Comuni sulla carta e non on-line - QdS

Comuni sulla carta e non on-line

Michele Giuliano

Comuni sulla carta e non on-line

martedì 22 Giugno 2010

Enti locali. Computer e internet questi sconosciuti.
Pec a singhiozzo. La Posta elettronica certificata è attiva ormai ovunque, ma scarseggiano le caselle attive. Molte amministrazioni, infatti, ne hanno soltanto una.
Pagamenti on-line. Forse la più grande mancanza: a Catania si possono pagare contravvenzioni e Ici, a Caltanissetta le multe; per il resto, solo tante promesse non mantenute.

PALERMO – Possibilità di dialogare via posta elettronica in modo efficiente con l’Ufficio pubblico di turno, di pagare le multe o i tributi comunali tramite il web, di stampare da casa i documenti emessi dall’Ente locale.
Quello che sembra fantascienza è ciò che, per legge, dovrebbe accadere anche nelle Pubbliche amministrazioni siciliane ma che, vista la mancata applicazione del Codice dell’amministrazione digitale (legge 7 del 2005) e delle novità introdotte dalla legge 69/09 (quella voluta dal ministro per la Pa e l’Innovazione, Renato Brunetta) per i siciliani resta soltanto un sogno.
I riscontri sui siti web istituzionali dei Comuni siciliani sono a dir poco deludenti. In fin dei contri, è l’ennesima e schiacciante vittoria della burocrazia a danni di una semplificazione che tarda ad arrivare.
 
Dell’ufficio unico Ict (Information and communication technologies) neanche l’ombra, così come in pochissimi si sono adeguati (e solo parzialmente) al pagamento dei tributi on-line. Per quanto riguarda i servizi alle imprese, è quasi tabula rasa; poco meglio quelli ai cittadini, ma incompleti.
I Comuni capoluogo in Sicilia non si sono affatto adeguati al Codice dell’amministrazione digitale, né tanto meno sembrano esserci vicini: sia per quel che concerne la legge 7 del 2005, sia per l’adeguamento alla più recente legge numero 69 del 2009. In pratica, i centri siciliani non si sono adeguatamente informatizzati limitandosi allo stretto indispensabile. Anzi, anche meno.
L’unica nota parzialmente positiva è che la Posta elettronica certificata, ormai ovunque. Molti Comuni però sono carenti di caselle attivate: Catania, Agrigento, Enna e Trapani, per esempio, ne hanno una sola, che in pratica dovrebbe ricevere la posta per tutti i Settori. Non parliamo poi del protocollo informatico e del fascicolo: un emerito sconosciuto per i Comuni capoluogo.
Non è affatto confortante, insomma, l’attrezzatura informatica degli Enti. In pratica in ogni Comune ci sono evidenti lacune se si confrontano i servizi attivati rispetto alle novità introdotte dalle normative nazionali sull’informatizzazione delle Pubbliche amministrazioni. Quello che risalta più agli occhi è l’unanime assenza del servizio di pagamento tributi on-line.
La legge numero 69 del 2009, quella emanata dal ministro Renato Brunetta, dice chiaramente che “deve essere introdotta la semplificazione dei rapporti con i cittadini e con le imprese attraverso l’introduzione di forme di pagamenti informatici”.
Ebbene, i riscontri in Sicilia sono davvero deludenti, a dir poco. Solo Catania dà la possibilità di potere pagare on-line le contravvenzioni e l’Ici, a Caltanissetta si possono pagare solo le multe. Per il resto non c’è più traccia di pagamenti di tributi on-line. Quindi per il cittadino lunghe code agli sportelli, pagamento delle commissioni alla posta o alla banca e utilizzo cartaceo dei documenti. In pratica è rimasto tutto fermo.
Ci sono delle carenze, però, anche nel semplicissimo utilizzo della posta elettronica: infatti, incredibilmente, ci sono Comuni che hanno un limitato numero di caselle. Vedi ad esempio Palermo, che ha solo tre caselle attivate per altrettanti assessori su dieci in carica. A Catania non ci sono i contatti diretti secondo quanto riportato nei profili di assessori e sindaco sul sito internet, a Siracusa c’è il solo indirizzo del sindaco, a Trapani due assessori, invece, non dispongono di una casella. Insomma, di filo diretto con i cittadini e le imprese c’è davvero poco. La sola Catania sembra essere quella più attrezzata sotto questo aspetto (sempre però con le lacune già citata). Merito del programma “Demos.Ct” che “mira a promuovere la partecipazione dei Cittadini alle attività dell’Amministrazione Comunale tramite un insieme di servizi, fruibili via internet, in un ambiente denominato Stanza del Cittadino”. Si può dialogare on-line in forma riservata con l’amministrazione comunale attraverso l’Ufficio relazioni con il pubblico.
Desolante, infine, la questione che riguarda l’istituzione di un ufficio unico Ict: nessun Comune capoluogo risulta averlo attivato dando uno sguardo alle piante organiche dell’Ente. Anche qui fa eccezione solo Catania che però parla di “Servizio di informatizzazione e telecomunicazione”. Le imprese possono solo allargare le braccia perché per loro c’è solo la tradizionale visione di bandi e gare e quasi più nulla. La sola Enna ha preso l’iniziativa di attivare uno specifico link con contatti aziendali di servizio per le imprese. A Ragusa, invece, ci sono notizie più che altro di carattere burocratico per le imprese: come aprire un’attività e cose simili.
Una cosa è certa: l’informatizzazione non passa per le pubbliche amministrazioni siciliane.

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