Un laureato su 5 senza lavoro dopo 5 anni - QdS

Un laureato su 5 senza lavoro dopo 5 anni

Vanessa Paradiso

Un laureato su 5 senza lavoro dopo 5 anni

mercoledì 05 Maggio 2010

Il rapporto AlmaLaurea sulla condizione occupazionale conferma le difficoltà riscontrate dall’Istat qualche giorno fa. Ad un anno dal conseguimento del titolo lavorano tra il 37 e il 40 per cento dei neo dottori dell’Isola

PALERMO – Dall’analisi del rapporto elaborato dal Consorzio AlmaLaurea sulla condizione occupazionale dei laureati nell’anno 2008 e intervistati ad un anno dalla tesi, emerge un forte calo dell’occupazione e una diminuzione dei guadagni dei neolaureati, rispetto alla rilevazione precedente.
Intanto, in campo nazionale la condizione occupazionale si attesta al 48,7% per chi lavora, 29,4% per chi non lavora e non cerca occupazione e del 21,9% è la percentuale di chi non lavora, ma cerca lavoro. Di questi lavoratori il 49,7% è uomo ed il 48,1% è donna.
In Sicilia, le percentuali non si discostano molto da quelle nazionali. Nel dettaglio, il numero di laureati nel 2008 nella sola Università di Messina è di 3.745 e di questi (91,2%) ad un anno dalla laurea ha risposto di lavorare (37,9%), non lavora e non cerca occupazione (27,7%), non lavora ma cerca (34,3%). Anche a Messina i lavoratori sono per il 43,4% uomini e per il 35,1% donne.
Il rapporto AlmaLaurea ha preso in esame anche i 1.156 laureati pre-riforma di Messina del 2004, intervistati a cinque anni dalla laurea. Chi lavora è il 70% (la media nazionale è l’82%), mentre 21 laureati su cento sono disoccupati (la media nazionale è il 10,4%). La stabilità coinvolge il 64%, un valore inferiore alla media nazionale del 72%. Il lavoro atipico riguarda il 32%, contro il 24% del complesso. Nell’Ateneo catanese, si può notare che a fronte di un maggior numero di laureati (5.479) solo il 40,5% dichiara di lavorare, non lavora e non cerca il 26,4%, non lavora ma cerca il 33,1%. Ugualmente i dati confermano che a Catania la quota di lavoratori maschili (45,1%) supera quella femminile (37,5%).
 
Secondo i dati Istat, in Sicilia mediamente lavora il 47,7%, con un tasso di disoccupazione del 28,9%. Andando ad esaminare in percentuale le condizioni occupazionali alla laurea notiamo che su un numero di occupati pari a 3.321, circa il 50% di tutti i laureati in Sicilia, in media il 39,7% prosegue il lavoro iniziato prima della laurea, il 10% non prosegue nel lavoro iniziato prima della laurea ed il 49,8% ha iniziato a lavorare dopo la laurea. Anche questo dato si avvicina a quello nazionale, dove su un totale di 162.000 laureati circa, prosegue il lavoro il 39,3% ed inizia a lavorare dopo la laurea il 45,9%.
Proseguendo nell’analisi si nota che in Sicilia l’attività lavorativa autonoma raggiunge una percentuale del 7,3% (in Italia 8,6%), contro il 38,20% occupato a tempo indeterminato. In totale, è stabilmente occupato il 45,50% e senza contratto il 9,8% (+1,3% rispetto al totale nazionale). Esaminando i settori di attività nazionale in percentuale, troviamo il settore pubblico al 33,9% e il privato al 66,1%. A tale riguardo, la Sicilia mostra il suo tallone di Achille, poiché nell’attività pubblica si colloca un +7,6% di lavoratori neolaureati, rispetto alla media nazionale. Tra Messina e Catania, i neolaureati trovano occupazione in agricoltura (1,3%), nell’industria (10,6%) e la maggior parte va a lavorare nel settore dei servizi (commercio, credito e assicurazioni, trasporti, informatica, sanità; 90,4%).
 

 
Stipendi bassi ad un anno dal conseguimento del titolo
 
PALERMO – Il guadagno ad un anno dal conseguimento della laurea supera complessivamente i 1.050 euro netti mensili. In termini nominali: 1.057 per gli specialistici, 1.109 per il primo livello, 1.110 per gli specialistici a ciclo unico. Rispetto alla precedente rilevazione, le retribuzioni nominali risultano in calo: si va dal 2% tra i laureati di primo livello al 3% tra i colleghi a ciclo unico, fino al 5% tra quelli specialistici. In Sicilia, il guadagno mensile netto per un laureato uomo è in media di 1.194 e per le donne 916 euro. Malgrado tutto comunque il pezzo di carta conviene. Secondo il rapporto AlmaLaurea il tipo di miglioramento notato nel lavoro riguarda il 35% circa di tutti i lavoratori occupati, poiché la richiesta della laurea per l’attività lavorativa ormai ha raggiunto una media del 33% per legge, una media del 13% non richiesta ma necessaria e del 36% non richiesta ma utile. Interessanti sono anche i dati forniti dal rapporto AlmaLaurea, dai quali si evince che dopo cinque anni dalla laurea lo stipendio medio di un giovane italiano è di circa 1.318 euro al mese, con una classifica che pone in testa i medici, seguiti da ingegneri, credito ed assicurazioni, ultimi in classifica insegnanti, psicologi, educatori e avvocati.

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