Tendere la mano ed aiutare chi vive in situazioni di disagio - QdS

Tendere la mano ed aiutare chi vive in situazioni di disagio

Melania Tanteri

Tendere la mano ed aiutare chi vive in situazioni di disagio

venerdì 12 Marzo 2010

L’Help Center di Catania è un centro di accoglienza diurno e di pronto soccorso sociale. Cerca di soddisfare le esigenze primarie di chi è ai margini della società

CATANIA – Un aiuto concreto, un punto di riferimento per decine e decine di persone ogni giorno. L’Help Center della Caritas, attivo dal 2006, si configura come un centro di accoglienza diurno e di pronto soccorso sociale per persone senza dimora e in genere per tutti coloro che vivono in condizioni di disagio e di esclusione sociale, italiani e stranieri. È uno sportello di segretariato sociale in cui si presta aiuto alle persone sotto diversi aspetti, in particolare la prima accoglienza e l’inserimento lavorativo. L’Help Center, che si trova presso la Stazione Centrale di Catania, si propone di potenziare gli interventi di inclusione sociale attraverso “servizi di prossimità” rivolti al soddisfacimento delle basilari esigenze di vita delle persone che vivono ai margini della società e ridurre in loro il senso di isolamento. La metodologia di intervento si incentra su di un progetto di recupero e reinserimento sociale, lavorando in rete con le altre strutture di assistenza, pubbliche e private, presenti sul territorio.  Un lavoro fondamentale per le ripercussioni favorevoli che ha sulla società, portato avanti dai volontari e dagli operatori della Caritas, che ogni giorno accolgono le numerosissime persone in attesa di un aiuto, spesso diffidenti o poco propense a ricevere aiuto.
 
“La struttura vive e si sostiene grazie ai volontari – spiega Giovanni Calleri – che sono davvero fondamentali, sono qua tutti i giorni e riescono a istaurare grandi rapporti“. “Il segreto per istaurare un rapporto con chi si rivolge al nostro centro – aggiunge Stefania Courrier, volontaria del servizio civile dal 2009 – è entrare subito in relazione, perché spesso il bisogno che esprimono è proprio quello di sentirsi accolti. Aiutare queste persone è principalmente ascoltare le loro richieste di aiuto, non sempre esplicite, è conquistare la fiducia e stabilire un primo contatto. Bisogna, soprattutto – conclude – avere con loro un confronto alla pari, senza buonismo”. Tante le attività e i servizi offerti dal centro: “Cerchiamo di seguire le persone a livello integrale – continua Calleri; dopo la compilazione della scheda, dove vengono indicate tutte le informazioni utili, si passa al progetto personalizzato, dopo aver risolto le emergenze”.
 
Un vero e proprio pronto soccorso sociale, in cui è necessario intervenire tempestivamente, per non correre il rischio che la persona non torni più; un luogo di accoglienza e ascolto, in cui il lavoro è tanto e le risorse quelle che sono (arrivano dall’8 per mille, cofinanziato dal fondo carità delle Diocesi). Si inizia dalla mattina, con la colazione, la doccia, e la segnalazione dei bisogni più impellenti: alloggio, lavoro, alimenti, assistenza sanitaria, legale, o semplicemente ascolto tra le richieste principali. Tante, inoltre, le iniziative nel pomeriggio: dalle lezioni di italiano per stranieri, all’orientamento al lavoro, ai laboratori educativi e professionalizzanti avviati nel presente anno sociale: Scarp de’ tenis, il giornale di strada che si occupa dell’esperienza e della vita dei “senza casa” e Tele strada, la prima tv di strada di internet che si sforza di sensibilizzare e diffondere sulla rete l’attenzione e la solidarietà.
 

 
Focus. Gli “angeli” di strada della Caritas
 
CATANIA – Quasi tutte difficili, complicate, molto spesso drammatiche le numerose  storie di chi si rivolge al centro di aiuto della Caritas, alla stazione centrale di Catania. Lo scozzese Angus  Mc Faggen, ad esempio, è una di queste persone che, fuggito da un passato diventato ingestibile, occupato dalla disperazione e dalla droga, ha trovato nella Caritas un motivo di cambiamento. A Catania da poco più di due anni e mezzo, vive di espedienti e ogni tanto lavora al mercato di Piazza Carlo Alberto. Vorrebbe cambiare vita, ha raccontato, e un passo avanti in questa direzione è stato proprio l’incontro con i tanti volontari dell’Help Center, cui si rivolge ogni giorno, per affrontare la giornata o per aiutare. “Ho trovato davvero molta umanità in questa struttura – racconta in perfetto italiano, una tra le cinque lingue che parla. Collaboro con Telestrada e faccio traduzioni per aiutare il lavoro dei volontari. Questo posto per me è speciale – continua; io di solito non metto radici da nessuna parte, ma qui viene davvero voglia di restare e cambiare vita”.

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