Idea Coldiretti per asili-fattorie, una valanga di richieste in Sicilia - QdS

Idea Coldiretti per asili-fattorie, una valanga di richieste in Sicilia

Michele Giuliano

Idea Coldiretti per asili-fattorie, una valanga di richieste in Sicilia

venerdì 14 Maggio 2010

Tre genitori su quattro vorrebbero per i loro figli un ambiente “familiare, semplice e naturale”. Le strutture viste come alternativa ai servizi scolastici da rendere al consumatore

PALERMO – Dalla Sicilia una valanga di istanze per l’apertura di asili in spazi agricoli. Una nuova offerta ai consumatori, una nuova richiesta soprattutto di questi ultimi dal momento che sono sempre di più quelli che chiedono che per il proprio figlio ci sia una collocazione all’interno di una struttura che sia a contatto diretto con la natura.
In pratica delle scuole dell’infanzia all’interno di fattorie, immerse nel verde e che siano quindi anche in grado di garantire sulla tavola, per le mense, prodotti genuini e freschi. Un ambiente ideale, lontano anche dal traffico, dallo smog, dal caos del centro città con anche un miglior servizio dal punto di vista della didattica. “Le richieste per aprire nuove strutture del genere – afferma Adriana Bucco, presidente di Donne Impresa della Coldiretti – sono almeno un centinaio e tante domande stanno arrivando dal Sud, soprattutto dalla Sicilia”. Segno anche qui dei tempi che cambiano e di una nuova cultura che non vede più l’offerta scolastica incardinata nei soliti schemi.
Proprio secondo una recente indagine della Coldiretti, tre genitori su quattro (cioè vale a dire il 78 per cento degli intervistati) vorrebbero per i loro figli “un ambiente familiare, semplice e naturale dove giocare all’aria aperta con piante e animali e gustare merende e colazioni genuine”. Specie nelle grandi città però, pensiamo a Palermo, Catania o Messina, non è facile trovare un’oasi del genere. Ma forse per i bambini siciliani la svolta è arrivata: proprio Donne Impresa della Coldiretti sta portando avanti il progetto di aprire in tutta Italia piccoli asili situati in grandi spazi agricoli. Un sogno che per molti genitori diventa realtà: uno spazio dove giocare con gli animali e stare a stretto contatto con la natura. Questa certamente potrebbe essere anche l’occasione per invertire il triste trend che vede le scuole siciliane, dal punto di vista edilizio, le peggiori d’Italia.
 
Lo dice una ricerca di Legambiente sulla qualità dell’edilizia scolastica con le città siciliane che si collocano agli ultimi posti: Caltanissetta è al 42esimo posto, Palermo al 69esimo, Siracusa al 75esimo, Trapani all’82esimo, Catania all’84esimo. Infatti nell’Isola il 60 per cento circa degli edifici scolastici è stato costruito prima del 1974, il 18 per cento delle scuole è ospitato in edifici che originariamente erano abitazioni e quindi del tutto inadeguati.
 
Per non parlare poi del fatto che, come appurato sempre da Legambiente, oltre una scuola su quattro è priva del certificato di agibilità statica e oltre una su tre della certificazione di agibilità igienico-sanitaria. Poco meno della metà degli edifici scolastici sono privi delle scale di sicurezza e poco più della metà sono prive delle porte antipanico. Il 40 per cento non ha impianti elettrici a norma. La costruzione ex novo di altri immobili, come nel caso degli asili all’interno di fattorie, potrebbe aiutare ad alleviare questo disastroso quadro dell’edilizia scolastica siciliana. Governo nazionale e Regione quindi dovrebbe quantomeno farci su un pensierino.
 


Utili ai bambini anche per essere bravi consumatori del domani
 
PALERMO – L’idea di asili-fattorie potrebbe davvero dare anche moltissimi altri aspetti positivi. I bambini infatti potrebbero imparare a diventare i perfetti consumatori del domani. Oggi sempre più giovani, proprio perché distanti dal contatto con la natura, con sempre maggiore difficoltà riescono ad individuare il cibo genuino che arriva sulle tavole. Non sanno in pratica quale sia la frutta di stagione. Un asilo del genere si pone ovviamente l’obiettivo di creare anche delle mense che abbiano come sfondo educativo anche il mangiar sano. “È una didattica sul campo – spiega ancora la presidente di Donne Impresa della Coldiretti, Adriana Bucco -, un modo per tornare ai ritmi della natura e scoprire, per esempio, che non in tutte le stagioni si trovano tutti i frutti”. “È un’educazione a contatto diretto con il mondo rurale che insegna al rispetto della natura e degli animali” gli fa eco Francesca Ballali, pedagogista. L’idea progettuale della Coldiretti sarebbe quella di creare asili in grado di accogliere i bambini da zero a sei anni con classi di massimo 10 alunni: “Il nostro obiettivo – dice in una nota l’organizzazione – è riuscire a far inserire una voce di bilancio specifica proprio per questo tipo di attività, noi forniamo tutto il know how”.

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