Il presidente Giuseppe Castiglione, nell’intervento di apertura, ha spiegato come l’evento si inserisca nell’obiettivo, fatto proprio dalla Provincia regionale di Catania, di riportare in primo piano quegli ampi e incisivi poteri di programmazione di area vasta che la legge n. 9/86 ha riconosciuto più di venti anni fa alle Province. Una pianificazione, ha auspicato Castiglione, che possa essere condivisa da istituzioni e parti sociali, ma che soprattutto sia coordinata in tutti i suoi strumenti.
Alla presentazione di ieri dovrà infatti seguire l’approvazione del documento da parte della Giunta provinciale; l’iter proseguirà con il giudizio di merito da parte della Regione, acquisito il quale si potrà infine procedere alla definitiva approvazione in Consiglio provinciale. Al Psse faranno da corollario il Programma territoriale provinciale, che si occuperà di studiare la localizzazione di opere ed impianti di interesse sovracomunale così come delle opere pubbliche, e il Piano della mobilità che, superando il concetto di semplice viabilità vuole approdare a quello appunto di mobilità, in una rete in cui si svolgono le relazioni fra uomini e cose, rivisitando a fondo il sistema dei trasporti pubblici e della rete stradale.
Due le strategie di intervento del Psse: una territoriale e una settoriale. La prima individua porzioni di territorio omogenee verso cui canalizzare interventi e progettualità, la seconda i settori principali di sviluppo. Tre le macroaree territoriali individuate: pedemontana (a sua volta suddivisa in progetti Etna e progetto Simeto), Catania/metropolitana (suddivisa in territorio delle Aci e Catania Città) e area calatina (suddivisa in alto e basso calatino).
Dodici, invece, i settori di sviluppo segnalati.