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Catania – Agli Stati generali molte idee ma poche proposte concrete

Melania Tanteri

Catania – Agli Stati generali molte idee ma poche proposte concrete

martedì 23 Marzo 2010

Mancano gli accenni alle reali possibilità di mettere in pratica eventuali progetti innovativi. Il progetto, voluto fortemente dall’amministrazione, sembra non attecchire

CATANIA – Mentre proseguono gli Stati generali aumentano le domande e i dubbi sul significato del progetto, sostenuto a gran voce dal sindaco etneo, Raffaele Stancanelli, ma che in città sembra continuare a non attecchire, o almeno a non farlo secondo quelle che erano le previsioni degli organizzatori, ovvero creare, attraverso la partecipazione di tutta la città, progetti concreti per ridisegnare Catania.
Allo stato attuale, infatti, pur tra le tante proposte, poche sono quelle a essere emerse sulle altre; la concretezza sembra rimanere molto distante da quella che per molti continua a essere un’occasione per parlare, ma non certo per cambiare registro. D’altronde, il comitato di presidenza non spicca per i tecnici, essendo composto da illustri catanesi ma non da esperti di uno specifico settore e, inoltre, nessuna idea univoca di città, attorno alla quale si sarebbe potuto lavorare, sembra esserci stata precedentemente agli stessi stati generali.
L’ultimo appuntamento, una serie di seminari sull’innovazione dal titolo “Ripensare Catania, ritrovare il futuro – idee per lo sviluppo di Catania”, per coinvolgere “le parti attive della società catanese attraverso incontri e iniziative proposte”, è sembrato proprio questo, molte chiacchiere, qualche idea, poco di concreto. I relatori, molti e di prestigio (tra gli altri, il sociologo Domenico De Masi e la professoressa ed ex assessore Elita Schillaci), hanno affrontato il discorso innovazione, evidenziando più ciò che manca rispetto a quello che dovrebbe esserci. Catania è stata dipinta come un luogo, come tanti altri nel meridione, vittima della fuga di cervelli, a causa anche dello scollamento tra la formazione e l’occupazione; una città indolente e quasi rassegnata, in cui la politica non fa. Tante le proposte e i passi da fare per affrancarsi da questa situazione, ma, in fin dei conti, nessun vero accenno alle reali possibilità di mettere in pratica eventuali progetti innovativi.
“Le risorse sono il punto critico di tutta questa faccenda – ha spiegato Salvo Mizzi, manager Telecom e componente del comitato di presidenza degli stati generali. Chiediamo, infatti, impegni all’amministrazione di assumersi la responsabilità della scelta, ad esempio, di digitalizzare tutta la macchina comunale”.
Qui sta il nodo: trovare le risorse e agire concretamente. Un inizio potrebbe essere costituito dalla piattaforma www.ithinkcatania.it, una sorta di social network, appena attivato, pensato per mettere in rete i gruppi di lavoro e favorire scambi di idee e di conoscenze.
 


Marco Consoli. “Non il luogo in cui si prendono le decisioni”
 
CATANIA – Sulla vacuità degli Stati generali un ulteriore spunto di riflessioni arriva dal presidente del Consiglio comunale, Marco Consoli. Questi, pur rispettando la scelta del sindaco  di coinvolgere la città in un ampio dibattito ne contesta alcuni aspetti.
“Avrei gradito – afferma Consoli – che il sindaco fosse venuto in Consiglio comunale a presentar il Comitato di presidenza e a esporre la sua idea; per rispetto istituzionale mi sarei aspettato un passaggio al senato cittadino”. Non solo, Consoli si sofferma sul fatto che il Consiglio comunale dovrà comunque essere coinvolto, dal momento che qualsiasi proposta esca dagli Stati generali, questa dovrà pur sempre passare dal vaglio dell’assemblea cittadina, l’organo deliberante.
“Non bisogna confondere – conclude – gli Stati generali con il luogo in cui si prendono le decisioni, cui è chiamato a rispondere il Consiglio comunale, dopo averne discusso ed essersi confrontato”.

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