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Messina – Nessuno sconto per Franza & Co, prosegue l’inchiesta sul ‘fu’ calcio

Francesco Torre

Messina – Nessuno sconto per Franza & Co, prosegue l’inchiesta sul ‘fu’ calcio

martedì 25 Maggio 2010

Presunta distrazione di risorse, nel mirino anche il collegio sindacale per omessa vigilanza. Sei rinvii a giudizio e dodici contestazioni per i risvolti della procedura fallimentare

MESSINA – La Procura aveva chiesto sei rinvii a giudizio, e sei rinvii a giudizio sono stati. Nessuno sconto per i fratelli Franza e per gli altri indagati nel corso dell’inchiesta che riguarda la fallita società calcistica FC Messina. Dodici, addirittura, le contestazioni d’accusa, principalmente per alcuni risvolti della procedura fallimentare da cui sembrerebbe emergere la distrazione di fondi, la bancarotta fraudolenta e false comunicazioni sociali.
Queste le conclusioni dell’udienza preliminare dello scorso 13 maggio, che ha fissato la data del 7 ottobre prossimo per l’inizio del rito ordinario e quella del 27 maggio per la prima tappa del giudizio abbreviato richiesto da uno dei soggetti indagati, la società MondoMessina Service s.r.l., con l’affidamento di una perizia contabile.
L’inchiesta, ricordiamolo, è stata condotta dal sostituto procuratore della Dda Vito Di Giorgio e dai colleghi della Procura Fabrizio Monaco, Francesca Ciranna e Maria Pellegrino. Sei in tutto i soggetti coinvolti: i fratelli Pietro e Vincenzo Franza, presidente e vice della società calcistica; Domenico Santamaura, presidente del collegio sindacale della società; Carmelo Cutrì e Stefano Galletti, componenti del collegio sindacale; Francesco Cambria, presidente del Cda della “Co.fi.mer. Spa” e componente dell’FC Messina; “MondoMessina Service Srl”.
Le contestazioni d’accusa mosse dalla Procura riguardano un intervallo di tempo abbastanza esteso, cioè dal maggio del 2007 al novembre del 2008. Sei contestazioni sono rivolte ai Franza, tra cui come detto sopra bancarotta fraudolenta, distrazione di fondi e false comunicazioni sociali. Un’altra accusa riguarda la circostanza secondo cui, come contestato dalla Procura, entrambi avrebbero “sposto nel bilancio chiuso al 31 dicembre 2005 fatti non rispondenti a verità (…) con ciò concorrendo a cagionare il dissesto della società Fc Messina Peloro s.r.l.”, e poi sono passate al vaglio dei procuratori anche tutta una serie di rapporti economici non troppo chiari con società e associazioni satellite. Infine, per i membri del collegio sindacale, emergerebbe il profilo di omissione del potere di vigilanza e dei poteri ispettivi, con conseguenza l’aver provocato in concorso con i Franza la distrazione di consistenti risorse economiche della società.
 

 
La situazione. Coperti i buchi di bilancio
 
Messina – Lunga e tormentata la vicenda legata al fallimento dell’FC Messina lo è stata non solo per i Franza ma anche per i giocatori e per tutti coloro che vantavano crediti nei confronti della società. Nel mese di aprile, comunque, sono stati definitivamente onorati tutti gli impegni, per un importo complessivo di 3,7 mln di euro, grazie soprattutto alla riscossione di un buon numero di crediti. D’ora in poi, chiunque fosse interessato ad acquisire il “marchio”, potrà farlo dunque senza trovare buchi di bilancio.
Una boccata di ossigeno dopo la condanna della prima sezione penale del tribunale per il cosiddetto “doping amministrativo” (4 mesi per Pietro Franza e pagamento di 150 quote per la società). E le azioni dei legali dei Franza non finiscono qui. Qualche settimana fa, infatti, l’FC Messina si è rivolto al Tar di Catania chiedendo al Comune di Messina un risarcimento danni per 80 mln di euro, in virtù della decisione del Consiglio di annullare le delibere con cui era stato approvato lo schema di accordo procedimentale per la gestione degli stadi cittadini, già sottoscritto tra le parti.

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