Emergenza rifiuti siciliana, caso nazionale - QdS

Emergenza rifiuti siciliana, caso nazionale

Rosario Battiato

Emergenza rifiuti siciliana, caso nazionale

mercoledì 19 Maggio 2010

Monta il dibattito politico sulle difficoltà di raccolta e smaltimento dei rifiuti nell’Isola, a partire dalle vicende nel capoluogo. D’Alì: “Assicurare la massima raccolta differenziata”. Realacci: “Grave l’incenerimento fai da te a Palermo“

PALERMO – Ancora perplessità sulla perenne emergenza rifiuti siciliana, che da un giorno all’altro potrebbe diventare irreversibile.
Il Governo regionale ha varato la nuova riforma dei rifiuti, che dovrebbe servire a ridare fiato ad un sistema vicinissimo al collasso. Tra le priorità l’abbandono dei termovalorizzatori, sulla cui gara d’appalto pesa ancora un’inchiesta della Procura di Palermo, che proprio nei giorni scorsi ha sentito anche il governatore Lombardo, in quanto qualche mese fa aveva denunciato gli interessi delle cosche mafiose nella gestione dei rifiuti nell’Isola. Tuttavia la soluzione del governo, espressa nella riforma dello scorso 12 aprile, non ha soddisfatto tutti.
“Le soluzioni che si stanno immaginando dopo il blocco delle gare per i termovalorizzatori – ha dichiarato Antonio D’Alì, presidente della Commissione Territorio, Ambiente e Beni ambientali al Senato a margine dell’incontro Ecodom ‘Il bene comune e la bellezza: dal mito del progresso all’arte del riciclo” all’Archivio di Stato – verso un nuovo piano di discariche sono contrarie all’evoluzione dei tempi e agli interessi del territorio”.
Aumentare il numero delle discariche non può infatti considerarsi come una soluzione al problema rifiuti, visto già tuttora l’Isola smaltisce il 90% dei suoi rifiuti nelle discariche. Un dato che lascia il senatore “molto preoccupato per l’emergenza siciliana”.
Soluzioni necessarie? Certamente la raccolta differenziata al momento ferma nell’Isola al 6%, lontano da altre realtà regionali dove i livelli superano persino il 40%.
“Va invece assicurata – ha spiegato D’Alì – la raccolta differenziata ai livelli massimi, in una regione che oggi ha la maglia nera in questo. Con una politica che deve vedere protagonisti anche i privati, i Consorzi per il riciclo e gli industriali per il riuso”.
Il documento di indirizzo denominato “Linee-guida operative sulla raccolta differenziata” – inserito nel Piano Regionale per la Gestione dei Rifiuti nel testo di riforma della legge 8 aprile 2010 n.9, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana del 12 aprile 2010 – fissa le tappe da raggiungere per i prossimi cinque anni in termini di raccolta differenziata e recupero materia: 2010 R.d. 20 per cento, recupero materia 15 per cento, 2012 R.d. 40 per cento, recupero materia 30 per cento, 2015 R.d. 65 per cento, recupero materia 50 per cento. Sono dati di tutto rispetto che dovrebbero permettere all’Isola di adeguarsi a quelli che sono gli standard nazionali.
Sulla situazione che si è determinata a Palermo interviene anche Ermete Realacci, deputato nazionale del Pd, il quale ha presentato un’interrogazione a presidenza del Consiglio e ministero Ambiente. “La crisi dei rifiuti in Sicilia sta emergendo con allarmanti analogie con quella della Campania. Inclusa l’esasperazione che spinge i cittadini ad azioni gravi e sbagliate come quella di incendiare i cassonetti. Una pratica estremamente pericolosa per l’ambiente e soprattutto per la salute dei cittadini stessi”, dice.
“L’incenerimento fai da te di una sola tonnellata di rifiuti urbani indifferenziati produce enormi quantità di diossina, con picchi che superano i 1000 micro/grammi per tonnellata – aggiunge – Un valore altissimo che può causare gravi patologie, contaminare acqua, suolo e aria, avvelenando coltivazioni e allevamenti. Il Governo prenda atto della situazione e intervenga con urgenza”.
 

 
Il caso. Dodici comuni conferiscono a 230 km di distanza
 
PARTINICO (PA) – I dodici comuni dell’Ato rifiuti Palermo 1 depositeranno la spazzatura nella discarica di Mazzarrà Sant’Andrea, in provincia di Messina. La decisione è stata presa dai sindaci e dai vertici della società d’ambito durante l’incontro con l’assessore regionale all’Energia, Pier Carmelo Russo. La discarica di Partinico, ferma da cinque giorni, resterà infatti chiusa per almeno altri trenta giorni.
Fino alla riapertura gli automezzi dell’Ato Palermo 1 dovranno percorrere ogni giorno 230 chilometri, una soluzione dispendiosa che permetterà però di rimuovere le centinaia di tonnellate di spazzatura che si sono accumulate nelle strade.
Nei prossimi giorni i vertici dell’Ato saranno convocati a un tavolo tecnico della Regione siciliana per pianificare l’utilizzo delle piattaforme idonee per lo smaltimento dei rifiuti differenziati. La Regione si è impegnata a rimborsare le spese extra che saranno affrontate dalla società d’ambito per depositare i rifiuti nella discarica del Messinese e metterà a disposizione tutte le strutture necessarie per la raccolta differenziata. I Comuni dovranno però raggiungere almeno il 15% di differenziata entro la fine dell’anno e il 65% entro il 2015, come previsto dalla nuova legge regionale. I comuni che non rispetteranno questa condizione saranno commissariati.

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