Il futuro della Sicilia sempre più verde e cerca il raddoppio dei parchi nazionali - QdS

Il futuro della Sicilia sempre più verde e cerca il raddoppio dei parchi nazionali

Rosario Battiato

Il futuro della Sicilia sempre più verde e cerca il raddoppio dei parchi nazionali

giovedì 17 Giugno 2010

L’Isola conta quattro parchi: Madonie, Alcantara, Nebrodi ed Etna, rimangono in attese altre quattro aree. Bufardeci: Bisogna trovare un’intesa per la perimetrazione che non penalizzzi l’agricoltura”

PALERMO – Nell’anno della biodiversità e ad un paio di settimane di distanza dalla settimana europea dei parchi il tema delle aree protette nazionali resta sempre particolarmente attuale e strategico. In Sicilia si prova a raddoppiare l’attuale numero, ma il cammino appare ancora complesso. Attualmente l’Isola può vantare quattro parchi nazionali: Madonie, Alcantara, Nebrodi ed Etna. Il Parco delle Madonie è stato creato nel 1988, immerso in quindici comuni del Nord-Ovest dell’Isola, ricco di varietà faunistica e di vegetazione. Il Parco dell’Alcantara si snoda attraverso 40  km di sponde del corso d’acqua che attraversa le province di Catania e Messina, quasi lambendo i parchi dell’Etna e dei Nebrodi. Proprio quest’ultimo, che raccoglie il 50% dei boschi di Sicilia, rappresenta la più grande area protetta dell’Isola.
 
Il Parco dell’Etna ruota ovviamente attorno l’imponenza dei 3.300 metri di altitudine e della varietà di paesaggio impressa dalla presenza di uno dei vulcani più famosi e suggestivi del mondo. Ma la Sicilia è ancora in attesa per la conferma di altri quattro parchi nazionali, che farebbero notevolmente ampliare l’offerta turistica della regione e aumenterebbero il lustro del patrimonio naturalistico isolano. Le aree in attesa – peraltro già previste nella finanziaria 2007 – dovrebbero nascere a Pantelleria, nelle Eolie, nelle Egadi e nei Monti Iblei. Proprio nei giorni scorsi si è svolto a Palermo l’ennesimo incontro tra amministratori e i membri della commissione ambiente senato presieduta da Antonio D’Alì. Gli amministratori locali dei comuni, dove dovrebbero sorgere le aree protette, hanno manifestato qualche perplessità in merito ai vincoli che la presenza di un parco nazionale comporterebbe sul territorio. “C’è sempre un approccio di diffidenza da parte degli amministratori locali quando si deve istituire un parco – ha spiegato D’Alì – perché si pensa sempre all’aspetto vincolistico, noi invece vogliamo un approccio positivo, di promozione dello sviluppo”.
 
Per una Sicilia che vuole puntare sul turismo sostenibile e su una gestione più consapevole del proprio territorio, l’istituzione dei parchi sarebbe essenziale, ma per procedere nell’iter la legge nazionale richiede l’intesa con la Regione. “Bisogna trovare un’intesa sulla perimetrazione – ha spiegato Titti Bufardeci, assessore regionale alle Risorse Agricole – che sia in grado di non penalizzare l’agricoltura che è un settore già particolarmente in crisi”. Equilibrio quindi tra sviluppo e protezione del territorio, ma anche grande attenzione a quelle che sono, come ha osservato Francesco Ferrante (PD), “le possibili valorizzazioni per i territori interessati dall’istituzione di un parco”. Intanto si prepara anche un’audizione per l’area marina protetta di Capo Gallo a Palermo, mentre presso la riserva dello Zingaro – che il 17 maggio scorso ha compiuto 30 anni – potrebbe essere istituita un’altra area marina protetta. In conclusione il futuro dell’Isola sembra decisamente prospettarsi sempre più verde.

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