Il Partito del Sud conviene al Paese - QdS

Il Partito del Sud conviene al Paese

Carlo Alberto Tregua

Il Partito del Sud conviene al Paese

venerdì 19 Marzo 2010

Mettere in moto tutto il convoglio

La Germania dell’Est, in ventuno anni, dal 1989, ha risalito le posizioni e sta raggiungendo la consorella dell’Ovest. Lo sforzo della Germania occidentale è stato enorme perché il comunismo aveva fatto terra bruciata di qualunque spirito di iniziativa tentasse di germogliare. Cosicché, più che di investimenti, c’è stato bisogno di ricominciare da zero seminando la cultura d’impresa.
L’operazione sta dando i suoi frutti e se la Germania riesce a superare la crisi prima degli altri partners europei lo deve al fatto che tutto il convoglio allemanno cammina, seppure ancora a velocità ridotta.
è evidente come un Paese, se dimezzato, non possa crescere, perché la parte sottosviluppata frena l’intero convoglio,  non solo non lo fa accelerare, ma lo comprime in un ambito di arretratezza.

Anche l’Italia ha un terzo della sua popolazione (20 milioni di abitanti su 60) arretrata in un territorio di otto regioni. Nello stesso territorio ci sono ulteriori pesi: a) la criminalità organizzata, soprattutto in tre di esse; b) una mentalità attendista e non imprenditoriale, che aspetta sempre la manna dal cielo; c) un’estesa cultura del favore che un ceto politico di basso livello ha diffuso perché non ha avuto la capacità di elaborare e realizzare progetti di alto profilo e di dimensioni strategiche. Cosicché il divario fra le otto regioni e le altre dodici aumenta costantemente e non se ne vede la fermata, nè la risalita.
Questo accade anche per un’altra causa: il forte consolidamento della Lega Nord in tutto quel territorio inesistente che si chiama Padania. Aggiungiamo che tale consolidamento è ampiamente meritato perché, dal punto di vista egoistico di quelle popolazioni, la Lega ha svolto un ottimo servizio e tutti i suoi componenti si sono dimostrati, a oggi, dei bravi amministratori locali. Per tutti citiamo il sindaco di Verona, Flavio Tosi, amato dai suoi concittadini.
Abbiamo più volte criticato Umberto Bossi per le sue sparate, ma dobbiamo riconoscere il suo grande intuito e, soprattutto, la fermezza con la quale ha guidato il suo partito sulla linea dell’autonomia e del distacco amministrativo da Roma.

 
Per quanto prima esposto, abbiamo sostenuto fin dall’inizio la nascita del Movimento per l’autonomia (2005) e quella del Pdl Sicilia (2009). Noi, vecchi autonomisti, che dal 1976 testimoniamo l’esigenza di dare alla nostra Isola quello che le tocca: l’esatta, completa e puntuale attuazione dello Statuto, legge di rango costituzionale in ogni sua parte.
Non ci pare, però, che l’Mpa e il Pdl Sicilia facciano passi avanti per far pervenire questo messaggio ai siciliani. Formuliamo la facile previsione che da qui alla scadenza della legislatura (2013) a bocce ferme, entrambe le parti perderanno l’attuale consenso.
Invece, servono alcune urgenti e importanti iniziative: a) formare i quadri a una scuola politica; b) utilizzare adeguatamente i mezzi di stampa per far pervenire il messaggio dall’Autonomia ai siciliani, a cominciare dalla classe dirigente; c) organizzare eventi di incontro in modo sistematico non solo nei nove capoluoghi, ma anche in tutte le città della Sicilia superiori a 20 mila abitanti; d) ottenere dalle televisioni nazionali la presenza di propri intellettuali, professori, direttori di quotidiani e altri, in modo che possano esprimere il punto di vista del Mezzogiorno su tutte le grandi questioni nazionali, non su quelle del Sud.

Il Partito del Sud conviene al Paese, perché senza il Sud non c’è lo sviluppo indispensabile affinché diventi competitivo a livello europeo. Pensare di produrre ricchezza a Nord e distribuire false pensioni d’invalidità, sussidi e indennità d’ogni genere al Sud è un vero e proprio suicidio della politica, non utile a chi esercita in modo becero tale attività e neanche alle popolazioni destinatarie dell’elemosina. In altre parole, al Sud non bisogna dare il pesce ma insegnare a pescare, cioè a diventare autonomo e apportatore di ricchezza all’Italia, non consumatore di ricchezza.
Il Partito del Sud non è di proprietà di nessuno ma di tutti coloro che comprendano il momento topico della svolta.

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