Il boato e un serbatoio vola. Paura nella raffineria di Gela - QdS

Il boato e un serbatoio vola. Paura nella raffineria di Gela

Liliana Blanco

Il boato e un serbatoio vola. Paura nella raffineria di Gela

giovedì 20 Maggio 2010

La storia dello stabilimento macchiata da diversi incidenti, 3 anni fa la morte di un precario. Operaio dell’indotto in stato di choc, indagini per capire le cause della deflagrazione

GELA – Lunedì ore 17,30: un altro boato ed un serbatoio ‘vola’ per oltre 70 metri. Il serbatoio vaga per qualche secondo e investe un operaio. È l’ennesimo incidente allo stabilimento Petrolchimico di Gela. Un altro pomeriggio di paura per una città che vive ormai sul filo del rasoio in fatto rischi industriali. Un improvviso aumento di pressione avrebbe causato l’esplosione all’interno dell’industria chimica di contrada Piana del Signore.
All’isola 7 Nord, dove è situato l’impianto di Ionizzazione la cui gestione è affidata alla ditta Ecotec si è verificato l’episodio di due giorni fa. La deflagrazione ha fatto balzare una colonna ad oltre 70 metri di distanza e di alcuni metri un serbatoio denominato in gergo “barilotto” (serbatoio intermedio di processo). Il serbatoio esploso tratta le acque acide dell’impianto SWS per l’abbattimento dei composti solforosi inquinanti e maleodoranti. Al suo interno avviene un processo di ionizzazione. Ma i parametri di reazione, per cause in corso di accertamento, sarebbero sfuggiti al controllo degli operatori della ditta Ecotec che ha costruito e che gestisce la struttura per conto della Raffineria di Gela. Il serbatoio sarebbe andato in pressione improvvisa fino ad esplodere inaspettatamente.
Il boato ha creato momenti di panico tra gli operai, uno dei quali, un dipendente della Cosmisud, impresa che opera per l’indotto della Raffineria, è dovuto ricorrere alle cure mediche dell’infermeria interna al petrolchimico. Per l’uomo si è rivelato indispensabile il trasferimento al Pronto soccorso dell’ospedale “Vittorio Emanuele”. I medici lo hanno sottoposto alla terapia e considerando che le condizioni non erano gravi lo hanno dimesso in giornata: si è trattato per lo più di uno stato ansioso dovuto allo choc.
Nell’impianto Ionizzazione gestito dalla Ecotec sono scattate subito le misure di sicurezza e la direzione aziendale dello stabilimento ha avviato un’indagine interna per capire le cause che possono avere  provocato lo scoppio, eventuali  responsabilità ed entità dei danni. L’episodio è stato gestito sul momento dai tecnici altrimenti  avrebbe potuto avere conseguenze devastanti anche per l’incolumità dei lavoratori.
I sindacati confederali hanno sollecitato un incontro con la direzione aziendale dopo avere raccolto ogni indiscrezione sull’accaduto e verificato l’incolumità dei lavoratori e dell’operaio della Cosmisud. “Si è trattato di un incidente di percorso – ha detto il segretario della Uilcem-Uil, Silvio Ruggeri – sul quale stiamo indagando per comprenderne le cause, tuttavia si è verificato in una delle aziende connesse al petrolchimico. Il nostro sindacato ha un’organismo apposito per i contatti con le singole aziende, l’LsA, con le quali realizzazioni corsi di formazione finalizzati alla prevenzione”.
Nella storia dello stabilimento di Gela ci sono diversi incidenti: il 28 giugno del 2002 un pericoloso scoppio si è verificato nell’impianto Topping; tre anni fa un dipendente precario, Salvatore Vittoriosi è morto ucciso dallo scoppio di un forno della linea 9100, mentre stava mettendo in pressione l’impianto nel corso di un intervento di manutenzione nell’Isola 13 dell’industria. Altri episodi similari si sono verificati fra il 2008 e il 2009.

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