I Confidi a gonfie vele, chiusi in positivo tutti i bilanci del 2009 - QdS

I Confidi a gonfie vele, chiusi in positivo tutti i bilanci del 2009

Michele Giuliano

I Confidi a gonfie vele, chiusi in positivo tutti i bilanci del 2009

venerdì 18 Giugno 2010

In Sicilia prende sempre più piede questo sistema di erogazione di finanziamenti agevolati alle imprese. Nell’ultimo anno le banche hanno erogato circa 600 mln attraverso questi strumenti

PALERMO – Confidi, provare per credere. In Sicilia il sistema dei prestiti agevolati nel 2009, vuoi per la crisi, vuoi perché le banche hanno fatto le bizze, è riuscito a sfondare abbastanza bene. Tanti i milioni di euro erogati, tante altre le imprese che avrebbero voluto attingere a questo bacino di finanziamenti ma che non sono riusciti a rientrare. Quello che è certo è che un po’ ovunque e sotto ogni forma associati i Confidi nell’Isola sono riusciti a decollare.
Tutti i Confidi siciliani hanno chiuso in positivo il bilancio 2009. Il sistema dei Confidi siciliani ha funzionato come un vero e proprio ammortizzatore sociale per il sistema delle imprese dell’isola strette dalla morsa della crisi. I confidi, almeno quelli più importanti, hanno fatto da cuscinetto per evitare che le imprese del commercio, dell’artigianato, dell’industria e dei servizi piombassero nella crisi più nera per difficoltà di accesso al credito proprio in un momento in cui le banche si chiudevano a riccio nella erogazione dei credito. Il sistema dei Confidi, con i suoi 100 mila soci, di cui una percentuale molto alta operativi, ha fatto da argine e questo ha funzionato. Il sistema bancario ha ricominciato ad erogare finanziamenti proprio attraverso la cinghia di trasmissione dei Confidi. Solo il Gruppo Unicredit con Impresa Italia, in Sicilia, prevalentemente tramite il Bds, ha erogato qualcosa come 300 milioni di euro. Secondo una stima il sistema bancario ha erogato nel 2009 circa 600 milioni di euro e di questi la maggior parte tramite i Confidi. La crescita di Fideo va quindi contestualizzata all’interno di un sistema che sta crescendo sempre di più ma che ha necessità di essere riorganizzato e irrobustito da un punto di vista patrimoniale.
A capire per prima il vantaggio che avrebbe comportato l’utilizzo del sistema dei Confidi sono state proprio le banche che in questi ultimi mesi hanno imparato a intrattenere rapporti strettissimi con i più importanti Confidi dell’Isola.
Significativo anche il primo bilancio del progetto “Sos Impresa Italia”, l’iniziativa di UniCredit finalizzata a sostenere le piccole imprese in momentanea difficoltà: sono mille 339 le piccole imprese siciliane che sono riuscite a superare una fase di difficoltà e che possono oggi continuare normalmente la propria attività grazie a nuovi finanziamenti messi a disposizione da UniCredit o alla riarticolazione dell’indebitamento. Accanto ad esse, quasi altre 6 mila piccole aziende del territorio con segnali di tensione finanziaria sono state assistite dalla banca nella regolarizzazione e nel rispetto dei pagamenti. In totale sono 7 mila 298 le piccole imprese della Sicilia che hanno potuto così superare la fase critica e continuare la propria attività grazie al supporto di UniCredit e alla fattiva collaborazione con le Associazioni di Categoria. In Italia in sette mesi circa 11 mila e 600 piccole imprese sono riuscite a superare una fase di difficoltà dovuta alla crisi finanziaria grazie a nuovi finanziamenti.
 

 
L’approfondimento. Ecco come il sistema riesce a funzionare
 
PALERMO – I consorzi nascono dalla necessità di agevolare, attraverso lo strumento dell’associazionismo, l’accesso al credito da parte delle micro, piccole e medie imprese operanti nei settori del commercio, dell’artigianato, del turismo, della pesca, dell’agricoltura (qui tratteremo solo, per la competenza, quelli costituite da imprese commerciali e/o artigianali). Tali aziende, infatti, da sole possono incontrare delle difficoltà per ottenere un finanziamento, essenzialmente per due motivi: la loro piccola dimensione, che può comportare un aumento del prezzo del credito; l’impossibilità di offrire idonee garanzie, condizione che può causare il rifiuto del finanziamento richiesto. Con l’associazione alle imprese, vengono attenuate queste difficoltà; alla debolezza contrattuale della singola impresa, infatti, si sostituisce la “forza” del consorzio che riesce ad ottenere migliori condizioni nei finanziamenti e aumento dei limiti del credito concesso per le imprese consorziali. Questo è reso possibile perché i consorzi costituiscono un "fondo rischi" alimentato da tutti gli associati, e sul quale la Regione interviene in eguale misura.

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