Qualità Ue, questa sconosciuta - QdS

Qualità Ue, questa sconosciuta

Francesco Torre

Qualità Ue, questa sconosciuta

giovedì 28 Maggio 2009

Efficienza. Migliorare il rapporto tra cittadini e Pa.
Le mosche bianche. Si distinguono come “virtuosi” i Comuni di Ragusa e Siracusa e la Provincia regionale di Ragusa, dove i procedimenti hanno ricevuto l’ok da organismi preposti.
Gli altri restano indietro. Nei restanti enti principali dell’Isola, non c’è traccia di certificazioni. E se qualcuno prova a ottenerle, la maggior parte risponde: “Abbiamo altre priorità”.

Palermo – Non bastano le faccine per fare la qualità dei servizi pubblici. Certo è un primo passo per migliorare il rapporto tra pubblica amministrazione e cittadini-utenti, ma esistono già strumenti molto più tecnici per comprovare l’effettiva qualità dei servizi erogati dagli enti.
La nuova strategia del ministro Renato Brunetta per valutare i dipendenti pubblici e dare giudizi di qualità ai servizi offerti al cittadino si basa sul giochino delle “emoticons”, ovvero quelle  faccine sorridenti o con il broncio che si usano negli sms e nelle chat per esprimere il proprio stato di umore velocemente e senza fraintendimenti. Secondo la proposta del ministro, che intende renderla obbligatoria per legge e intanto studia le adesioni sul territorio, i cittadini “valutatori” potranno in futuro comunicare il proprio livello di gradimento nei confronti dei dipartimenti e degli uffici pubblici, ma anche a proposito del lavoro dei singoli dipendenti.

“Il mio sogno, ha spiegato Brunetta, “è che si permetta uno scambio di emoticons in tempo reale per ognuna delle milioni di transazioni che si fanno ogni giorno con gli uffici pubblici”. In pratica, dice il ministro, anche ai cittadini, sempre più da questo Governo considerati alla stregua di consumatori, sarà data la possibilità di valutare i servizi pubblici, come in un sondaggio in diretta sulla qualità delle amministrazioni.

In realtà, come dicevamo, al di là delle proposte ad effetto con le quali Brunetta cerca sempre di conquistarsi nuovi spazi di visibilità, un sistema per giudicare l’operato dei pubblici uffici c’è già, ed è anche molto più specifico,  sistematico e sicuro delle “faccine”. Stiamo parlando, come molti dei nostri lettori già avranno capito per via delle precedenti inchieste avviate dal QdS sull’argomento, della certificazione di qualità Ue, un’opportunità semplice e garantita per comprovare la qualità dell’organizzazione e quindi il buon funzionamento di una pubblica amministrazione.
Tale sistema si basa su alcuni programmi di verifica della qualità dei prodotti e dei servizi offerti che garantiscono la presenza di quei requisiti che soddisfano le aspettative dei clienti. Uno dei modelli più diffusi e stimati per la gestione della qualità è per esempio la famiglia delle norme ISO 9000, riconosciuta a livello internazionale e applicabile a qualsiasi azienda sia nel settore pubblico che privato. Uno strumento del genere, per intenderci, ha la funzione di un “bollino di qualità”, il cui ottenimento è il primo e indispensabile passo per il rilascio della certificazione di qualità Ue, che avviene solo ed esclusivamente tramite organismi accreditati dall’Unione Europea, in Italia il Sincert, il Sinal, Certiquality e molti altri.

Per verificare il livello di efficienza delle amministrazioni pubbliche italiane, e per quel che più ci interessa siciliane, basterebbe dunque sbirciare negli archivi di questi enti valutatori e andare a vedere quanti siamo i dipartimenti, i laboratori e più in generale gli uffici che possano fregiarsi di questo bollino.
L’abbiamo fatto, così come l’avevamo fatto circa sei mesi fa al tempo della nostra prima inchiesta, e il risultato è sempre scoraggiante: in un mare di dipartimenti, sezioni, distaccamenti, solo quattro in tutta la regione sono i casi in cui vengono rispettati i criteri di efficacia, efficienza ed economicità tracciati dall’Unione Europea. E meritano naturalmente di essere menzionati.

Si tratta del Settore Servizi Formazione del Comune di Siracusa, che la certificazione l’aveva addirittura già nel 2004, e poi di tre dipartimenti ragusani, città i cui enti pubblici sono quasi sempre all’avanguardia sia negli aspetti organizzativi che nell’offerta dei servizi: stiamo parlando dello Sportello Unico delle Attività Produttive del Comune, dell’Ufficio Relazioni con il Pubblico della Provincia Regionale, del Settore Geologia e Geognostica.
E tutti gli altri uffici? Alcuni, a detta degli stessi segretari o direttori generali interpellati, quasi ignorano le procedure. La maggior parte, però, la qualità possono soltanto limitarsi a sognarla, constatando obiettivamente l’assenza di qualsiasi presupposto all’avvio della procedura.

“Qui mancano l’acqua e il sale, figuriamoci se possiamo pensare alle certificazioni di qualità”, confessa senza mezzi termini il direttore generale del Comune di Messina, Filippo Ribaudo, pessimista sui tempi dell’efficienza: “la procedura non sarà certamente avviata nel breve periodo”.
Altri Comuni e Province siciliani, poi, promettono interventi e buona volontà, ma ancora nessun fatto concreto. Insomma, per dirla alla Brunetta, la qualità dell’amministrazione pubblica nella nostra regione è proprio da emoticon delusa.


I dieci settori sui quali si può intervenire subito

1. Abolire i ritardi pagamenti Pa
2. Controllo di gestione di Regione ed enti locali
3. Energia verde
4. Più concorrenza
5. Trasparenza redditi
6. Turismo e immagine
7. Ricerca con Università e imprese
8. Responsabilità dei dirigenti
9. Sanità: curarsi in Sicilia
10. Certificati Ue qualità procedure

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