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Palermo – Teatri e cultura, altre vittime sacrificate sull’altare dei tagli

Luca Insalaco

Palermo – Teatri e cultura, altre vittime sacrificate sull’altare dei tagli

martedì 29 Giugno 2010

Sul management le polemiche di artisti, maestranze e sindacati. Provincia, convenzioni da rinnovare. Massimo e Biondo, probabile salvezza con nuovi immobili conferiti dal Comune

PALERMO – Gli enti locali, alle prese con la riduzione dei trasferimenti dal Governo centrale, cercano di far quadrare i conti e di non sprofondare nel baratro del dissesto. Oltre al sociale, è la cultura la vittima immolata sull’altare dei tagli. Ne sanno qualcosa i Teatri Massimo e Biondo, al centro di un difficile schema di riequilibrio dei conti dell’amministrazione comunale. Da un lato, c’è la necessità di salvare le due fondazioni e di raggiungere comunque il pareggio entro il 7 luglio (pena lo scioglimento del Consiglio); dall’altro, si polemizza sul management dei due Teatri. Lo hanno fatto di recente gli artisti, le maestranze ed i sindacati, protestando dinanzi al Massimo contro la gestione del sovrintendente Cognata; se ne è occupata la politica denunciando sprechi e dimenticanze sospette.
Per Nadia Spallitta (Un’Altra Storia) “la prima soluzione per risolvere la crisi economica del Biondo è quella di cambiarne la struttura, gestionale che evidentemente non è stata in grado di utilizzare le risorse economiche a disposizione, ed anzi ha creato coperture e indebitamenti esorbitanti”.
Per la consigliera di sinistra, più che conferire beni immobili (la Giunta guarda a questo escamotage per evitare la chiusura del teatro di via Roma) o ad elargire finanziamenti a fondo perduto, bisogna pensare “all’analisi della programmazione e dei relativi costi, sottoponendo ad un controllo preventivo le scelte economiche e finanziarie, sia per l’anno in corso sia per quelli successivi, in riferimento alle quali mai i direttori artistici hanno presentato una relazione al Consiglio comunale”.
E sul tema della cultura non mancano le polemiche anche alla Provincia. “Dopo aver speso 2 mln di euro per finanziare la rassegna ‘Provincia in Festa’ del 2009 – ha detto il capogruppo del Pd, Gaetano Lapunzina – mentre si tiene impegnata in patrocini e compartecipazioni ad iniziative, spesso, assai poco significative, l’Amministrazione Avanti, dal gennaio di quest’anno, non ha provveduto al rinnovo delle convenzioni, più che decennali, con Istituzioni che svolgono un importante e qualificato servizio culturale sul Territorio, quali la Fondazione Mandralisca di Cefalù, la Biblioteca Francescana, la Biblioteca Regionale dei Domenicani, l’Istituto di Formazione Politica Pedro Arrupe, l’Arcidiocesi di Monreale, l’Istituzione Giambecchina di Gangi e l’Accademia Lirica del Mediterraneo di Palermo”.
 


Governo nazionale. Una tutela specifica per il Massimo
 
PALERMO – Il Teatro Massimo, intanto, è stato oggetto di una maratona alla Camera, conclusasi con l’approvazione di un ordine del giorno con cui il Governo si è impegnato a valutare l’opportunità di riconoscergli una specifica tutela. “Il Massimo – ha detto il deputato dell’Italia dei Valori, Ignazio Messina – è il più grande teatro d’Italia, un luogo culturale che ha fatto la storia italiana dell’Opera, riscuotendo interesse e ammirazione anche all’estero. Pertanto è necessario salvarlo dalla mannaia del decreto Bondi che purtroppo, con taglio di fondi e blocco delle assunzioni, danneggerà seriamente la produzione artistica di un genere musicale che costituisce un elemento di identificazione della nostra storia e della nostra cultura. Con questo ordine del giorno – ha spiegato il responsabile nazionale Enti Locali dei dipietristi – la fondazione del teatro avrà gli strumenti che le consentiranno di operare in deroga al decreto di riforma e di incentivare il suo ruolo di diffusione della cultura artistica italiana”.

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