Regione, sito web a porte chiuse - QdS

Regione, sito web a porte chiuse

Angela Carrubba e Lucia Russo

Regione, sito web a porte chiuse

venerdì 09 Aprile 2010

Siti web. Incompleto quello della Regione.
“Non è più derogabile”. Lo ha scritto il presidente Lombardo nella direttiva agli assessori di più di un anno fa riferendosi all’attuazione del Codice dell’amministrazione digitale.
“Tempi non prevedibili”. Risponde Sicilia e-Servizi, la società partecipata al 51% dalla Regione che già entro il 2007 avrebbe dovuto garantire la massima accessibilità del sito web della Regione.

Il presidente Lombardo nella direttiva del 6 marzo 2009 agli assessori sulla programmazione strategica, scriveva – in grassetto e sottolineato -che l’applicazione del Codice dell’amministrazione digitale (Cad), che doveva già avvenire entro il 2007, non è più derogabile. Ad oggi “Sicilia e-Servizi”, la società partecipata dalla Regione, il cui compito esclusivo è l’informtizzazione della Pa regionale, non fornisce tempi certi sul completamento del portale unico della Regione. Da questo non è possibile scaricare moduli nè accedere a servizi per cittadini e imprese. L’informatizzazione della Regione è una branca del dipartimento Bilancio dell’assessorato all’Economia, che da maggio passa però alla Funzione pubblica. Intanto Brunetta ha adottato le “Linee guida sui siti web della Pa”, facilitando, così, la realizzazione anche per la Regione.
 
“Tempi non prevedibili” risponde l’ufficio stampa della Regione alla nostra domanda: quando sarà completato il portale unico della Regione siciliana?
Eppure il presidente Lombardo lo ha scritto nella direttiva del 6 marzo 2009 agli assessori: “Entro il 2007 l’Amministrazione regionale aveva come obiettivo  di: 1. prevedere l’accesso e lo scambio di informazioni on line dei dati relativi alle pratiche di cittadini e imprese; 2. utilizzare la posta elettronica per lo scambio di informazioni  sia all’interno che all’esterno dell’amministrazione regionale; 3. organizzare i siti internet in modo da individuare i contenuti minimi, compresa la disponibilità di moduli e formulari; 4. far esercitare il diritto per i cittadini e le imprese a richiedere ed ottenere l’uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione nei rapporti con l’Amministrazione regionale; 5. far esercitare il diritto per i cittadini e le imprese a trasmettere documenti all’Amministrazione regionale con qualsiasi mezzo telematico o informatico”.
Si tratta di adempimenti che prevedeva già il Codice dell’amministrazione digitale, dlgs n. 82 del 5 marzo 2005. Lombardo nella direttiva ha scritto in grassetto e sottolineato: “Tutto ciò non è più derogabile”. Solo che siamo all’aprile del 2010 e ancora il portale della Regione non è in grado di soddisfare tutte queste esigenze. Fino al 30 aprile del 2010 la branca “Attività informatiche della Regione e della Pubblica Amministrazione regionale e locale e coordinamento dei sistemi informativi” è affidata transitoriamente all’assessorato all’Economia, Dipartimento Bilancio e Tesoro di cui è direttore generale  (ad interim) Vincenzo Emanuele. Dal primo maggio passerà al dirigente generale del dipartimento Funzione pubblica e personale, Giovanni Bologna, all’interno dell’assessorato retto da Caterina Chinnici.
Il ministro Renato Brunetta nei giorni scorsi ha inserito nel sito web del ministero le “Linee guida” previste dall’art. 4 della Direttiva del Ministro del 26 novembre 2009, n. 8.  Di questo documento i cittadini-navigatori di Internet sentivano un gran bisogno, dal momento che spesso ci si trova a cercare informazioni che, pur presenti nel web, sono “nascoste” in mezzo a decine di norme, direttive, circolari e quant’altro, che costringono chi cerca ad effettuare molteplici link e collegamenti. 
 
Le pubbliche amministrazioni, adesso, avranno a disposizione criteri e strumenti per la riduzione dei siti web pubblici obsoleti ed il miglioramento di quelli attivi, in termini di principi generali, gestione e aggiornamento, contenuti minimi.  Il documento indica gli aspetti fondamentali che devono caratterizzare l’azione di ogni pubblica amministrazione nel processo di miglioramento continuo dei servizi e delle informazioni rivolte al cittadino attraverso la comunicazione via Internet.  Particolarmente  utile è per i siciliani sapere che esiste per gli “addetti ai lavori” – cioè per chi sta predisponendo il Portale web della Regione – questa guida che porterebbe, finalmente, a poter “vedere” l’organizzazione della struttura pubblica dei dipartimenti e dei loro responsabili. Nelle linee guida è specificato con chiarezza che è necessario “garantire un migliore accesso ai servizi (e-inclusion) e facilitare, in un’ottica di apertura e trasparenza, la valutazione dall’esterno dell’azione di governo, sia a livello nazionale che locale” e che “L’adozione degli strumenti e delle logiche di open policies, cioè caratterizzate da una forte interazione tra pari, devono diventare parte integrante delle modalità con cui la pubblica amministrazione si rivolge agli utenti”. 
 
Il nuovo Portale della Regione è ancora in fase di costruzione e – paradossalmente – è meno semplice della vecchia versione. Ad esempio se si entra nella pagina dell’assessorato all’Economia si trova solo l’elenco dei dipartimenti e delle competenze. Se si vuole accedere a documenti, come bilanci preventivi e consuntivi della Regione oppure circolari, occorre cliccare nel link che rimanda al vecchio sito internet. Dall’ufficio stampa della Regione ci hanno fatto sapere che Sicilia e- servizi sta procedendo gradualmente al riversamento dei documenti assessorato per assessorato ma la tempistica non è prevedibile. Ma come? Lombardo nella sua direttiva ammonisce che i “Tempi dei procedimenti devono essere certi e resi noti ai cittadini”!. Sicilia e-Servizi, società partecipata dalla Regione al 51%, ha esclusiva funzione di servizio per la Regione siciliana, con il compito di realizzare e gestire tutte le soluzioni Ict della Regione. La mission (come si legge nel sito web della società) “è la realizzazione della cosiddetta società dell’informazione. Il primo passo è quello della creazione e della gestione di una Pti (Piattaforma telematica integrata) che consenta di sviluppare i progetti di informatizzazione. Questi sono finalizzati da una parte a rivoluzionare, seguendo i principi di semplificazione e trasparenza, l’organizzazione interna dell’ Amministrazione regionale.
 
Dall’altra – attraverso la condivisione delle informazioni e delle conoscenze – banche dati e centri di accesso pubblico ai servizi digitali –, a trasformare la macchina regionale in un autentico motore di crescita sociale ed economica”. Nelle intenzioni, quindi, il Portale sarà anche in Sicilia come previsto dalle linee guida del ministro Brunetta finalizzato a “promuovere il dialogo tra cittadini e istituzioni già a partire dalla fase di avvio della progettazione” per “garantire il massimo livello di interazione attraverso l’adozione di tecnologie basate sul “linguaggio naturale”, semplificando così la navigazione dei contenuti informativi online e la partecipazione al processo decisionale” consentendo “l’interazione sincrona e asincrona tra il cittadino e l’amministrazione” . 
 
E come è scritto nel Codice etico della società “L’azione di Sicilia e-Servizi S.p.A. è, comunque, sempre e costantemente improntata all’assoluto rispetto della legislazione regionale, nazionale, della normativa dell’Unione europea. In nessun caso il perseguimento dell’interesse di Sicilia e-Servizi S.p.A. può giustificare comportamenti non in linea”.
 


Dall’Europa alle linee guida di Brunetta il percorso dell’informatizzazione
 
Il c.d. “Codice dell’amministrazione digitale” (Cad) trova origine nella strategia dell’Unione europea “i2010-società europea dell’informazione per il 2010”. Ecco il percorso del Cad:
1. Decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82, pubblicato in G.U. del 16 maggio 2005, n. 112 -S.O. n. 93 “Codice dell’amministrazione digitale”;
2. Decreto legislativo 4 aprile 2006, n. 159, pubblicato in G.U. del 29 aprile 2006, n. 99 – S.O. n. 105 “Disposizioni integrative e correttive al decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82 recante Codice dell’amministrazione digitale”;
3. Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 1 aprile 2008 – “Regole tecniche e di sicurezza per il funzionamento del Sistema pubblico di connettività previste dall’articolo 71, comma 1-bis del Decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82, recante il “Codice dell’amministrazione digitale”;
4. Decreto legge 29 novembre 2008, n. 185, convertito in legge 28 gennaio 2009, n. 2 che ha introdotto modifiche al CAD;
5. Legge 18 giugno 2009, n. 69, che ha introdotto il comma 2-ter e 2-quater all’articolo 54 del CAD in materia di contenuto dei siti delle pubbliche amministrazioni.

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