Musei sotto chiave, cultura in agonia - QdS

Musei sotto chiave, cultura in agonia

Chiara Giarrusso

Musei sotto chiave, cultura in agonia

martedì 30 Marzo 2010

Beni culturali. Servizi scadenti e presenze in calo.
Difficoltà. Armao : “La stragrande maggioranza dei musei siciliani non è in grado di scambiare alcunché con il resto del mondo, perché non riusciamo a garantire livelli di sicurezza e climatizzazione adeguati”.
Musei minori. Le cifre parlano di “vertiginose” discese di presenze nei musei minori: nell’area archeologica di Mineo (Ct) si sono registrate 33 presenze paganti per un incasso di 50 euro.

PALERMO – Ventuno siti di interesse artistico-culturale su 105 in Sicilia sono negati al pubblico, perché chiusi:  sei per lavori di ristrutturazione, 12 per ragioni non meglio specificate, di cui sei visitabili “su richiesta, tre aperti solo in occasione di mostre e manifestazioni. Troppo spesso il turista in visita in Sicilia si trova di fronte al cartello “chiuso per restauro”.
Il museo archeologico regionale di Palazzo Varisano ad Enna, come si legge sul sito internet delle Regione siciliana, ad esempio, è chiuso momentaneamente al pubblico “a tempo indeterminato”.
Come denuncia Legambiente nel Dossier SalvailMuseo 2009, le ragioni sono da ricondurre alla mancata attuazione delle normativa sulla sicurezza.
 
Serve un finanziamento di 350.000 mila euro e la soprintendenza di Enna non è ancora riuscita a reperire le risorse necessarie per far fronte all’emergenza.
Per restare in “zona”, non va meglio al museo Alessi all’interno della chiesa madre di Enna, dal maggio 2008 dichiarata dall’Unesco”Monumento di pace”. La gestione sarebbe stata affidata alla cooperativa Demetra, ma come denuncia ancora Legambiente causa insufficienti entrate derivanti dal pagamento dei biglietti, che non avrebbero permesso la copertura dei costi del personale, dal gennaio 2006 il museo è stato chiuso.
Il caso Enna spinge a una riflessione sui concessionari privati. Sono davvero la panacea di tutti di mali? E ancora l’Antiquarium di Troina, ideato a seguito dei ritrovamenti rinvenuti nel corso delle campagne di scavi della metà degli anni cinquanta. I reperti prima ospitati nei magazzini del Museo Paolo Orsi di Siracusa, poi trasferiti ad Agrigento, perché Troina negli anni settanta ricadeva nell’ambito territoriale di quella Soprintendenza. A seguito di nuove campagne di scavi, nuovi ed importanti rinvenimenti, l’Antiquarium viene istituito dall’Amministrazione Comunale solo nel 1991, la sede individuata nell’ex Carcere Borbonico, il progetto finanziato, i lavori sostanzialmente completati nel 1996. Rimaneva da installare la scala antincendio e l’arredo museale per rendere la struttura fruibile, ma.. da allora tutto tace. La scala antincendio, denuncia ancora Legambiente, non sarebbe ancora stata realizzata, le antiche collezioni ubicate negli scantinati di diverse soprintendenze siciliane.
Neanche il museo di arte contemporanea di Gibellina gode di buona salute. Il problema più urgente riguarderebbe il degrado degli ambienti non climatizzati, né adatti a ospitare opere d’arte, per fare solo qualche esempio mancherebbero le pellicole anti ultravioletti ai vetri delle finestre con conseguenze evidenti per le opere esposte.
Musei in agonia dunque. Incuria, inefficienze e ritardi attestano come, sfatando luoghi comuni, la Sicilia nel 2010 non è ancora pronta a “ricevere”. Crocevia di genti che nel corso dei secoli hanno lasciato tracce indelebili della loro presenza insieme al “privilegio di ereditare” un patrimonio artistico-culturale dal valore inestimabile, tanto da poter vivere di “rendita”.
Ma sedi poco agibili, restauri interminabili, mancata attuazione delle disposizioni su sicurezza e conservazione denotano lo stato di emergenza del sistema museale isolano, ancora in corso d’opera. Concrete possibilità di sviluppo negate da problemi strutturali, connessi a inefficienze ed incapacità di impiego razionale delle risorse umane ed economiche disponibili.
Nelle gallerie regionali siciliane, poi,  eccezioni che confermano la regola a parte, è praticamente impossibile prenotare e acquistare on-line il biglietto di ingresso. Non sono previsti servizi di accompagnamento, illustrazione e commento delle opere esposte, bookshop, caffetterie, guardaroba. Verificare la presenza di servizi di nursery o baby parking sarebbe come cercare un ago in un pagliaio. A fronte di una simile offerta – andamento dei mercati a parte – non deve stupire il calo delle presenze registrato nei siti isolani.
I dati sulla fruizione dei beni culturali del 2008 attestano mezzo milione di visitatori in meno e perdite pari a 1,4 mln di euro rispetto all’anno precedente, per un totale complessivo di 12,9 mln di euro incassati dalla Regione, di cui 10 mln provenienti da sole 5 aree: il teatro antico di Taormina, la Valle dei Templi, la Neapolis di Siragusa e i siti archeologici di Segesta e Selinunte.

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