Lombardo assuma tutti i disoccupati - QdS

Lombardo assuma tutti i disoccupati

Raffaella Pessina

Lombardo assuma tutti i disoccupati

mercoledì 09 Giugno 2010

Forte richiesta. A Presidente e Governo della Regione Siciliana.
Disoccupati uguali davanti alla legge. Tutti i disoccupati sono uguali davanti alla legge, se i precari degli enti locali scaduto il contratto vengono assunti senza concorso, è un’ingiustizia.
Concorso pubblico. Nella Pubblica amministrazione si accede solo per concorso, lo ha ribadito il commissario dello Stato impugnando gli articoli della Finanziaria sulla stabilizzazione

I disoccupati sono tutti uguali di fronte alla legge. Non si capisce perchè il Governo deve fare una battaglia a Roma per stabilizzare i 22.500 precari degli enti locali siciliani, che alla scadenza del contratto rimarrebbero senza lavoro, e non preoccuparsi invece di tutti i precari della Pa. Ovvero 70 mila persone se ai 22.500 aggiungiamo i 6 mila della Regione, i 7 mila Lsu, i 7 mila precari della formazione regionale e ancora i 28 mila forestali. E perchè poi non preoccuparsi di tutti i 236 mila siciliani che secondo i dati Istat risultano in cerca di lavoro in Sicilia? Non è possibile accettare dei privilegiati tra i disoccupati, che hanno lavorato nella Pubblica amministrazione senza aver mai superato un concorso, e adesso potrebbero entrarvi definitivamente.
 
Oggi entra nel vivo la questione della stabilizzazione dei precari in Sicilia. Per questa mattina infatti è convocata la Commissione Bilancio dell’Ars per esaminare la bozza governativa che dovrebbe sanare la posizione di 22.500 persone. Secondo il disegno di legge (fino a lunedì scorso in Commissione Bilancio del documento non se ne aveva notizie) entro un anno gli enti locali dovranno trasformare a tempo indeterminato i contratti dei precari mentre la Regione siciliana aumenterà da 5 a 10 anni il contributo per la stabilizzazione. Intanto il governatore Raffele Lombardo nei giorni scorsi ha chiesto al sottosegretario Gianni Letta la deroga al patto di stabilità per rinnovare, intanto, i contratti in scadenza di 22.500 precari. Al sottosegretario  il governatore ha chiesto la modifica della manovra correttiva del governo “perché non sia applicata ai precari degli enti locali siciliani la norma che fissa un limite del 50% ai contratti che comuni e province possono rinnovare”.
Su questo argomento si sono mostrati sensibili tutti i partiti, tant’è vero che sono stati presentati disegni di legge sull’argomento sia dal Pd che da Udc e Pdl. A fianco dei precari sono scesi in campo anche il presidente dell’Ars Francesco Cascio e il presidente della Commissione Affari Costituzionali, Carlo Vizzini, ricevuti dal sottosegretario alla Presidenza, Gianni Letta. “I lavoratori degli Enti Locali  – ha detto Cascio – costituiscono la spina dorsale del nostro sistema. La spinosa questione dei precari siciliani, quindi, ci vede impegnati in prima linea e faremo quanto occorre per mettere fine alla tragedia che investe migliaia di famiglie. Siamo dalla parte dei lavoratori, ma per dare loro risposte serie, la politica deve dimostrare senso di responsabilità”.
Questo per quanto riguarda la cronaca. I numeri parlano chiaro: i precari sono 34.576, di cui 22.700 utilizzati dagli enti locali, a cui si aggiungono i 6.573 appartenenti al bacino degli LSU ed i 5483, impegnati nell’amministrazione regionale. Ma stiamo parlando di persone che un lavoro, bene o male, ce l’hanno. L’obiettivo della stabilizzazione è quello di dar loro la sicurezza di non essere mai più licenziati. Situazione che non si verifica comunque nelle aziende private.
Invece le persone in cerca di lavoro in Sicilia sono ben 236 mila e, inoltre dalle rilevazioni Istat ben 96 mila in Sicilia di quelle in cerca di occupazione, non hanno alcuna esperienza lavorativa. Il tasso di disoccupazione in Sicilia è pari al 13,9%, uno dei più alti d’Italia,. I precari siciliani si possono considerare dei privilegiati perchè hanno avuto l’opportunità di lavorare (alcuni hanno alle spalle anche 21 anni di precariato).
I disoccupati dovrebbero essere tutti uguali di fronte alla legge, non c’è dunque nessun motivo per cui la Regione dovrebbe preoccuparsi di fare battaglie chiedendo persino una deroga del Patto di stabilità per assumere i precari che alla scadenza del contratto diventerebbero disoccupati.
Non appare giusto assicurare ai precari, finora privilegiati, un posto di lavoro e lasciare senza lavoro il 38,5 per cento delle forze di lavoro disoccupate sotto i 24 anni che ci sono in Sicilia. Un precedente tentativo di stabilizzazione dei precari è avvenuto nel corso della approvazione della finanziaria, ma era andato male:  il commissario dello Stato per la Regione Siciliana Prefetto Michele Lepri Gallerano ha impugnato infatti dinanzi alla Corte Costituzionale 27 articoli della Finanziaria approvata dall’Assemblea Regionale il primo maggio scorso. Tra gli articoli si trova anche l’art. 51. I commi 4 e 5 dell’art. 51 sono stati ritenuti in contrasto con gli articoli 3, 51 e 97 della Costituzione in quanto prevedono l’ampliamento di altre 400 unità della dotazione organica e una individuazione diversa e più ampia, della categoria di precari destinatari  dei processi di stabilizzazione. “Non appare  conforme al principio di buon andamento della pubblica amministrazione ampliare “ope legis” la dotazione organica di un cospicuo numero di unità di personale”, viene scritto nella motivazione della impugnativa. Viene anche evidenziato un trattamento differenziato rispetto al personale precario di altre amministrazioni pubbliche violando i principi di imparzialità ed eccedendo la competenza statutaria con specifico riferimento al principio del pubblico concorso che costituisce la regola per l’accesso all’impiego alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche da rispettare.
A questo proposito il nostro giornale il 25 ottobre del 2008 si era occupato proprio di questa contraddizione, peraltro ancora irrisolta: vincitori di concorso bandito nel 2000 e rimasti fuori dall’amministrazione regionale, mentre 6.490 precari assunti per chiamata diretta.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017