I comportamenti da seguire per risparmiare l’acqua corrente - QdS

I comportamenti da seguire per risparmiare l’acqua corrente

Marina Barrera

I comportamenti da seguire per risparmiare l’acqua corrente

martedì 11 Maggio 2010

I siciliani secondo l’Istat consumo 250 litri di acqua al giorno. Ma la media si può ancora abbassare. Il 36 per cento degli italiani lascia il rubinetto aperto mentre lava i denti

Palermo – I siciliani non sono degli spreconi d’acqua. Il consumo quotidiano della preziosa risorsa si attesta al di sotto della media italiana di 250 litri al giorno.
 È quanto si evince dai dati Istat relativi al 2008. L’Isola è agli ultimi posti insieme a Marche, Umbria e Puglia. è vero, però, che non è mai abbastanza. Basti pensare alle dispersioni di acqua potabile, che – secondo i dati diffusi dall’Istituto nazionale di statistica – sono maggiori al Sud. Palermo è seconda solo a Bari, con un eccesso di 76 litri. Catania registra dispersioni di rete superiori al 50%. 
Ognuno di noi, di certo, può dare un contributo per evitare di sprecarne altra. L’utilizzo di acqua è così continuo, che spesso non ci si rende conto di quanto se ne usa e di quanto se ne spreca nei gesti quotidiani. Basterebbe assumere dei comportamenti corretti, dall’uso di acqua per l’igiene quotidiano a quello per il giardino di casa.
Quando ci laviamo le mani, i denti o facciamo lo shampoo o ci radiamo la barba, teniamo aperto il rubinetto solo per il tempo necessario. Secondo i dati GFK Eurisko 2009, il 36% degli italiani lascia il rubinetto aperto mentre lava i denti. Uno spreco immane. è inoltre consigliabile preferire la doccia al bagno. Per immergerci in vasca – fa notare l’associazione Altroconsumo – sono necessari 150 litri di acqua, per una doccia circa un terzo. E invece per lavare i piatti a mano? Conviene raccogliere la giusta quantità d’acqua nel lavello e lavare con quella. In questo modo si risparmiano alcune migliaia di litri all’anno.
Attenzione, poi, a non trascurare un rubinetto che gocciola o un water che perde acqua: possono sprecare anche 100 litri d’acqua al giorno. Una perdita di 90 gocce al minuto – stima l’associazione dei consumatori – corrisponde a circa 4000 litri/ anno. Non utilizziamo il WC come un cestino della spazzatura: adottiamo scarichi ”intelligenti”, quelli a pulsante il cui flusso si può interrompere o, meglio ancora, quelli a manovella. Il 20% dei consumi domestici d’acqua finisce nello scarico del bagno. Ogni volta che lo azioniamo se ne vanno almeno 10 litri d’acqua.
Troppo spesso ci curiamo di una carrozzeria splendente per la nostra auto – noi siciliani ci teniamo particolarmente – trascurando il seppur minimo rispetto per l’acqua potabile. Pensate che per il lavaggio dell’auto viene utilizzata acqua per circa 30 minuti, con un notevole spreco di circa 150 litri d’acqua. Bisognerebbe ricordarsi di utilizzare sempre un secchio pieno. Si potranno risparmiare così circa 130 litri di acqua potabile a ogni lavaggio e si eviteranno sprechi inutili.
L’acqua – è bene sottolinearlo – può essere riciclata in diversi modi.
Quando fai scorrere l’acqua in attesa che diventi calda, raccoglila in una bacinella: puoi usarla per innaffiare, lavare i pavimenti, etc. Quando lavi la frutta e la verdura usa una bacinella e lascia in ammollo, usa l’acqua corrente solo per sciacquare. L’acqua che hai raccolto nella bacinella può essere riutilizzata.
 

 
Che cosa è l’impronta idrica o acqua virtuale
 
PALERMO – Non c’è solo l’acqua che consumiamo per lavarci i denti, i piatti o per farci una doccia. Si usa acqua anche per metterci in condizioni di mangiare un panino o di bere un caffè. è la cosiddetta “acqua virtuale” o “impronta idrica”, ossia la quantità d’acqua che viene impiegata per produrre, trasformare, trasportare o smaltire gli oggetti che ci circondano, o per coltivare e allevare ciò che mangiamo. Ecco perché, secondo alcune analisi, l’impronta idrica di un chilo di patate equivale a 250 litri d’acqua, quella di un chilo di carne di manzo a 15.500 litri, un bicchiere di vino a 120 e un chilo di cioccolato a 24 mila litri. Questo per gli alimenti. Per ciò che indossiamo, un paio di jeans equivale a 10.850 litri d’acqua e una maglietta a 2.720 litri. Il sito web “Water Footprint” (impronta idrica in inglese) fornisce alcuni dati statistici interessanti e permette, inoltre, di calcolare la propria impronta idrica personale in base ai consumi alimentari. è di sicuro un modo per rendersi conto ancor meglio di quanto il contributo di un singolo consumatore, senza comportare dei sacrifici, possa essere importante per evitare gli sprechi d’acqua quotidiani. Al cibo non si può rinunciare, ma il rubinetto si può chiudere.

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