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Messina – Si lavora meno, si comincia tardi l’occupazione giù di sette punti

Francesco Torre

Messina – Si lavora meno, si comincia tardi l’occupazione giù di sette punti

mercoledì 09 Giugno 2010

Quadro desolante in provincia. Chi viene espulso dal mercato non riesce più reinserirsi. Cgil: uno su sette trova lavoro dopo il diploma, a spasso un laureato su due

MESSINA – Si lavora di meno e si comincia a lavorare più tardi. è questo il risultato del censimento della Cgil sul tasso di disoccupazione giovanile nella provincia di Messina, presentato alla stampa nel corso di una conferenza “lacrime e sangue”. Qualche numero?
Dal 2008 al 2009 il tasso di occupazione nella fascia di età compresa tra i 15 e i 24 anni è sceso di oltre sette punti percentuali, dal 21,5 per cento al 14,4. Ovvero, mentre fino a due anni fa solo un messinese su cinque trovava lavoro subito dopo il diploma, adesso la proporzione è di uno su sette. E l’aumento del tasso di disoccupazione risulta ancora più preoccupante se prendiamo in considerazione i dati riguardanti la fascia di età compresa tra i 25 e i 34 anni, che comprende anche tutti i giovani laureati. Qui il calo è addirittura di oltre 18 punti percentuali, dal 67,1 per cento del 2008 al 48,4 dell’anno successivo. Il che significa che almeno un giovane su due, a Messina, cerca e non trova lavoro. Se uniamo poi a questi dati l’aumento costante del numero degli inattivi, coloro cioè che il lavoro nemmeno lo cercano più tanto sono convinti che si tratti di una perdita di tempo o di un constante rischio di sfruttamento professionale, ci rendiamo facilmente conto di come il quadro sia più che desolante.
“Siamo di fronte a una sorta di piano inclinato, del quale bisogna invertire la tendenza”, ha commentato in conferenza Lillo Oceano, segretario generale della Cgil Messina, il sindacato promotore l’anno scorso dell’apertura del Sol, lo Sportello di Orientamento al Lavoro nato con l’obiettivo di fornire un aiuto concreto a chi si affacci sul mercato del lavoro per la prima volta e con giustificato timore.
“Dalla nostra apertura una media di sette persone a ricevimento si è rivolta a noi per avere assistenza”, sostiene la responsabile del Sol Stefania Radici, qui al bilancio di primo anno della struttura, che sottolinea: “La maggior parte era alla ricerca della prima occupazione, ma non sono pochi coloro che ci hanno chiesto supporto perché recentemente espulsi dal mercato del lavoro e ora non riescono più a reinserirsi”.
“La crisi è tutt’altro che conclusa”, ha avvisato infine Oceano senza alcun ottimismo per il futuro, “e nella nostra provincia incide di più perché colpisce un territorio già fragile. La flessibilità è divenuta in realtà precarietà e a subirne le maggiori conseguenze sono l’occupazione giovanile e quella femminile”.
 

 
Carenze. Il collegamento tra formazione e lavoro
 
Messina – “Se nel 2009 il dato nazionale della disoccupazione giovanile era del 25,4 per cento e nella nostra città ci si attestava sul 36 per cento, ora che nel primo trimestre 2010 il dato nazionale ha toccato il 27,7 per centro qui da noi quanti sono i giovani che non trovano sbocco?”.
La domanda, legittima, proviene dal segretario generale della Cgil Messina Lillo Oceano, che oltre a puntare il dito sulla difficile situazione del lavoro giovanile in provincia ha evidenziato la grande distanza ormai riconosciuta da tutti tra formazione e mercato del lavoro. Secondo i dati del sindacato, infatti, aumenta a dismisura il numero delle persone che ritiene che il percorso di studi sia utile ai fini della ricerca del lavoro. E di pari passo aumentano i giovani disposti a fare stage e tirocini gratuiti dopo la laurea pur di fare esperienza. Finendo per immettersi tardissimo nel mercato del lavoro, ed incentivando una politica di sfruttamento che certo non potrà mai essere votata alla qualità.

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