufficiente?
“Complessivamente, il nostro organico consta di circa 900 uomini ed è sicuramente adeguato a svolgere i nostri compiti, nel senso che non abbiamo scoperture. Oltretutto, è stato potenziato nel 2008. Il comando Generale dell’Arma, in ogni caso, ha intrapreso un’azione di riassetto organizzativo, volto a liberare delle risorse, sottraendole ai compiti burocratici. In tutta Italia, tra il 2008 e il 2009, circa mille carabinieri sono stati già adibiti al controllo del territorio ed anche nella provincia di Trapani si attende un ulteriore potenziamento. Nel 2009, in estate, abbiamo ottenuto delle unità a cavallo per il pattugliamento della Riserva dello Zingaro, abbiamo attivato un presidio fisso a Marettimo e concorriamo a garantire la sicurezza all’aeroporto di Trapani”.
 

 
All’avanguardia con la Banca dati delle opere d’arte rubate e cattura d’importanti superlatitanti in provincia

La vostra struttura è informatizzata?
“Siamo informatizzati per il funzionamento della nostra organizzazione. Del resto, abbiamo affrontato l’informatizzazione ben in anticipo rispetto alla Pubblica Amministrazione ed altre forze armate. Mezzi, personale, stipendi, perfino le taglie delle divise: sono tanti gli aspetti che gestiamo esclusivamente per via telematica. Questo, ovviamente, ci ha permesso di liberare delle risorse e di snellire le procedure. Anche dal punto di vista operativo, comunque, siamo all’avanguardia. La nostra “Banca dati delle opere d’arte rubate” si è rivelata negli anni uno strumento molto utile, tanto da diventare un punto di riferimento a livello mondiale per questo tipo d’indagine”.
Quali obiettivi vi prefiggete per il 2010?
“Dal punto di vista strategico, intendiamo confermare e sviluppare il ruolo dell’Arma, come “attore sociale” di sicurezza e legalità. Negli ultimi anni, nonostante i risultati raggiunti, la domanda di sicurezza è cresciuta, mentre è calata la percezione della sicurezza da parte dei cittadini. Dal punto di vista operativo e del controllo del territorio, intendiamo mantenere il trend dello scorso anno, che ha visto una diminuzione del numero di reati commessi, oltre a migliorare l’efficacia della nostra azione. Inoltre, sul fronte della criminalità organizzata, continueremo la nostra opera quotidiana di raccolta di informazioni e prove sul territorio, anche per individuare soggetti mafiosi emergenti. Infine, tra gli obiettivi c’è sicuramente la cattura del superlatitante Matteo Messina Denaro”.

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