Scuole siciliane, sicuri solo i crolli - QdS

Scuole siciliane, sicuri solo i crolli

Vanessa Paradiso

Scuole siciliane, sicuri solo i crolli

venerdì 12 Marzo 2010

Scuole. Studenti a rischio strutture inadeguate.
La fotografia. Secondo il rapporto Ecosistema scuola 2010 di Legambiente le scuole siciliane non hanno le più elementari certificazioni di sicurezza ma l’88% degli istituti è a rischio sismico.
Centorrino: “Complessivamente sono in corso di esecuzione o in fase di avvio  187 interventi programmati ai sensi della L.n. 289/02 art. 80 comma 21 per complessivi 78.403.453 di euro”.

Gli studenti siciliani sono a rischio sismico dichiarato ma poco si fa per mettere in sicurezza gli edifici scolastici.
Dall’indagine Ecosistema Scuola di Legambiente, arrivata alla sua decima edizione, emerge ancora una volta la preoccupante situazione delle scuole in Sicilia. Una percentuale che fa rabbrividire se solo pensassimo per un secondo ad un evento sismico: l’87,99% delle scuole è a rischio sismico dichiarato. I dati emersi rilevano, inoltre, che soltanto il 22,44% delle scuole è dotata di collaudo statico, il 27,66% di idoneità statica e l’11,03% di certificato di agibilità. Certificato di prevenzione incendi per il 16,63% delle scuole e scale di sicurezza per il 27,68%.
 
L’assessore alla Pubblica Istruzione della Regione Siciliana, Mario Centorrino ci rassicura affermando che “per la messa in sicurezza strutturale, con l’obiettivo precipuo di ridurre il pericolo di collasso, in caso di calamità naturale, sono in corso di esecuzione o in fase di avvio complessivamente 187  interventi programmati ai sensi della L.n. 289/02 art. 80 comma 21 per complessivi 78.403.453 di euro”.
Esaminando la graduatoria del rischio delle scuole coincidente con il livello di attenzione che gli enti locali hanno per la qualità dell’edilizia scolastica, troviamo Agrigento capofila (-23,59%), cui segue Enna (-14,25%), Messina (-13,76%), Palermo (-13,00%) e Ragusa (-12,51%), più virtuose Caltanissetta (-9,59%) e Trapani (-8,23%). Mancano all’appello Catania e Siracusa per il mancato invio dei dati. Per capire meglio il punteggio assegnato facciamo notare come la città più virtuosa è risultata Pavia con -0,81% mentre la più “menefreghista”Verona con -33,14%.
Entrando nel dettaglio, possiamo notare che rispetto all’anno precedente le scuole a rischio ambientale dichiarato passano per il rischio idrogeologico dallo 0,16% all’1,95% e per quanto riguarda il rischio sismico si nota un lieve calo dal 94,25% all’87,99%.
La grande novità del dossier di quest’anno è il rilevamento degli investimenti delle amministrazioni comunali per la manutenzione straordinaria ed ordinaria degli edifici scolastici e significativo risulta l’investimento della Sicilia per la sola manutenzione straordinaria.
Infatti, il rapporto mostra come la media per gli investimenti della Sicilia per la manutenzione straordinaria è stata pari ad € 51.265,08 e per quanto riguarda la manutenzione ordinaria solo € 2.926,31. Nella top ten dei comuni che investono per manutenzione straordinaria troviamo al 5° posto Palermo con € 75.217, seguita al 7° posto da Ragusa con € 66.571. Queste cifre si riferiscono ad una media di investimenti per singolo edificio.
L’assessore Centorrino ci riferisce che “il Dipartimento Regionale Pubblica Istruzione, competente per la Regione in materia di programmazione degli interventi di edilizia scolastica, dal 2005 ad oggi ha destinato le proprie risorse alla messa in sicurezza degli edifici scolastici nella considerazione che il 31.12.2009 scadeva il termine previsto dallo Stato per il completamento, da parte dei competenti enti locali, delle opere di messa in sicurezza a norma. Nel periodo 2006/2009 sono stati complessivamente programmati circa 600 interventi di cui oltre il 50% con fondi regionali per complessivi 70 milioni di euro. L’intendimento del Dipartimento Regionale Pubblica Istruzione è quello di destinare le ulteriori risorse che verranno assegnate alle suddette finalità”. Segnali positivi arrivano, dalle amministrazioni del Sud e delle Isole rispetto alcune scelte strategiche territoriali che si riflettono anche nella qualità ambientale degli edifici e dei servizi scolastici.
Sono, infatti, al di sopra della media nazionale per l’utilizzo di fonti rinnovabili (poco più del 6%), le scuole dell’Abruzzo (15%), della Calabria (7,28%), della Puglia (12,12%) e della Sicilia (8,93%). Quest’ultima si conferma, inoltre, anche la regione più virtuosa nell’ambito dei pasti interamente biologici serviti nelle mense scolastiche, con ben il 40,21%. Il rapporto 2010 mette inoltre in evidenza come il Sud e le Isole hanno rispetto al Nord e al Centro un patrimonio edilizio più recente. Il Sud, ha, infatti un patrimonio edilizio che quasi per il 50% è stato costruito dopo il 1974, così come le Isole, con un 53% del patrimonio risalente a dopo il 1974, di cui quasi un 23% costruito fra il 1990 ed il 2008, a fronte del centro con poco più del 31% di edifici scolastici nati dal 1974 al 2008. Malgrado questa differenza anagrafica degli edifici, troviamo la contraddizione nella dichiarata  necessità da parte delle Amministrazioni del Sud e delle Isole di interventi di manutenzione urgenti, rispettivamente per il 47,28% e per il 40,75% degli edifici scolastici, dati quasi raddoppiati rispetto ai bisogni espressi dalle Amministrazioni del Nord (21,04%) e del Centro (26,42%).

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