Nella Pa si entra solo per pubblico concorso - QdS

Nella Pa si entra solo per pubblico concorso

Raffaella Pessina

Nella Pa si entra solo per pubblico concorso

mercoledì 12 Maggio 2010

Lo ribadisce il commissario dello Stato, lo scrive da sempre il QdS. Personale partecipate dismesse: sì al trasferimento in Resais

PALERMO – Come previsto, è calata la scure del Commissario dello Stato sulla manovra finanziaria del Governo Lombardo e approvata in extremis dall’Assemblea regionale siciliana lo scorso 30 aprile-1° maggio.
Già sul Qds del 4 Maggio, nell’editoriale di prima pagina il nostro direttore aveva previsto che il Commissario dello Stato Michele Lepri Gallerano avrebbe impugnato la legge, “almeno per quelle parti che riguardano le assunzioni, contro legge, improvvide ed inopportune perché destinano a persone che non hanno superato il concorso pubblico risorse che invece dovrebbero essere utilizzate per investimenti in attività produttive ed infrastrutture”.
L’impugnativa comprende ben 27 articoli, molti dei quali su argomenti di grande rilievo, come il credito d’imposta, la gestione pubblica delle acque, le terme di Sciacca, la Fiera del Mediterraneo e soprattutto la stabilizzazione dei precari.
Nel dettaglio è stato impugnato l’art. 21, comma 2 ultimo periodo, per violazione degli articoli 3 e 97 della Costituzione (“Agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si accede mediante concorso, salvo i casi stabiliti dalla legge”). La norma che prevedeva di “assicurare l’occupazione del personale” delle società termali di Sciacca e Acireale, è stata impugnata perché  “affetta da irragionevolezza oltre che lesiva del principio costituzionale del buon andamento della Pubblica Amministrazione”, anche perché non tiene conto di una valutazione sull’effettiva utilità dell’avvalersi di queste prestazioni lavorative. Lasciato intatto invece l’art. 24 sui trasferimenti in favore della Resais Spa, la società che accoglie tutti i dipendenti delle società dismesse.
 
Impugnati anche due commi (4 e 5) dell’articolo 51 che ridisegna la pianta organica della Regione prevedendo la stabilizzazione di personale precario. “Non appare invero conforme al principio di buon andamento della pubblica amministrazione — scrive il Commissario dello Stato – ampliare “ope legis” la dotazione organica di un cospicuo numero di unità di personale”. In particolare, il comma 4 riguarda i catalogatori. Il commissario sul comma 5 contesta la violazione del “principio del  pubblico concorso” delle procedure fissate dalla finanziaria per la stabilizzazione dei precari. Impugnato anche il comma 7 dell’articolo 16. La norma sostanzialmente consentiva, retroattivamente, una diversa definizione della base di calcolo per gli oneri del personale ai fini del rispetto degli obiettivi posti dal patto di stabilità interno, con presumibili effetti negativi per il bilancio dell’ente e conseguentemente sui saldi di finanza pubblica.
La competenza delle Regioni a statuto speciale in materia di patto di stabilità è riconosciuta esclusivamente alle autonomie speciali che erogano le risorse per la finanza locale e non anche a quelle come la Sicilia, nei cui territori tuttora il Ministero dell’Interno trasferisce le suddette risorse agli enti locali.( articoli 77 bis e 77 ter del D.L. 25 giugno 2008 n. 112, convertito in legge 6 agosto 2008, n. 133, che, come sancito da codesta Corte con le sentenze n.36/2004, n. 35/2005 e n. 159/2008, costituiscono principi fondamentali di coordinamento  della finanza pubblica ai fini della tutela dell’unità economica della Repubblica). Impugnato anche l’articolo che prevedeva il passaggio del personale dell’Ente Autonomo Fiera del Mediterraneo (35 dipendenti in servizio più 6 da assumere) alla Multiservizi Spa, società ad intero capitale regionale, mantenendo il profilo professionale e il trattamento giuridico ed economico attualmente goduto.
“La norma si ritiene lesiva del principio di buon andamento della pubblica amministrazione e privilegia le aspettative di mantenimento degli attuali livelli occupazionali e di reddito dei dipendenti senza tenere in alcun conto le esigenze funzionali, operative e finanziarie della società partecipata peraltro interessata da un processo di riordino globale delle società a totale e maggioritaria partecipazione della Regione nel dichiarato intento di contenere e razionalizzare la spesa pubblica”.

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