Piano di rientro e difesa della Zfu - QdS

Piano di rientro e difesa della Zfu

Maria Francesca Fisichella

Piano di rientro e difesa della Zfu

martedì 16 Marzo 2010

Forum con Raffaele Stancanelli, sindaco di Catania

CATANIA – Mobilità e traffico a Catania: che fare?
“Diversi sono i fronti su cui agire. Intanto bisogna trasformare l’Amt in Spa mettendola in condizioni di agire autonomamente. Poi, bisogna mettere a regime i 4 parcheggi scambiatori. Al momento sono inutilizzati, per mancanza di servizi e sicurezza. A Catania il problema non è costituito dagli automobilisti catanesi, ma dalle 60 mila macchine che ogni giorno entrano in città, provenienti dall’hinterland. E’ necessario rafforzare l’azione punitiva contro gli automobilisti indisciplinati, con le sanzioni. Un progetto è già presentato grazie ai Pon, quello dei semafori intelligenti che si governano cioè dalla centrale, per il quale ci siamo affidati, a costo zero per l’Ente, a tecnici specializzati. Per quanto riguarda i nuovi parcheggi sotto sequestro, l’Amministrazione sta attivando delle procedure che permettano alla magistratura di procedere allo sblocco dei lavori, nonostante i giudizi vadano avanti”.
Il Comune ha messo in atto un Piano di rientro?
“Al momento in cui mi sono insediato, ho trovato una situazione di deficit di oltre 500 mln di euro soltanto per esposizioni mancate del Comune nei confronti di istituti di credito e di fornitori, a cui era da aggiungere l’ammontare dei mutui, che al 30 giugno del 2008 era pari a 545 mln di euro. Abbiamo regolarmente fatto fronte a tutte le scadenze dei mutui, pagando finora 122 mln di euro. E continueremo a pagare regolarmente. A fronte dei debiti suddetti, abbiamo pagato tutte le anticipazioni, abbiamo sostenuto con liquidità l’Amt, le partecipate sull’orlo del fallimento e abbiamo pagato tutti i fornitori per fatture emesse al 31 dicembre 2005. Abbiamo inoltre pagato una gran parte di debiti fuori bilancio, erano oltre 60 mln. Abbiamo ricevuto un contributo di 140 milioni sulla carta, servito soltanto per chiudere il disavanzo dell’Amt. Di questi 140 mln , ne abbiamo ricevuto solo 50 nel dicembre del 2009. Ciò dimostra che i sacrifici fatti sono il frutto di recuperi all’interno del sistema, non dell’utilizzo del contributo. Di fatto avanzano ancora 90 milioni di euro. Abbiamo saldato i debiti nei confronti delle cooperative sociali che al momento del mio insediamento ostacolavano l’entrata del Comune con l’immondizia, per protesta contro le istituzioni poiché i dipendenti non erano pagati da un anno. Catania aveva un debito di 20 milioni di euro, era al buio. Ma non perché non erogassero energia, ma perché non si provvedeva alla manutenzione degli impianti. È stato fatto un piano di rientro, pagato il debito e fatto un accordo vantaggioso. Tutti i debiti ufficiali con i fornitori, relativi al 2006-2007, saranno pagati entro il 30 giugno 2010”.
Zona franca urbana: cosa può dirci?
“Uno dei primi atti, dopo il mio insediamento, fu quello di presentare un progetto per individuare in una parte di Catania – poi trovata a Librino – una zona franca urbana, così come immaginata in una finanziaria dal Governo Prodi, poi ripresa anche dal Governo Berlusconi. Il Comune partecipò a quel bando. Si classificò primo fra i tre comuni siciliani (gli altri sono Gela ed Erice, ndr) ottenendo il finanziamento più alto tra i 22 comuni italiani ammessi alla zona franca urbana. Il finanziamento fu di 7 milioni e 400 mila euro. Fatto regolarmente il contratto, si aspettavano le linee guida. La Zona franca nasce da un’esperienza francese che dà la possibilità alle piccole imprese, fino a 50 dipendenti, di poter usufruire per un massimo di 12 anni di esenzioni fiscali, tributarie e previdenziali. Il decreto Milleproroghe, approvato alla fine di dicembre 2009, tolse le cosiddette esenzioni trasformandole in contributi sollevando proteste enormi dei sindaci dei 22 comuni partecipanti, alle quali, mi sono accodato come sindaco. Infine, abbiamo ottenuto la vittoria: le risorse sono state stanziate per il 2009-10. Non appena arriveranno le linee guida, daremo il via alle disposizioni. Il Comune di Catania aggiungerà 500 mila euro ai 7 milioni e 400 mila euro e chiederemo alla Regione siciliana di utilizzare una parte dei fondi Fas per investirli nella zona franca urbana di Catania”.
 

 
Ascolto delle istanze provenienti dalle Municipalità e rifacimento del manto stradale della città
 
In che modo in Comune coinvolge le Municipalità?
“Ho preso l’abitudine di invitare i presidenti delle Municipalità alle riunioni di Giunta, affinché possano essere loro portavoce delle questioni che premono alla gente. La Regione sta finanziando cantieri lavoro, per un ammontare di 11 mila euro ciascuno, in tutte le città. Per Catania, ne sono previsti almeno dodici. Ho voluto che dieci fossero destinati alle Municipalità. Per questo ho chiesto ai presidenti, di farci sapere quali fossero i lavori più urgenti. Hanno già presentato l’idea, il Comune ha realizzato i progetti e li ha trasmessi alla Regione. Siamo in attesa dei finanziamenti”.
A che punto è la rimozione della cartellonistica selvaggia?
“È stato fatto il censimento dei cartelloni abusivi. Sono oltre mille. Abbiamo già iniziato la rimozione”.
Parliamo di infrastrutture. Ci sono in cantiere degli investimenti?
“Un anno e mezzo fa la città di Catania era un “colabrodo”. Era impossibile transitare. Il Comune ha investito moltissimo nel recupero del manto stradale. Inoltre, abbiamo provveduto ad imporre alla ditta che svolge i lavori di metanizzazione in città di recuperare il manto stradale alla fine degli interventi. In questo modo sono stati recuperati 150 chilometri di strada. L’assessore alla Manutenzione è stato l’unico ad aver ricevuto dei fondi. Ma ancora sull’asse viario (600 km) c’è molto da lavorare. Poi c’è viale Fleming. Un’opera iniziata quattro anni or sono, bloccata poi per mancanza di fondi. Abbiamo recuperato i fondi e completato i lavori”.

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